Report a cura di Andrea Raffaldini
Fotografie di Francesco Castaldo
Il caldo afoso che in questi giorni ci sta affliggendo non si è dimostrato per nulla pietoso nei confronti delle migliaia e migliaia di persone giunte all’Arena di Verona per assistere al concerto di David Gilmour, voce, chitarra e leader dei disciolti Pink Floyd. Ad aumentare il nervosismo generale ci pensa l’annuncio di un ritardo nell’apertura dei cancelli causato da generici problemi tecnici. Poco male, perché in questo modo si inizia a chiacchierare, conoscersi, intavolare discorsi su chi sia più geniale tra Gilmour e Roger Waters, a scambiare pareri e discussioni su quale sia il miglior disco dei Floyd: insomma, un bel momento (caldo soprattutto!) di condivisione!
Sono quasi le nove di sera quando finalmente facciamo il nostro ingresso nell’Arena e prendiamo posto dinnanzi al grandioso palco su cui troneggia l’immancabile schermo rotondo che già avevamo trovato nella precedente data veronese di Gilmour. In effetti il sentore di qualche problema tecnico c’è, perché fino a pochi minuti prima dell’inizio dello show un discreto numero di roadie sul palco si accinge a provare in fretta e furia tutta la strumentazione. Alle dieci in punto le luci si spengono e la magica chitarra di Gilmour intona le note di “5 A.M.” incantando tutti i presenti che, attoniti, dopo qualche minuto di religioso silenzio, si scatenano in un grandissimo e fragoroso applauso. “Rattle That Lock” e “Face Of Stone” seguono a ruota: i suoni sono assolutamente perfetti e tutta la band appare performante in modo coeso e amalgamato. Quando la chitarra acustica attacca il giro immortale di “Wish You Were Here”, l’Arena di Verona si riempie di pathos e commozione, la voce di David Gilmour si conferma calda e toccante, come se stesse suonando il brano per la prima volta nella sua vita. Va detto che, rispetto alla data di qualche mese fa tenuta sempre a Verona, il buon David oggi si dimostra molto più in forma vocalmente, cantando per tutto il concerto in modo deciso e potente; ma anche alla chitarra vengono toccati picchi di sublime bellezza difficilmente raggiungibili da qualsiasi essere umano. “Bastano tre note di Gilmour per far impallidire qualsiasi assolo”, questa è una delle frasi più celebri, uno dei luoghi comuni che spesso e volentieri vengono riferiti al chitarrista dei Pink Floyd. Ebbene, sarà anche un luogo comune, ma è vero tanto quanto la presenza degli astri nel cielo. Quando Gilmour suona, non ce n’è per nessuno: il gusto melodico, la pulizia di suoni e l’intensità della sua performance lo confermano come uno dei più grandi musicisti della storia del rock. Tornando allo show, la pinkfloydiana “What Do You Want From Me” e “A Boat Lies Waiting” ci regalano momenti di intenso relax. Con “Money” e “Us And Them” torniamo a goderci i Pink Floyd: oltre a Gilmour, un grande plauso va fatto alla band di supporto, impeccabile! Con la malinconica “High Hopes”, sempre firmata Pink Floyd, si conclude il primo atto del concerto e ci viene concesso un quarto d’ora di pausa per rifocillarci e inumidire il palato. Si ricomincia alla grande a suon di Floyd, con “One Of These Days”, la stupenda “Shine On You Crazy Diamond”, “Fat Old Sun” e “Coming Back To Life”. Cosa volere di più? Dopo una manciata di estratti solisti, “Sorrow” e “Run Like Hell” segnano la fine dello show. Chiaramente non possono mancare i bis, con tre pezzi da novanta: “Time”, “Breathe” e la leggendaria “Comfortably Numb”. Il pubblico esce dall’Arena a notte fonda, ma ancora carico e pieno di energia grazie ad uno show assolutamente strepitoso sotto ogni aspetto. Spesso ci si chiede: ‘perché è così difficile per una giovane band arrivare a riempire le arene’? Be’, perché di band che suonano allo stesso livello di David Gilmour, difficilmente ne vedremo in futuro…
Setlist:
5 A.M.
Rattle That Lock
Faces of Stone
Wish You Were Here
What Do You Want From Me
A Boat Lies Waiting
The Blue
Money
Us and Them
In Any Tongue
High Hopes
One of These Days
Shine On You Crazy Diamond (Parts I-V)
Fat Old Sun
Coming Back to Life
On an Island
The Girl in the Yellow Dress
Today
Sorrow
Run Like Hell
Time
Breathe
Comfortably Numb