Introduzione e report a cura di Bianca Secchieri
Fotografie di Simona Luchini
“Era una notte buia e tempestosa…”: potrebbe tranquillamente iniziare così il resoconto della tetra serata milanese, considerando che la pioggia ci ha fatto purtroppo compagnia quasi ininterrottamente, ritardando notevolmente il nostro arrivo in quel di Trezzo sull’Adda. L’occasione è ghiottissima e imperdibile per qualsiasi fan dei maestri Death SS, ma non solo: il bill dell’evento prevede infatti che, a susseguirsi on stage, siano quattro realtà del metallo tricolore con le rispettive, diverse sonorità, che spaziano tra horror rock, metal classico e metal più estremo.
Complice il traffico ingombrante di un sabato di ponte festivo, quando giungiamo finalmente al Live Club sul palco ci sono già gli inossidabili altoatesini Skanners sulle ultime note di “Pray With My Angel”, e facciamo in tempo solo ad ascoltare “Hard And Pure”, roccioso anthem tratto dal loro penultimo disco; in merito ai toscani Deathless Legacy, primi a salire sulle scene, non possiamo chiaramente pronunciarci. Già a questo punto della serata il locale è gremito (apprenderemo poi che il numero dei partecipanti ha superato abbondantemente le mille persone) e il banchetto del merchandise è preso d’assalto dai molti fan dei Death SS interessati all’acquisto del nuovissimo DVD “The Whole Rite – Live at Metalitalia.com Festival” – registrato appunto nel 2017 sempre al Live Club, quando i Nostri furono headliner della seconda giornata della nostra manifestazione – e disponibile in anteprima in occasione di questa data e di quella di Lucca del 31 ottobre. Di seguito le nostre impressioni in merito al terzo e all’ultimo atto del Teatro della Morte!
DEATHLESS LEGACY
SKANNERS
NECRODEATH
Siamo alla data conclusiva del mini-tour autunnale che ha portato i liguri in giro per l’Italia, a Malta e in Svizzera, dopo un’attività live estiva piuttosto intensa. Si parte subito con una doppietta letale: “Choose Your Death” e “Stillbirth”, entrambe tratte dal capolavoro del 1989 “Fragments Of Insanity”, recentemente ri-registrato con l’attuale formazione e uscito con il nome “Defragments Of Insanity”. Peccato che i suoni non siano dei migliori, con un effetto impastato che sembra penalizzare soprattutto la chitarra di Pier Gonella. Nonostante la resa sonora non al top, i presenti apprezzano parecchio il blackened thrash dei Nostri, dimostrando di conoscere molto bene anche la tripletta successiva, estratta dall’ottimo “Mater Of All Evil”, primo album del secondo corso dei Necrodeath e disco di esordio per Flegias dietro il microfono (in sostituzione, non senza malumori tra i fan, lo storico cantante Ingo, che poi ritroveremo in forza agli Schizo); il timbro al vetriolo dell’esperto frontman, pur non avendo incontrato da subito l’approvazione di tutti – e a dire il vero qualche ipercritico rimane – fa indubbiamente ormai parte del trademark dei genovesi tanto che sarebbe impossibile immaginare i Necrodeath con un altro vocalist.
La band di Peso, infallibile dietro le pelli e unico membro superstite della storica formazione degli anni ‘80, dimostra ancora una volta di sapere il fatto suo e, forte della lunga esperienza, dà vita ad uno show al fulmicotone, anche se forse leggermente sotto la media in quanto ad intensità ed energia. La scaletta prosegue pescando dall’ultimo disco di inediti, quel “The Age Of Dead Christ” che rappresenta un graditissimo ritorno al passato, in termini di ispirazione e di sound, dopo alcune prove non proprio esaltanti. “The Triumph Of Pain”, cadenzata e doomeggiante, rappresenta un momento di ‘pausa’ dalla furia sonora che riprende a farsi tagliente già con la successiva “The Whore Of Salem”. Nel frattempo i suoni sembrano essersi finalmente sistemati e giungiamo agli ultimi brani di una scaletta quasi perfetta, sapientemente sbilanciata verso il passato, che si chiude con il super cult “Mater Tenebrarum” accolto in modo caloroso dal pubblico. Che dire? I Necrodeath, al di là dell’inconfutabile valore storico dei loro primi lavori, sono una delle realtà più longeve e solide nell’ambito estremo italiano, e presenziare ad un loro show è sempre un grande piacere.
DEATH SS
E’ giunta l’ora del Vampiro e delle sue creature della notte. Il cambio palco ci regala il ‘solito’ set cui ci hanno abituati i Death SS (e che per la verità non è mai perfettamente uguale a se stesso). L’intro ”Ave Satani” richiama all’ordine i distratti e fa esplodere di gioia la maggior parte del pubblico, che attende compatto sotto il palco e distribuito nei punti rialzati accessibili per avere una visuale migliore. Seguono, nella tradizione del mitico “The Cursed Concert”, “Peace Of Mind” e “Horrible Eyes”, due vecchi cavalli di battaglia che non hanno certo bisogno di presentazioni; la band appare da subito in forma smagliante e, supportata da un missaggio questa volta bene bilanciato, alterna brani storici a canzoni più recenti. Gli estratti dagli ultimi due lavori sembrano essere stati ormai assimilati dal pubblico e in particolare “Rock ‘n’ Roll Armageddon” mette d’accordo tutti quando è il momento del ritornello. Non ne siamo stupiti, trattandosi di due album molto buoni, che sono riusciti nel non facile intento di coniugare le diverse anime che la creatura di Steve Sylvester ha incarnato nel corso degli anni, con in più un ottimo potenziale anthemico; resta il fatto che tale risultato non era affatto scontato, tenuto conto che gli aficionados risalenti alla cosiddetta ‘vecchia guardia’ sono sempre più difficili da conquistare (e l’età media, al Live, non è affatto bassa). Ma i Death SS sono in qualche misura una band unica, e la sua fanbase tra le più fedeli ed al contempo ricettive esistenti. Certo, l’heavy metal duro e puro di “Where Have You Gone” e “Baphomet” è qualcosa che colpisce al cuore e questi brani in sede live acquistano ulteriore potenza ed eleganza (e qui dobbiamo ringraziare le tastiere di Freddy Delirio); mentre “Baron Samedi” e “Scarlet Woman” costituiscono il cuore più esoterico del set.
E’ sempre affascinante vedere Steve Sylvester calarsi nei panni dei diversi personaggi che animano lo show dei Death SS: dal traghettatore dei morti vudù con tanto di cappello a cilindro e incenso al classicissimo vampiro; e a questo proposito dobbiamo segnalare una prestazione davvero ottima da parte delle performer, da sempre parte integrante di quello che è a tutti gli effetti uno spettacolo, nel vero senso della parola, con tanto di fuochi d’artificio, coriandoli e naturalmente fumo (troppo fumo, in verità). “Terror”, cimiteriale e superlativa, e “Vampire” testimoniano il lato più gotico della formazione tosco-marchigiana, mentre con “Let The Sabbath Begin” si cambia registro ed epoca per un sabba moderno e quasi post-apocalittico che trascina il pubblico con il suo ritornello martellante. Chiude la serata “Heavy Demons”, canzone-manifesto e title-track di quello che per moltissimi metallari rimane l’album migliore mai partorito dai Death SS (ampiamente omaggiato dalla setlist del concerto tenuto al Metalitalia.com Festival di due anni fa, quindi il consiglio è di fare vostro al più presto il DVD!).
Ancora una volta abbandoniamo un live dei Nostri soddisfatti per aver assistito ad un ottimo concerto e ad uno show unico, che ribadisce come i Death SS restino gli incontrastati Re del Male del metal italiano dopo più di quarant’anni di carriera. Ci permettiamo una sola osservazione, che non sminuisce in alcun modo il valore della serata: considerando anche la data particolare e assolutamente non casuale delle date di Trezzo e Lucca – leggi: Halloween e il Giorno dei Morti – ci sarebbe piaciuto sentire qualcosa di totalmente inaspettato, magari una “Black Mass”…ma si tratta per l’appunto di dettagli, spunti per il prossimo anno, certi di rivederci presto!