Report a cura di Giuseppe Caterino
A differenza delle molte promesse di spettacoli terrificanti proposte di solito dalla quasi totalità dei gestori di locali in occasione della notte di Halloween, l’offerta dell’associazione Year Zero di Vicenza sembrava avere davvero tutte le carte in regola per quanto meno turbare i poco avvezzi all’audace combo di black metal e body suspension messa in scena il 31 ottobre. La musica dei Darkend, chiamati a metterci le note, è stata quanto mai azzeccata ad accentuare una certa carica esoterica e nichilista degli spettacoli di sospensione con ganci che hanno fatto da cornice alla serata, grazie anche al forte impatto di queste performance al limite tra arte e intrattenimento; mentre la risposta del pubblico, misto invero tra curiosi e, in maggioranza, metalhead – prevalentemente blackster – è stata più che calorosa, dando ragione ad un format di per sé inaspettato ma apparentemente capace di complementare diverse forme di espressione. Il tutto tra le mura di uno dei locali che nella città berica sembrano meglio prestarsi alle diverse interpretazioni di molteplici forme di cultura e/o arte, il Bocciodromo, così chiamato grazie alla propria funzione di, effettivamente, bocciodromo in ben altri anni. Ma ovviamente a noi interessa soprattutto il Metallo, ed ecco come è andata durante lo show dei black metaller reggiani.
DARKEND
Quando le luci si abbassano nella sala principale del Bocciodromo il pubblico ha ancora davanti agli occhi l’incredibile ‘prima’ performance della serata, che vedeva un losco clown pieno di tatuaggi infilzarsi e lasciarsi appendere tramite dei ganci sulla schiena, come nel più lugubre dei film di Rob Zombie. La carica emotiva è quindi piuttosto forte, quando tra i fumi sul palco la band fa capolino iniziando un concerto che vede nell’ultima sua release, “The Canticle Of Shadows”, la fonte primaria cui attingere. La prestazione è sin da subito energica e sommerge i presenti con un suono roccioso e compatto, lasciando presagire una resa che, come effettivamente sarà, non subirà cali e anzi avrà picchi emozionali piuttosto marcati. Impossibile restare indifferenti di fronte alla teatralità di Animæ, le cui movenze e la capacità di frontman sanno incantare gli astanti, molti dei quali incitano la band per tutta la durata del concerto. Il gruppo di per sé mostra un affiatamento notevole, che sfocia in un maelstrom sonoro ipnotizzante e ben acuito anche dall’allestimento del palco, che tra candelabri a pentacolo e catene mostra una dedizione totale alla materia. Così come lo spettacolo proposto che, oltre all’apparato prettamente musicale, culmina nella sua accezione ritualistica quando un velo viene tolto a quello che sembrava una mera scenografia, scoprendo una ragazza ben poco vestita e ‘vittima’ di quello che sarà un rito molto enfatizzato dal singer, con boccette piene di liquidi più o meno misteriosi e una drammaticità tanto cara alla band italiana. Un’ora o poco più di black neanche tanto sinfonico, serrato e ferino come tradizione vuole, che ha visto i Darkend in una forma ineccepibile, ben mostrante la salute del progetto; e quando i Nostri lasciano il palco sulle note dell’outro, c’è più di qualche viso soddisfatto attorno a noi, anche di chi non propriamente abituato a certe sonorità, cosa che non può che inorgoglire una realtà che ha potenzialmente ancora moltissimo da far vedere.