PSYCROPTIC
I primi ad esibirsi di fronte ad un ULU (il più grande centro ricreativo degli studenti universitari londinesi) già piuttosto gremito sono stati i tasmaniani Psycroptic, che nel giro di mezz’ora hanno letteralmente lasciato a bocca aperta fan e addetti ai lavori. In molti erano rimasti favorevolmente impressionati dai lavori del quartetto, ma solo in pochi avevano potuto saggiarne la consistenza in sede live. Beh… ora che finalmente abbiamo avuto il piacere, non possiamo fare altro che complimentarci nuovamente con questa band, che dal vivo si è rivelata a dir poco fenomenale! I quattro ragazzi non hanno particolarmente brillato in quanto a presenza scenica, ma credeteci se affermiamo che durante la loro performance sembrava di ascoltare un CD! Il gruppo, grazie anche a dei suoni perfetti, ha riproposto i brani in maniera esattamente identica al disco, raggiungendo picchi di intensità inimmaginabili all’altezza di “Epoch Of The Gods” e “The Isle Of Disenchantment”. Ottima inoltre la prestazione di Jason Peppiatt dietro al microfono, forse anche più versatile che in studio. Inutile quindi dire che il loro è stato il miglior concerto della serata; con un altro paio di tour alle spalle, il ruolo da headliner sarà ampiamente alla portata degli Psycroptic.
VISCERAL BLEEDING
Ai più scafati Visceral Bleeding è quindi spettato il compito di scaldare definitivamente la folla in attesa degli headliner. Con nel curriculum numerosi tour di spalla a grossi nomi della scena death metal mondiale, la band svedese ormai è capacissima di tenere il palco per qualcosa in più della solita mezz’ora e di intrattenere il pubblico nel migliore dei modi. Il nuovo cantante Martin Pedersen non sarà il massimo sotto il profilo dell’estensione vocale, ma è un frontman davvero buono e questa sera non ha fatto altro che confermarlo, correndo senza sosta da una parte all’altra del palco e interagendo con i fan ogni volta che era possibile. Purtroppo dei suoni un po’ impastati hanno in parte penalizzato i primi brani della scaletta, ma col passare del tempo la situazione è migliorata e il gruppo svedese è riuscito a rendersi protagonista di una solida performance. Purtroppo il gruppo non ha proposto molti brani estratti dal nuovo full-length “Absorbing The Disarray” poichè quest’ultimo non è ancora stato pubblicato in ogni parte d’Europa, ma le vecchie “Spreader Of Disease”, “Remnants Of Deprivation” o “Indulge In Self Mutilation” hanno comunque fatto il loro dovere, scatenando mosh-pit di grosse proporzioni. In ogni caso, tra i nuovi episodi riversati sulla folla, segnaliamo la title track e “Disgust The Vile”, due pezzi che ci sono sembrati decisamente interessanti. Speriamo di poter avere presto fra le mani il CD vero e proprio!
DEICIDE
Nonostante fosse ormai noto a tutti che Glen Benton non si sarebbe esibito, Steve Asheim ha avuto il buon gusto di salire sul palco prima dell’inizio dello show per ribadire l’assenza del frontman, raccogliendo un lungo applauso dal decisamente numeroso e soprattutto comprensivo pubblico accorso questa sera. Quindi, Ralph Santolla, Jack Owen e Garbaty “Yaha” dei Dissenter sono saliti sul palco e senza alcun intro nè annuncio hanno dato fuoco alle polveri con “Once Upon The Cross”. La solita ottima esecuzione da parte dei due axemen e dei suoni piuttosto corposi hanno conferito alla song un certo tiro, ma purtroppo quest’ultima ha anche messo in mostra i limiti dell’improvvisato frontman, che è apparso abbastanza impacciato sia nelle movenze sul palco che, soprattutto, nell’interpretazione vocale. Sinceramente, chi scrive a questo punto temeva una sorta di rivolta con fischi e bottigliate, invece gli astanti hanno dimostrato di gradire quanto proposto dalla band e hanno cominciato ad incitare Garbaty, che a sua volta ha risposto visibilmente emozionato. Preso coraggio, il cantante/bassista polacco ha quindi iniziato ad esprimersi in maniera migliore, portando a termine le varie “Dead But Dreaming”, “They Are The Children Of The Underworld”, “Lunatic Of Gods Creation” e “When Satan Rules His World” più che decorosamente. Purtroppo, sui brani più recenti le indecisioni sono state parecchie, tuttavia si può affermare che Garbaty nel complesso non abbia fatto una brutta figura, soprattutto per quanto riguarda il vecchio repertorio. Del resto, chissà quante volte da adolescente avrà ascoltato i primi lavori dei Deicide! Colui che invece ha fatto letteralmente venire i brividi è stato Jack Owen, che in un paio di canzoni ha cercato di dar man forte a Garbaty sfoderando una sorta di screaming black metal a dir poco indecente! Forse, d’ora in avanti, farebbe meglio a lasciar perdere simili tentazioni! In ogni caso, il concerto si è concluso con una sorta di karaoke che ha visto i cantanti di Psycroptic, Visceral Bleeding e Tad Maul (death metal band del circuito underground londinese) interpretare rispettivamente “Bastard Of Christ”, “Serpents Of The Light” e “Sacrificial Suicide” tra gli applausi dei presenti. Quindi, Asheim ha voluto nuovamente ringraziare il pubblico per la calorosa accoglienza e ha promesso che i Deicide torneranno a breve con Benton dietro al microfono. Speriamo… ma – visti i precedenti – se ciò non avverrà la cosa non ci stupirà più di tanto!