Indipendentemente dall’interruzione legata al Covid, era da un po’ di tempo che i Magazzini Generali di Milano non ospitavano un evento di stampo metal di robuste proporzioni. Alla guida della serata troviamo i Dark Tranquillity, alfieri del death metal melodico svedese, accompagnati dai colleghi finlandesi Ensiferum. Sotto di loro, un’accoppiata abbastanza particolare: i multiformi ed eclettici Pyogenesis a precedere i due atti principali e i The Legion: Ghost a dare il via ai primi rintocchi. L’affluenza è invero superiore a quanto ci saremmo aspettati, segnale positivo di quella fame che sta ricominciando a spingere gli appassionati verso ogni possibile sede in cui poter pogare ascoltando della sana musica metallica, dopo due anni di assoluto digiuno. Non perdiamo altro tempo e immergiamoci in un contesto che non mancherà di riservare emozioni a tratti inaspettate. Buona lettura!
THE LEGION: GHOST
Spendiamo poche parole in merito allo show di apertura messo in piedi da questa giovane formazione, dedita ad un metal moderno con stilemi che prendono parzialmente dal melodic death e dal metalcore, con un risultato finale che riesce tanto a intrattenere piacevolmente alcuni ascoltatori, così come a lasciarne altri del tutto indifferenti. Chiariamoci, di qualità tutto sommato ce n’è nello show messo in piedi da questi ragazzi; ciò che manca è quel proverbiale ‘quid’ che porta il pubblico ad interessarsi effettivamente ad una line-up esordiente dopo averne avuto un assaggio in sede live. In fin dei conti il contributo dei The Legion: Ghost risulta discreto e stuzzicante, ma nulla più di questo, e francamente dubitiamo che molti ascoltatori se ne ricorderanno una volta passati oltre. Gli auguriamo di continuare comunque a crescere, nella speranza che ad un prossimo giro il risultato possa essere diverso.
PYOGENESIS
Già di ben altro livello sono i teutonici Pyogenesis, il cui vulcanico frontman Fio Schwarz da solo riuscirebbe a tenere viva la platea di qualsiasi location, trattandosi di una presenza fortemente attaccata ad un determinato modo di proporre uno spettacolo fomentante e adrenalinico. Anzi, in generale possiamo dire che il nostro scetticismo iniziale sia stato abbondantemente surclassato, visto che i pezzi dei Pyogenesis risultano molto più efficaci dal vivo che su disco, in quanto l’energia trasmessa on stage da pressoché ogni brano presente in scaletta risulta a dir poco palpabile, anche se ammettiamo di aver preferito di gran lunga le fasi più accelerate ed aggressive, rispetto ai momenti più cadenzati. Il loro ulteriore punto di forza è il fatto di suonare un genere molto difficile da catalogare: in base al brano si possono percepire sonorità inerenti il death metal melodico, così come altre più affini al rock alternativo se non direttamente al punk più smitragliante. Il risultato funziona davvero bene e siamo lieti della piacevole scoperta. Una menzione anche per le passerelle laterali soprelevate presenti all’interno del locale, le quali forniscono un prolungamento del palcoscenico, e saranno in tanti ad usufruirne stasera per il puro intrattenimento di noi presenti.
ENSIFERUM
Non hanno bisogno di alcuna presentazione i cinque ragazzoni di origine finnica che si apprestano a calcare il palco. Anche su di loro c’è stata qualche controversia musicale in tempi relativamente recenti, ma riconosciamo che con l’ultimo lavoro in studio “Thalassic” ci sia stato un bel colpo di reni verso l’alto, complice anche l’ingaggio del tastierista e cantante Pekka Montin, che da una parte riporta l’intera dimensione degli Ensiferum in prossimità di ciò che gli è sempre riuscito così bene prima della parentesi dedicata alla fisarmonica, e dall’altra arricchisce la formula con una dose maggiore di power metal grazie ad un sapiente utilizzo di una voce pulita e squillante. In sede live il miglioramento rispetto al periodo precedente è evidente, e in generale si nota un maggiore entusiasmo da parte dell’intera formazione, e questo si ripercuote anche su un pubblico che non perde tempo, voglioso di gettarsi in un bel moshpit già con la iniziale “Rum, Women, Victory”, cui segue una più placida “Andromeda” (che continua ogni volta a ricordarci la “Ballata in Fa Diesis Minore” di Angelo Branduardi). La vera goduria subentra però coi due passi indietro nel tempo rappresentati da “One More Magic Potion” e “Into Battle”, che ci riportano immediatamente ai tempi in cui gli Ensiferum erano una delle realtà più promettenti sul mercato Metal più battagliero. L’accoppiata composta da “For Sirens” e “Run From The Crushing Tide” ci riconduce in tempi odierni, mentre Petri Lindroos e soci continuano a caricare i presenti in vista di uno scoppiettante poker conclusivo: dalla nostalgica “Treacherous Gods” si passa alla hit “In My Sword I Trust” e all’inno nordico “Lai Lai Hei”, per poi chiudere il tutto con quella mazzata nelle viscere che è ancora “From Afar”. Forse non sarà stata la miglior esibizione in assoluto degli Ensiferum, però è innegabile che se si parla di intrattenimento il sound di questi cinque guerrieri fa sempre il suo sporco lavoro. Ora attendiamo un nuovo album e un relativo tour in veste di headliner.
Setlist:
Rum, Women, Victory
Andromeda
One More Magic Potion
Into Battle
For Sirens
Run From The Crushing Tide
Treacherous Gods
In My Sword I Trust
Lai Lai Hei
from Afar
DARK TRANQUILLITY
Di recente gli svedesi Dark Tranquillity sono stati al centro di qualche polemica, a seguito della separazione da due membri iconici come Niklas Sundin e Anders Jivarp, con la conseguenza di avere come unico membro originale rimasto il mitico vocalist Mikael Stanne. La curiosità quindi è tanta, sia perché i nuovi arrivati meritano un esame più da vicino per vedere se sono all’altezza di chi li ha preceduti, sia per testare dal vivo i brani dell’ultimo album “Moment”, che ha diviso sufficientemente la critica e i fan in merito alla sua portata qualitativa.
Ebbene, dopo l’inizio sulle note di “Iron Man” dei Black Sabbath, i primi vagiti di “Identical To None” e “Transient” sbaragliano completamente il nostro timore di assistere a uno show con meno partecipanti rispetto a chi li ha preceduti: il locale si riempie infatti nuovamente anche più di prima, e non appena il sacro fuoco di Stanne e soci emerge tutti i presenti vanno letteralmente in visibilio, confermando di fatto che, anche con una line-up rinnovata, una grande band può ancora dire la propria. “Focus Shift” ci riporta parzialmente indietro nel tempo, ma è con “Monochromatic Stains” che le pareti tremano davvero per l’emozione degli ascoltatori, memori dell’apprezzatissimo album “Damage Done”. Il prosieguo con “Forward Momentum” riporta in avanti le lancette, il cui saliscendi continua con “Terminus (Where Death Is Most Alive)” e “The Dark Unbroken”, ma tutto questo sembrerà solo un antipasto non appena “Punish My Heaven” irromperà nei nostri timpani, nonché nel nostro cuore. Si tratta infatti di un pezzo a dir poco monumentale almeno quanto il capolavoro “The Gallery” da cui proviene, e la sua esecuzione rappresenta un vero e proprio terremoto, nonché una valvola di sfogo per tutti coloro che hanno la fortuna di poterla sentire dal vivo. Emozioni rinforzate dalle lacrime di Mikael al momento di commemorare il suo amico ed ex compagno di band Fredrik Johansson, venuto a mancare appena pochi mesi fa e la cui chitarrona caratterizza proprio l’album di cui vi abbiamo appena accennato.
Rinsaviamo temporaneamente con “Atoma”, “Inside The Particle Storm” e “Encircled”, pronti però a darci dentro ancora una volta in compagnia di “Thereln”, proveniente dall’album “Projector”, quindi dall’ultimo cui il sopracitato Fredrik ha avuto modo di contribuire. Il tutto prima di un encore che coinvolge, anche se non stupisce, sorretto dalle tetre note di “State Of Trust”, “Lost To Apathy” e “Misery’s Crown”, con cui abbiamo modo di salutare una formazione che probabilmente non sarà più quella di una volta, ma il cui risultato in termini di resa dal vivo rimane a dir poco encomiabile, soprattutto grazie alla presenza di un leader dotato di un carisma inimitabile.
Setlist:
Identical To None
Transient
Focus Shift
Monochromatic Stains
Forward Momentum
Terminus (Where Death Is most Alive)
The Dark Unbroken
Punish My Heaven
Atoma
Inside The Particle Storm
Phantom Days
Encircled
Thereln
State Of Trust
Lost To Apathy
Misery’s Crown