17/05/2025 - DEFTONES + KNOCKED LOOSE + HIGH VIS @ Carroponte - Sesto San Giovanni (MI)

Pubblicato il 20/06/2025 da

Report di Maurizio “morrizz” Borghi
Fotografie di Simona Luchini

Sono anni che i Deftones sono fermi discograficamente, ormai in quella fase di gruppo storico che non ha necessità di pubblicazioni fitte per rimanere sulla cresta dell’onda. Ci vien da dire, anzi, che senza nessuno sforzo la formazione di Sacramento sta trovando una nuova giovinezza grazie ad un atteso ricambio generazionale.
I nuovi fan dei Deftones sono in gran parte adolescenti e ventenni nativi digitali, soprattutto appartenenti alla cosiddetta Gen Z, che scoprono la band tramite clip virali su Tik Tok (“Be Quiet and Drive”, “Cherry Waves” e “Change” sono gli esempi più eclatanti) con profonde connessioni a sottoculture come quella alternative, e‑girl/Y2K, shoegaze/hardcore e skater.
E’ francamente un piacere vedere un pubblico così giovane e per gran parte femminile rimpolpare le schiere di millennial che hanno seguito il gruppo dalle origini, portandosi dietro un’energia che molto spesso manca, vuoi solo per ragioni anagrafiche. Il calendario concerti di giugno come sempre è fittissimo, tanto che nella cornice del Carroponte la sera prima si sono esibiti gli Avenged Sevenfold, e la sera stessa, a 250 km di distanza, Slipknot e Motionless In White stanno infiammando il Ferrara Summer Festival.
L’affluenza pare non averne risentito in nessun modo, visto che il parco archeologico industriale dell’ ex Breda Siderurgica si affolla come accade solo nelle grandi occasioni: il conteggio dei biglietti andrà infatti a segnare una vittoria, mandando il concerto sul podio degli eventi più fortunati di sempre sul suolo italico.
Gli opener della serata sono caratterizzati entrambi da una marcata connessione con l’universo hardcore, sottogenere in netta ascesa anche dalle nostre parti: i britannici High Vis stanno crescendo in popolarità giocando con una versione evoluta e melodica dell’hardcore, mentre i Knocked Loose sono dei fenomeni pronti a portare il loro suono, massiccio ed ultra heavy ma sempre di matrice hardcore/metalcore, in tv e negli stadi (apriranno per i Metallica nel 2026).
Per quanto riguarda l’organizzazione c’è una netta disparità tra chi ha accesso al ‘pit’, una zona adiacente al palco davvero molto ampia, ed i possessori di biglietto regolare, per cui in molti casi la visuale è ampiamente ostruita dalla torre del mixer posta proprio in zona transenne. Visti i volumi tendenzialmente bassi, dovuti alla struttura praticamente in città, gran parte dei presenti avrà anche difficoltà ad ascoltare il live in maniera decente, dando luogo a numerose polemiche.

Alle 19 prendono il palco gli HIGH VIS, band Londinese che ha fortemente evoluto le radici hardcore proponendo un sound melodico fatto di influenze post-punk, hardcore e alternative, con qualche incursione nel brit pop, nello shoegaze e nella dance.
La band ha dimostrato una continua evoluzione del proprio sound, passando dall’esordio di “No Sense No Feeling” a “Blending” e poi a “Guided Tour”, arricchendo ogni album con nuove sfumature e influenze, e la scaletta di oggi mostra gran parte della palette sonora del gruppo pescando in egual modo tra tutti i capitoli della discografia.
Graham Sayle è un frontman capace, carismatico ed autentico, ma il pubblico non è facilissimo da conquistare nonostante le melodie facili e l’impegno. La distanza siderale con la maggior parte dei presenti, dovuta ad una zona pit semivuota, non rende certo le cose più facili, così la mezz’ora a loro disposizione passa velocemente e con una reazione abbastanza fredda.

Non si può dire che lo stresso trattamento sia stato riservato agli eroi del momento KNOCKED LOOSE: Brian Garris e soci stanno attraversando un momento incredibile, con un’ascesa incrollabile che li sta catapultando fuori dall’universo hardcore e metalcore seguendo una parabola che nessuna band del genere potrebbe nemmeno immaginare nei suoi sogni più azzardati.
E’ ancora pieno giorno quando si accende la croce luminosa che fa capolino sulla cover del recente “You Won’t Go Before You’re Supposed To”, unico, semplice ed iconico elemento scenico che li caratterizza a livello scenografico. Quando il mega schermo dietro il palco trasmette il nome del gruppo e gli alberi della copertina, in maniera statica come fosse un backdrop, la band è accolta con un boato. “Blinding Faith” introduce il sound teso, violento e martellante del gruppo, che andrà a colpire catarticamente un pubblico ben preparato, che li accoglie calorosamente.

A differenza di quanto accaduto poco prima, dopo i ripetuti solleciti del frontman, scattano i focolai di mosh e qualche circle pit, con annessa preoccupazione di qualche giovane impreparata col Labubu attaccato alla borsetta.
Più passa il tempo più la figura del chitarrista Isaac Hale diventa quella di un secondo frontman: spesso in piedi sul rialzo Hale è energico e teatrale, imponendosi quasi quanto Garris nel comandare le danze in quello scambio di energie e quello sfogo che nell’hardcore è parte integrante dello spettacolo. In quarantacinque minuti c’è spazio per tutte le hit più attese, dai singoli di “You Won’t Go…” alle note “Mistakes Like Fractures”, “Deep In The Willow” e, ovviamente, al momento più immortalato per i social, ovvero l’ “ARF ARF!” di “Counting Worms”.
I Knocked Loose hanno la rabbia dell’hardcore e la compattezza del metalcore, con performance che galvanizzano chiunque assista. Inarrestabili.

Annunciati per le 20:45 i DEFTONES attaccano una mezz’oretta dopo, tempo di consentire a tutti di prendere posizione.
Assente dai palchi italiani dal 2022 (dove si esibirono al Sequoie Music Park) e da Milano dal 2017 (Fabrique) la band di Sacramento sta assistendo a un enorme ritorno di popolarità, allo stesso modo dei colleghi Korn, Limp Bizkit e Slipknot.
Il Carroponte si avvicina quindi al sold-out, con tutto ciò che ne consegue per chi è arrivato all’ultimo e si deve accontentare di una visuale parziale e di volumi bassi (il mix è stato comunque eccellente). Quando inizia il live il mega schermo dietro la band, sinora utilizzato in maniera statica, si mostra in tutta la sua bellezza con dei visual molto attraenti, che vanno a sposare le atmosfere del gruppo citando stile ed elementi di canzoni e copertine.
L’inizio è incredibile, con una tripletta che manda tutti in visibilio: si parte con “Be Quiet and Drive (Far Away)” seguita da “My Own Summer (Shove It)” e “Diamond Eyes”, un trio delle meraviglie appartenente ai più grandi ed amati classici in discografia.
Chino Moreno è in forma strepitosa e sta decisamente meglio di dieci anni fa: il cinquantaduenne è dimagrito molto, non ha un capello bianco e vocalmente è completamente padrone delle sue corde vocali, dosandole perfettamente da inizio a fine show senza evitare  di strapazzarle nei momenti in cui le urla fanno da padrone.

La setlist è un greatest hits incontestabile, in cui verranno suonate quindici tra le loro venti canzoni più osannate di sempre, lasciando fuori giusto “Nosebleed”, “Knife Party”, “Passenger” o la già citata “Cherry Waves”, alternando capolavori a singoloni che hanno fatto la storia del nu metal e del metal alternativo – così “Swerve City” può andare tranquillamente a braccetto con “Feiticeira” e “Digital Bath”, come più avanti “Rosemary” precede la violenta “Headup”, con momenti storici diversi tranquillamente una accanto all’altro, tutti enormemente adorati da un pubblico nato in tre decadi differenti.
Abbiamo già accennato ai visual dello schermo dietro al gruppo, spesso resi dinamici integrando riprese dal vivo, altre volte semplicemente di contorno ma capaci di creare situazioni surreali ed immersive, come il tramonto che trasforma in ombre gli artisti sul palco sulle note di “Change”, con un effetto memorabile.
Sarebbe tutto perfetto se alla chitarra ci fosse Stephen Carpenter e non il suo cosplayer Lance Jackman, ma è noto che il riffmaker ha deciso di non uscire più dai confini degli Stati Uniti e chissà se e quando cambierà mai idea, con nostro immenso fastidio e dispiacere. Non siamo nemmeno troppo felici di vedere Fred Sablan al basso, considerando il trattamento a Sergio Vega come l’unico scivolone mai fatto dai Deftones in carriera, ma tant’è; al pubblico il passato interessa il giusto e la loro prova è oggettivamente validissima.
Smarcati gli unici nei rappresentati da volumi, visibilità ridotta per una parte dell’audience ed assenze importanti, quella di oggi può essere archiviata come una data da inserire negli annali, grazie ad un successo incredibile di pubblico, una prova superlativa della band, una scaletta paurosa, una grande connessione e una scarica di emozioni che solo pochi fuoriclasse riescono ad evocare. 

Setlist Deftones:

Be Quiet and Drive (Far Away)
My Own Summer (Shove It)
Diamond Eyes
Tempest
Swerve City
Feiticeira
Digital Bath
You’ve Seen the Butcher
Rocket Skates
Sextape
Around the Fur
Headup
Rosemary
Hole in the Earth
Change (In the House of Flies)
Genesis

Minerva
Bored
7 Words

HIGH VIS

KNOCKED LOOSE

DEFTONES

Nota: le seguenti sono le uniche foto della band approvate dal management dei Deftones. 

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