A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi
Era davvero troppo tempo che Metalitalia.com non vi presentava un report dei Destrage: i ragazzi ci rendono sempre estremamente orgogliosi: da milanesi, da italiani, da metallari. Quale migliore occasione della data di presentazione di “A Means To No End”, ultimo discaccio che sta maltrattando recentemente i nostri stereo? Location familiare, weekend già iniziato, supporter interessanti e prezzo popolare: le premesse per una bella serata ci sono…
ATLANTIC TIDES
Nati nel 2010, dopo un paio di EP, gli Atlantic Tides arrivano all’album di esordio (“Atlantic Tides”, Scarlet Records) in questo fine 2016, freschi freschi per aprire il battesimo dell’ultimo Destrage. Sicuramente la proposta più lineare ed easy listening della serata, i milanesi ci ricordano gli Incubus in primo luogo, ma anche Thrice e Don Broco in altri frangenti. Il quartetto rende giustizia al proprio rock alternativo con una prova fresca e ordinata, nonostante il pubblico sia interessato solo in parte. Chi ama i gruppi citati assieme a Deaf Havana, You Me At Six e compagnia da Alternative Press dovrebbe dargli un ascolto.
VODUN
Da quel che esce dal tendone quando torniamo dal bar possiamo riconoscere solo una voce. Femminile, nera e potente. Ci troviamo poi davanti un trio. Svestiti, come indigeni. Volti pitturati. Al mic una big mama di colore, corpulenta e con una vocalità travolgente. Alla batteria una piccola ragazza indemoniata e alla chitarra uno stregone capelluto. Siamo di fronte a un pazzesco mix di stoner, afro, soul e psichedelia che su ritmiche da rituale lascia a bocca aperta davvero tutti, riempiendo il tendone in men che non si dica e regalando una prova tirata, folle, magica, primordiale. Effettuando qualche breve ricerca scopriamo che hanno già diviso il palco con Orange Gobiln, Turbonegro, Candlemass, prendendo parte a prestigiosi festival come Bloodstock. E’ la prima volta che arrivano in Italia e, pur non avendo troppi riferimenti nel bagaglio culturale, ci sentiamo di poterli consigliare davvero a tutti. Che diavoli!
DESTRAGE
Il tendone del Magnolia è colmo sino alla fine, tanto da rendere la visuale difficoltosa. Bello vedere tanto amore per i Destrage, una formazione che abbiamo avuto la fortuna di veder crescere ed affermarsi nell’arco di quasi dieci anni. Per qualche motivo chi scrive non è riuscito a vederli dal vivo per davvero troppo tempo, saltando in pieno, colpevolmente, il ciclo a supporto di “AYKM?N”. Conoscendo la band, non possiamo che confermare quanto affermato in sede di recensione: “A Means To No End”, proposto ampiamente in questa serata di presentazione davanti al pubblico ‘di casa’, è un disco meno pirotecnico e più diretto del predecessore, di un’accessibilità intricata, che ha il pregio di esaltare l’innata capacità del gruppo di far sembrare semplici le cose che non lo sono. Accanto ai brani storici che hanno conquistato la setlist le nuove composizioni trovano forse minori consensi – è sicuramente solo questione di tempo – ma non sfigurano affatto. Fin qui in ogni caso son considerazioni già assodate durante l’ascolto del disco, che per alcuni potrebbe facilmente essere il migliore della loro discografia. A stupirci invero è il livello di maturità che il gruppo è riuscito a raggiungere nella dimensione live: sarà l’aria elettrica di questa serata celebrativa, sarà l’affetto del pubblico milanese, sarà che è venerdì sera, sarà l’atmosfera raccolta ed amichevole del Magnolia, saranno i suoni impeccabili… come non mai questa sera i Destrage sono stimolanti, divertenti, virtuosi, potenti e trascinanti. Il loro suono trasversale, unito alle capacità di intrattenimento a livello strumentale ed umano, all’etica lavorativa e all’umiltà che possiedono, potrebbe farli decollare definitivamente da un momento all’altro: non ci resta che augurar loro la classica ‘botta di culo’ che possa riempir loro le tasche. Se così non fosse restiamo ugualmente contenti e infinitamente orgogliosi, oltre che grati per averci offerto questa festa memorabile. Che concerto, che band!