A cura di Yari Lanci
Grandissima serata, quella del 18 giugno a Caserta! Finalmente, dopo anni di isolamento, anche il Sud sta iniziando ad assaporare manifestazioni metal come si deve, e per questo dobbiamo ringraziare Delirio Concerti e il portale John Efrem, che nell’ultimo anno hanno dato vita a eventi molto ben organizzati tra Napoli e Caserta (come le serata dei Marshall o dei Cadaveria). Ma veniamo al resoconto della serata:
EYECONOCLAST
Fato ha voluto che, nella stessa sera in cui questo concerto ha avuto luogo, la Nazionale di Calcio italiana abbia dovuto affrontare la rappresentativa svedese per la qualificazione ai quarti di finale dell’Europeo 2004 (sappiamo tutti come è andata a finire… nda), ed è stata cosa bellissima assistere alla partita con Blomqvist ed Estby che in prima linea gioivano e/o imprecavano mentre i fan, tra una rimessa laterale ed un fallo, chiedevano loro autografi e foto! Nel pomeriggio, all’Oddly Shed, non era andato tutto liscio durante il soundcheck dei tre gruppi: il batterista dei Dismember non aveva voluto montare la sua batteria dietro i pannelli isolanti, costringendo il povero fonico (tale Peppe Rossetti, uno dei migliori fonici al Sud, capace di rendere chiaro e nitido un concerto death, pur non avendo avuto quasi mai esperienze con gruppi metal!) a rifare i suoni e ribilanciare i volumi nei monitor; questo ha creato difficoltà al soundcheck dei tre gruppi spalla che, assolutamente da encomiare, hanno continuato a cercare soluzioni con il fonico senza perdersi d’animo e senza quasi mai perdere l’entusiasmo per la serata… Questo è spirito di collaborazione: da ammirare!
Dopo il primo tempo della partita, tocca agli EYECONOCLAST l’arduo compito di aprire le danze; una cosa che mi ha sorpreso è stato l’atteggiamento del 90% dei ragazzi che già erano al locale dall’inizio della partita: appena i cinque romani hanno iniziato a suonare, hanno abbandonato all’istante l’esterno del locale dove era allestito il megaschermo con Italia-Svezia per correre a sentire l’inizio del concerto; per fortuna il metal ha avuto più peso di una partita di calcio! I cinque giovani capitolini partono allora in quarta proponendo i pezzi del loro ultimo demo “Binary Encoded Sunset”: devo dire che, pur non avendo avuto prima del 18 possibilità di ascoltare i loro pezzi, dal vivo spaccano di brutto e hanno divertito tantissimo tutte le persone che hanno lasciato la visione della partita per un po’ di sano pogo come si deve! Un ottimo death convolgente e molto vario; pur essendo giovanissimi, gli EYECONOCLAST hanno dimostrato di sentirsi a loro agio su un palco, con una potenza scenica impressionante! Divertenti, potentissimi, e assolutamente da rivedere! Li aspettiamo con ansia su disco.
ILLOGICIST
Quando gli aostani ILLOGICIST cominciano a suonare, mancano ancora 15 minuti alla fine della partita, ma ormai sono rimaste non molte persone a guardarla, specialmente dopo il pareggio della Svezia. Gli ILLOGICIST non ci mettono molto a conquistare i favori del pubblico, offrendo uno spettacolo di alto livello; gli aostani propongono un death molto vario e articolato, debitore del filone Death/Cynic/Atheist della prima metà degli anni ’90. Peccato per il poco tempo a disposizione, perché questi ragazzi meritano davvero. Nel finale la cover dei Death “Zombie Ritual” ha fatto un massacro sotto il palco.
ENEMYNSIDE
Da anni presentissimi nell’underground italiano, irrompono sul palco gli ENEMYNSIDE. Dopo il death d’assalto degli EYECONOCLAST, e quello molto articolato degli ILLOGICIST, è il thrash ottantiano a farla da padrone. Riff taglienti come asce, ritmiche veloci e precise, una voce aggressiva e potente sono le caratteristiche dominanti degli ENEMYNSIDE, che con il loro buon debutto “Let the madness begin…” stanno conquistando sempre più fan all’interno della scena italiana, e lo si nota dal numero di persone che canta le strofe e i ritornelli dei loro pezzi. Senza nulla togliere ai precedenti due gruppi assolutamente bravissimi, gli ENEMYNSIDE hanno però dalla loro moltissima esperienza live, che è conferisce loro una marcia in più rispetto alle precedenti due band… I pezzi dal vivo risultano molto più “freschi” e potenti che in studio, e l’attitudine live della band, la capacità di parlare e interagire col pubblico, non fanno che influire positivamente sul loro show, che comunque è durato troppo poco per quanto ci si stava divertendo!
DISMEMBER
Dopo i romani ENEMYNSIDE, sul palco dell’Oddly Shed in quel di Caserta (che si spera diventi la nuova meta dei gruppi metal nei loro tour) si chiudono le tende, permettendo la preparazione dei cinque svedesi, delle leggende viventi in grado di andare avanti fregandosene delle regole del music business e portando avanti un discorso di “anti-commercialità” musicale assolutamente da applaudire: i DISMEMBER. Non avendoli mai visti dal vivo mi chiedevo come avrebbero fatto i cinque svedesi a rendere in sede live quel particolare suono crunch delle chitarre che da sempre li contraddistingue su disco, e devo dire di essere rimasto particolarmente sconvolto ed esaltato nel sentire quel meraviglioso pezzo che risponde al nome di “When Ironcrosses Grow”, title-track del loro ultimo lavoro in studio, eseguito con dei suoni eccezionali! Le chitarre erano come seghe elettriche impazzite, un groove spaventoso che ha lasciato sconvolto un intero pubblico del locale casertano: sulla opener dello show dei Dismember è partito un pogo spaventoso, lasciando morti e feriti sulla pista di legno del locale. I cinque svedesi presentano in line-up, al posto del defezionario Richard Cabeza, l’altissimo e biondissimo chitarrista dei Necrophobic Johan Bergebark, molto a suo agio in ruolo di bassista, scenicamente il più potente dei cinque (alza il basso al cielo come un indemoniato, infiammando la folla). Dopo il primo pezzo si può supporre che tutta l’energia sia stata esaurita, sia da parte del pubblico che da quella della band, tanto è furioso l’inizio… ed invece ecco i nostri tornare all’assalto con due pezzi che hanno fatto la storia (per motivi diversi) del death svedese: “Casket Garden” e “Soon To Be Dead”; su questi due pezzi il nuovo chitarrista Martin Persson dà sfoggio di tutta la sua personalità e capacità tecniche. Una curiosità su Persson: durante il concerto dei Dismember, ho scattato tre rullini interi da 36 pose, e in tutte le foto scattate il giovane Martin ha sempre stampato sul volto un sorriso a 180°… è impressionante quanto si diverta durante lo show! Lo spettacolo procede veloce e non si ha tempo di respirare, e dopo brani del nuovo bellissimo album, “Tradegy Of The Faithful”, Forged With Hate” e alcuni cavalli di battaglia del loro passato, si arriva al pezzo che veramente fa venir giù l’Oddly Shed, e cioè “Of Fire”, tratto da quel “Death Metal” tanto sottovalutato da molti.
Sulle note della richiestissima “Dreaming in Red”, in un’esecuzione quasi commovente, i nostri lasciano il palco… ma acclamatissimi dal pubblico tornano ad eseguire gli ultimi due brani di una serata tra le più belle ed entusiasmanti degli ultimi tempi. “Override the Overture” è una mazzata sonora che non dà scampo a nessuno, durante la quale il pubblico si scatena senza più alcun freno. Il finale è affidato alla pesantissima “Hate Campaign”, che i Dismember eseguono con un trasporto eccezionale, degna conclusione di un concerto eccezionale con gruppi che hanno DAVVERO qualcosa da dire (complimenti a chi ha scelto i tre gruppi di supporto italiani). I Dismember sono ancora qui dopo anni a dismostrare a tanti altri cosa voglia dire suonare “swedish death”.
Una serata che verrà sicuramente ricordata a lungo; un ringraziamento a Dino Vicedomini (boss di DelirioConcerti) e Stefano Rizza (staff organizzatore), gentilissimi e disponibili. Un ringraziamento personale va infine a Roberto Alfieri, per avermi passato la tracklist del concerto dei Dismember (che era in unica copia!) e avermi aiutato a non morire sotto le transenne durante “Override The Overture”.