07/10/2006 - Deathstars + Ensoph @ Noise Club - Torino

Pubblicato il 11/10/2006 da
A cura di Maurizio “MoRRiZz” Borghi
Foto di Barbara Francone
Gli electro-death glamster di casa Nuclear Blast sono lanciatissimi e riscuotono discreti responsi da pubblico e critica, apparendo decisamente divertenti sul palco del Summer Breeze, anche agli occhi dei plausibili detrattori. Forti di una immagine vincente e spinti da video decisamente superlativi (l’ultimo “Blitzkrieg” potrebbe mandarli in orbita) i Deathstars arrivano alla prova del tour europeo con clima decisamente positivo nei loro confronti. Metalitalia.com ha presenziato alla serata torinese del Noise Club (ex-Barrumba), dove il gruppo è stato accompagnato solamente dagli italiani Ensoph: gli altri supporter Stoneman infatti non si sono esibiti per non meglio precisati problemi con i promoter. Ecco come è andata…

ENSOPH

La formazione veneta ha il compito di riscaldare un Noise Club poco popolato e anche un poco disinteressato, eterogeneo ma non troppo lontano dalla atmosfera da club gotico/EBM che ci si poteva aspettare. Esteticamente i nostri sono davvero spettacolari, il look cyber-goth è inappuntabile e ricco di maschere antigas, pelle, lattice, makeup e… protezioni da motocross. Unica eccezione il singer, che sembra uscito da una black metal band, pelato, bianco come la morte e con un piercing lobo/naso alla Snake Sabo come non si vedevano da secoli. Suoni eccellenti e una performance appassionata, che però non li fa emergere per la semplice qualità intrinseca dei brani, che, come è emerso in sede di recensione, sono sì orpellati e vari, ma mancano di quel chorus vincente o di quel piglio che li eleva dal mucchio. Una prova in ogni caso al di sopra della sufficienza.

DEATHSTARS

Dopo una lunga pausa (con relativo soundcheck) è tempo dei Deathstars attirare l’attenzione delle creature notturne che riempiono il locale. La band sfodera un look quasi sobrio e tendente al glam con atteggiamenti scenici che fanno pensare alle hair band anni ’80, fatta eccezione per un Whiplasher dagli occhi tempestati di diamanti che si propone come un David Gahan in acido. Tragica l’entrata in scena del frontman, che dopo l’esecuzione della opener si dichiara testualmente il “Salvatore Schillaci of the Darkness”(!!!) per far breccia nel pubblico torinese. Grottesco. Ripresisi dallo shock, i presenti tentano di sostenere una formazione che è il fantasma di se stessa, probabilmente vittima di una sbronza davvero troppo pesante della sera prima: dipendenti dal 4/4 con base dance per l’assurda mancanza di un tastierista che movimenti un attimo la situazione, i norvegesi appaiono legnosi e sfatti, forse poco motivati ma assurdamente troppo lontani da ciò che si poteva aspettare da loro e da quello spettacolo divertente che il gruppo aveva offerto come headliner del Pain Stage al Summer Breeze. Performance imbarazzante per il batterista Bone W Machine, sbilenco e totalmente assente tenta di nascondersi dietro gli occhialoni a specchio, mentre Nightmare Industries, fratello di Jon Nodtveidt, sta in piedi per miracolo. La scaletta è ben fatta e i pezzi ci sono, ma ogni minuto che passa sottolinea quanto sia sfortunata la serata per la formazione, incapace com’è di scuotere il pubblico più critico. Non basta odorare di lattice, sudore e make up. Dispiace scriverlo, ma se i Deathstars mancheranno anche l’opportunità offerta loro come opener per i Cradle Of Filth non prenderanno di certo il volo.

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