Report a cura di Davide Romagnoli
Una serata post-black metal di impatto assoluto, con questa discesa dei tedeschi Downfall Of Gaia e dei Der Weg Einer Freiheit, entrambi reduci da ottimi lavori come -rispettivamente- “Aeon Unveils The Thrones Of Decay” e “Stellar”. Due ore complessive di contaminazioni crust, post-hardcore, melodie latenti e tanta musica estrema di cuore pulsante black metal, seppur imbellettato di contemporaneità. Mondi in dissoluzioni, derive decadenti, rumorose, marcescenti, doppia cassa, urla e strida da far piangere l’anima, uno sparuto manipolo di fedeli dell’underground a testimoniare.
DER WEG EINER FREIHEIT
L’inneggiamento al buio ha inizio fin da subito con una situazione luci-ed-ombre di atmosfera perfetta per la serata, nonostante (o forse proprio grazie a) la poca manciata di persone presenti. La giovanissima band bavarese non ha paura a presentarsi come nuova realtà di sicuro valore nel panorama della giovane musica estrema europea, in particolare nel filone post-black metal contemporaneo, contaminato, intriso di momenti crust, venature post-rock che sembrano così vicine e lontane, che han fatto la fortuna di band come Deafheaven, non purista probabilmente -per qualcuno- ma altrettanto vero, onesto e ben suonato. Contaminazioni moderne e pattern tutto sommato standard e non particolarmente originali per il genere collimano quindi, nella musica dei ragazzi di Würzburg, in una forma di grande trasporto, non particolarmente personale ma assolutamente efficace e affabile, tanto Gorgoroth quanto Blut Aus Nort, tanto black metal quanto fratelli della tradizione del black metal d’atmosfera dei primi Les Discrets e i nuovi Altar Of Plagues. Il chitarrista (e ora) cantante Nikita Kamprad riesce a mantenere viva l’attenzione da orchestratore che, nonostante la giovane età, presenta già una professionalità encomiabile per l’intera durata dello show. Un gruppo, inevitabilmente, da promuovere.
DOWNFALL OF GAIA
Pochi scogli, spogli, monolitici e aguzzi svettano sul placido mare dipinto nella cover dell’ultimo “Aeons Unveil The Thrones Of Decay” dei paladini della Madre Terra del post-metal introspettivo ed apocalittico tedesco. Veementi trasudate di post-hardcore misto a black metal, sempre considerando The Secret e Altar Of Plagues come ultimi toccasana per l’ispirazione, rendono l’atmosfera carica di grande risultato musicale. Qualche elemento del passato più crustcore e sludge riemerge tra le sfuriate più brutali e potenti del nuovo materiale della formazione di Dominik Goncalves dos Reis , ma ormai, avendo maturato un’esperienza live quasi decennale, il suo sound sembra essere deciso e personale, cupo e secco, convinto e convincente. Qualche apertura melodica di stampo post-rock, seppure non immediatamente percepibile, sembra far ritornare alla mente qualcosa dei giapponesi Mono o dei Godspeed You! Black Emperor, e tutto questo rende ampiamente malleabile la proposta dei Downfall Of Gaia; ma le pelli di Michael Kadnar sembrano sortire un effetto distruttivo, implacabile ed erosivo come lo scorrere del tempo che assilla le pagine dei booklet della discografia dei Downfall Of Gaia. Paladini della Madre Terra in decadenza, vegani di palato, post-metaller di cuore, underground di anima, la formazione di Amburgo/Berlino/New York ha ancora una volta sferzato musica solennemente profonda e immancabilmente ruvida. Impossibile, per la setta di presenti, non fruire della passione e del cuore marcescente di questa sfuriata di cupezza e misticismo rovinoso.