PROSTITUTE DISFIGUREMENT
Declassati, per ragioni ignote, al ruolo di opener al posto dei Wykked Wytch, i Prostitute Disfigurement ce l’hanno comunque messa tutta per ben figurare e per farsi ricordare nel migliore dei modi dal pubblico presente. Il gruppo olandese ha calcato il palco con grande sicurezza e in circa mezz’ora ha offerto una prova veramente convincente, che ha lasciato sorprese non poche persone. Chi scrive, ad esempio, non si sarebbe mai aspettato che i brani della band rendessero così bene in sede live: il death metal dei nostri infatti – pur non essendo nulla di trascendentale – dal vivo ha assunto una carica e un groove letteralmente assassini! I pezzi sono stati suonati senza alcun tipo di sbavatura e hanno divertito proprio tutti, provocando mosh pit e headbanging a ripetizione. Si temeva un concerto noioso e/o poco interessante, invece quello in questione è stato esattamente l’opposto… complimenti.
WYKKED WYTCH
Ma come fanno i Wykked Wytch a suonare ovunque? Che cos’hanno di speciale? Chi compra i loro dischi? In tutta sincerità, non riusciamo a spiegarci come sia possibile che una band tanto mediocre sia costantemente in tour di spalla a gruppi notissimi. O la loro casa discografica è molto generosa, o loro sono tutti ricchi sfondati e non hanno problemi ad accaparrarsi i cosiddetti ‘support slot’ nei tour più prestigiosi. Boh… che dire, comunque, sulla loro performance? Niente di speciale, come al solito. Il pubblico era composto per lo più da death metaller e, come prevedibile, in pochi hanno gradito il black metal pseudo-sinfonico dei nostri. Nessuno li ha invitati ad andarsene o li ha insultati, ma è anche vero che solo alcune persone li hanno incitati. I Wykked Wytch hanno suonato bene, ma le loro composizioni – così sciatte e colme di idee rubate a Cradle Of Filth e compagnia – non hanno assolutamente fatto presa sugli astanti, facendo sì che dopo mezz’ora il gruppo se ne andasse senza ricevere più di qualche timido applauso.
VISCERAL BLEEDING
I Visceral Bleeding hanno purtroppo goduto dei suoni peggiori della serata, ma il loro show è comunque stato notevolmente apprezzato dalla folla, che li ha applauditi ed incitati quasi alla pari degli headliner Deicide. Guidata da un nuovo e capace frontman, la band svedese ha proposto una scaletta incentrata equamente sui due full length pubblicati sino ad ora, “Transcend Into Ferocity” e “Remnants Of Deprivation” (quest’ultimo ristampato di recente dalla Neurotic Records) e ha scatenato più volte un pogo davvero intenso e violento. Ottima tecnica, buona presenza scenica, un lotto di brani che ben si prestano ad essere eseguiti dal vivo… i Visceral Bleeding hanno messo in mostra tutte le loro doti nei quaranta minuti loro concessi e si sono ancora una volta fatti segnalare come una formazione preparata e degna di attenzione. Peccato per i suoni, ma ci si è comunque divertiti!
DEICIDE
Praticamente tutti i presenti temevano che lo show dei Deicide si tramutasse in una buffonata sulla scia di quanto accaduto pochi giorni prima in Danimarca, invece Glen Benton e compagni hanno stupito tutti, presentandosi sul palco (più o meno) sobri e suonando in maniera ordinata e precisa per circa un’oretta. Benton ha anche interagito con il pubblico discretamente e non ha quasi mai dato l’impressione di essere svogliato! La nuova coppia d’asce Santolla/Owen inoltre non ha fatto rimpiangere i fratelli Hoffman e Steve Asheim ha fatto il suo dovere, pestando con violenza e precisione per tutta la durata del concerto. La recente “Scars Of The Crucifix” ha dato il via alla carneficina, ma per vedere la folla realmente esaltata si è dovuto attendere l’esecuzione di perle come “Lunatic Of God’s Creation”, “Children Of The Underworld”, “Sacrificial Suicide” o “Dead But Dreaming”, tutte canzoni accolte da boati quasi assordanti. E’ stato bello vedere i Deicide suonare così bene… ci si aspettava poco o nulla da loro, invece hanno offerto uno show non certo epocale ma comunque riuscitissimo, che ha giustamente trascurato il repertorio degli ultimi anni per privilegiare il materiale degli esordi (peccato però che da “Legion” suonino sempre solo un brano!). Alla fine il gruppo è persino tornato sul palco per suonare un altro paio di pezzi e, una volta congedatosi ufficialmente, si è anche intrattenuto per qualche minuto con i fan per fare foto e firmare autografi! Chi l’avrebbe mai detto? E’ proprio vero: riuscire a capire che cosa passi per la testa di Mr. Benton oggi corrisponde a compiere un’impresa!