Introduzione e report a cura di Roberto Guerra
Fotografie di Mathias Marchioni
Dopo un’attesa piuttosto lunga, tornano finalmente in Italia gli hard rocker britannici per eccellenza Def Leppard, sostenuti con forza dai connazionali Whitesnake, per una data che si prospetta come un vero e proprio appuntamento irrinunciabile per tutti gli estimatori delle sonorità anni ’80, e non solo. L’affluenza in quel del MediolanumForum di Assago è, come prevedibile, piuttosto corposa, anche se non ci saremmo aspettati di trovare chiuse le tribune superiori, in una maniera simile a quanto accaduto due anni fa, in occasione del concerto degli Helloween. In ogni caso appare evidente che gli estimatori siano comunque accorsi numerosi, il che ci fa ben sperare in un coinvolgimento generale degno di questo nome, a prescindere da quale delle due band incontri maggiormente i gusti dell’ascoltatore. L’orario di inizio giunge piuttosto in fretta, e il Serpente Bianco si sta già preparando ad attaccare. Buona lettura!
WHITESNAKE
Dopo un’intro a base di “My Generation” dei The Who, fa capolino sul palco l’attuale formazione degli Whitesnake, guidati come sempre dall’eternamente carismatico frontman David Coverdale, che negli ultimi anni è stato per noi fonte di molte gioie ma anche di parecchi dolori, a causa delle condizioni relativamente precarie della sua voce. L’inizio con “Bad Boys”, “Slide It In” e “Love Ain’t No Stranger” rappresenta una botta non indifferente di fomento, in cui una band di assoluti professionisti fornisce una prova impeccabile; lo stesso vocalist tira ancora una volta fuori il suo peculiare timbro, potendo comunque contare sul sapiente apporto del nostro buon Michele Luppi alle tastiere, nelle fasi tecnicamente più complesse. Tuttavia, la pausa per lui giunge immediatamente dopo “Slow An’ Easy”, al seguito della quale è il duello a colpi di assoli di chitarra tra Joel Hoekstra e Reb Beach a richiamare l’attenzione di tutti, prima di un’esecuzione relativamente pulita della recente “Shut Up & Kiss Me”. L’assolo di batteria ad opera di mister Tommy Aldridge è quanto di più gasante si possa desiderare, compresa la parte in cui questo arzillo signore dai capelli super-ricci decide di mettere da parte le bacchette, colpendo piatti, rullanti e altro con la sola forza delle mani. Da qui in poi, dopo la parentesi iper-romantica di “Is This Love”, durante la quale i baci fra le varie coppie presenti la fanno da padrone, lo show procede lineare con le immancabili “Give Me All Your Love” e “Here I Go Again”, per poi concludersi sulle note di “Still Of The Night”. Qui, l’affaticato David può finalmente tirare il fiato fino al successivo concerto, anche se bisogna ammettere che i problemi alla voce non sono sufficienti ad oscurare una classe e una capacità di coinvolgimento decisamente difficili da imitare; e queste, signori, nessuno potrà mai portargliele via. A ciò aggiungete una band di veri e propri assi del proprio strumento, e il gioco è fatto: sempre e comunque una grande emozione!
Setlist:
Bad Boys
Slide It In
Love Ain’t No Stranger
Hey You (You Make Me Rock)
Slow An’ Easy
Shut Up & Kiss Me
Is This Love
Give Me All Your Love
Here I Go Again
Still Of The Night
DEF LEPPARD
Pronti a decollare a bordo di un razzo? Perché è proprio con “Rocket” che Joe Elliott e soci si palesano sul palco, accolti da un sonoro applauso e accompagnati dalla coloratissima scenografia proiettata alle loro spalle. Le sonorità dei Def Leppard sono notoriamente meno ‘metalliche’ rispetto a quelle di chi li ha preceduti, ma non per questo la quantità di emozioni suscitate nel pubblico risultano essere inferiori: sui ritornelli delle varie “Animal”, “Let It Go”, “Let’s Get Rocked”, le ugole possono andare letteralmente in fiamme, così come le dita di ogni chitarrista presente in sala, inevitabilmente preso a osservare il sapiente guitarwork svolto da Phil Collen e dal meno vulcanico Vivian Campbell. Tuttavia, questa non può che essere considerata una serata per i batteristi, dal momento che Rick Allen rimane sempre e comunque una delle figure più toccanti da osservare, considerando ciò che ha passato per poter essere nuovamente al suo posto dopo l’incidente che lo privò di un braccio; il che lo rende quasi una sorta di simbolo per tutti coloro che temono, o hanno temuto in passato, di non potercela fare per vari motivi. La scaletta punta, bene o male, ad accontentare più o meno tutti, compresi coloro che aspettavano solo di ascoltare dal vivo la commercialissima “Pour Some Sugar On Me”, sebbene i più metallari tra i presenti avranno sentito sicuramente la mancanza di qualche richiamo al primissimo lavoro “On Through The Night”. Nonostante ciò, di emozioni se ne provano davvero tante durante l’oretta e mezza di show ad opera della formazione britannica, in particolar modo negli attimi finali: un encore interamente dedicato all’album “Pyromania”, a base di Rock Of Ages” e “Photograph”, pone fine a un concerto forse un po’ lento e lineare in alcuni momenti isolati, ma anche inevitabilmente vincente agli occhi di chiunque abbia mangiato pane e rock britannico per buona parte della propria vita. A prescindere dai gusti personali, i Def Leppard andrebbero visti almeno un tot di volte nella vita, e noi siamo molto entusiasti al pensiero di fare il bis in quel dell’Hellfest, appena tre giorni dopo quest’unica data italiana.
Setlist:
Rocket
Animal
Let It Go
When Love And Hate Collide
Let’s Get Rocked
Armageddon It
Rock On
Two Steps Behind
Man Enough
Love Bites
Bringin’ On The Heartbreak
Switch 625
Hysteria
Pour Some Sugar On Me
Rock Of Ages
Photograph