11/12/2021 - DOOM HEART FESTIVAL 3.5 @ Slaughter Club - Paderno Dugnano (MI)

Pubblicato il 19/12/2021 da

Come moltissimi altri festival a livello italiano ed europeo, purtroppo anche il Doom Heart ha dovuto subire diversi rinvii, tanto che la quarta edizione è stata fissata per maggio 2022. Ma gli organizzatori, nel frattempo, non sono rimasti con le mani in mano e, con la collaborazione dei componenti della band bresciana degli (EchO), hanno messo in piedi una serata di tutto rispetto, incentrata totalmente sulla scena italiana.
Come da tradizione che si tramanda dall’ormai lontano 2017, si è esplorato il doom in diverse sfumature, con una manciata di band differenti per attitudine e per sonorità, e tutto è andato per il verso giusto; peccato solo che non ci sia stata l’affluenza di pubblico che un evento del genere avrebbe meritato.

Sono le 18,40 e, in perfetto orario, sul palco dello Slaughter si presentano gli ABYSSIAN: il quintetto milanese, fresco della pubblicazione dell’album “Godly” di qualche mese fa, sembra essere in buona forma. Il loro gothic/doom, con qualche sortita in territori più estremi, è sicuramente canonico ma anche godibile, grazie a buoni pezzi ed una discreta presenza scenica, con il cantante che sfoggia mantello e cilindro neri e face painting. Nei circa quaranta minuti a loro disposizione, i lombardi mettono in mostra un sound lento e tenebroso, con testi originali  che narrano di antiche civiltà, non annoiando i presenti, purtroppo pochissimi al momento della loro esibizione. Una resa sonora non perfetta va ad intaccare soprattutto la prestazione della voce, ma tutto sommato la proposta dei cinque risulta convincente.
Il secondo gruppo in scaletta sono i romani VEIL OF CONSPIRACY, nuova band di Alessandro Sforza, che presenta il secondo album “Echoes Of Winter”. In questo caso, il doom va a braccetto con il death e anche con una marcata componente prog metal, in modo particolare per quanto riguarda la struttura dei pezzi. I numi tutelari della band sembrano essere i primi Katatonia, ma reinterpretati con personalità e con idee interessanti: i brani vivono, infatti, su una continua alternanza fra atmosfere gelide e momenti sognanti, con la voce di Alex che si divide tra un growl aggressivo ed un pulito melodico, spesso affiancato dal cantato della chitarrista Emanuela. Suoni decisamente migliori rispetto a quelli della prima band permettono di apprezzare i numerosi dettagli di un suono complesso e sfaccettato, che però rende bene pure dal vivo. Anche in questo caso possiamo parlare di una performance decisamente positiva.
In una serata in cui il colore dominante è il nero, fanno uno strano effetto i colori delle camicie sgargianti e delle ghirlande di fiori dei CAMBRIAN: lo scopo dei genovesi, infatti, è quello di combinare i tempi lenti e dilatati degli Sleep o degli Earth con ambientazioni hawaiane, dando luogo ad un doom strumentale che alterna legnate ad intermezzi quasi ambient. Per mettere in pratica quest’idea, all’apparenza balzana, i liguri affiancano due chitarre che sfornano riff pesanti ed ipnotici ad una lapsteel che produce sonorità aperte e rilassate, ed i risultati sono ottimi; in particolare, curiosa è stata la reazione del pubblico, spiazzato inizialmente dal look della band quando si è presentata sul palco, ma in seguito sempre più entusiasta con lo svolgersi del concerto. Peccato che questo progetto, nato dalla mente di Boggio Nattero dei Carcharodon, sia stato frenato dai frequenti cambi di line-up, perché in sede live il quartetto ha un tiro notevole e soluzioni spesso fuori dagli schemi.
Rapido cambio di set ed è la volta del secondo gruppo capitolino di questa serata: gli INVERNOIR, band della scena romana e altro gruppo del già menzionato Alessandro Sforza, qui anche chitarrista. Pure in questo caso possiamo parlare di una musica che nasce dal dolore, ma siamo su territori ancora più oscuri, un doom/gothic metal in cui le partiture melodiche sono meno numerose rispetto alle sfuriate death, in un vortice emozionale molto forte. I brani, quasi tutti estratti del loro unico album “The Void and the Unbearable Loss” del 2020 (al loro attivo anche l’EP “Mourn” del 2018), sono sempre ben eseguiti da una formazione che sembra rodata e in cui ciascuno dei musicisti può mostrare le proprie qualità individuali. Di certo l’obiettivo principale non è quello di risultare originali, e le influenze di primi Anathema, Katatonia, My Dying Bride e Novembre sono più che evidenti, ma chi ha a cuore questo filone musicale avrà sicuramente apprezzato la prestazione.
Con pochi minuti di ritardo, ha inizio quello che senza ombra di dubbio è l’evento clou dell’intero festival: gli SHORES OF NULL che presentano, dopo un anno di rinvii, il loro terzo album “Beyond The Shores (On Death And Dying)”, pubblicato nel 2020 senza mai aver avuto un vero e proprio release party a causa della pandemia. Come tutti gli appassionati ben sapranno, si tratta di un lavoro molto ambizioso, una suite di trentotto minuti in cui il doom si fonde in maniera indistinta con il death ed il black, dando luogo ad una narrazione malinconica e disperata che ruota attorno alla descrizione delle cinque fasi del lutto. Il brano è riproposto per intero nella sua versione originale e, dal vivo, si può apprezzare ancor di più il contributo di ogni singolo componente: le trame chitarristiche elaborate, la sezione ritmica potente e precisa e, soprattutto, l’impressionante lavoro alla voce di Davide Straccione, che si divide tra pulito, growl e scream in maniera quasi schizofrenica. Ne scaturisce una prestazione di un’intensità incredibile, un climax di rassegnazione e morte in cui musica e testi vengono supportati dallo splendido video realizzato da Sanda Movies. Peccato che, a causa della mancanza di tempo, il gruppo abruzzese-romano non abbia potuto suonare un altro paio di pezzi che erano in programma.
Non era di certo facile organizzare un festival in questi giorni, ma l’edizione 3.5 del Doom Heart non ha affatto deluso e, in attesa di tempi migliori, vedere cinque band di questa levatura può essere considerato un privilegio.

 

 

 

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