A cura di Marco Gallarati
Serata all’insegna delle sonorità groovy, moderne e meno moderne, quella trascorsa al Transilvania Live di Milano il 4 marzo appena passato. Di scena sul palco del noto locale meneghino tre formazioni che, in modo diverso, hanno saputo riscaldare i pochi presenti (almeno ad inizio concerto), giunti a dare il loro appassionato apporto ai gruppi suonanti. I Downset, uno dei combo che per primi hanno saputo miscelare alla grande metal, hardcore e rap, erano gli headliner, supportati dai ferocissimi Maroon, tedesconi tutti d’un pezzo, e dagli sconosciuti Demean, side-project di Ares e Rico Villasenor, rispettivamente chitarra e basso dei Downset. E proprio a pochi minuti dall’inizio della setlist dei Demean siamo giunti al locale, accolti da una gelida atmosfera di vuoto e da una ventina di spettatori presenti: esibizione fra intimi, quindi, per la neo-band losangelina, comunque fautrice di una prova convinta, umile e professionale, mettente in mostra un aggressivo thrash metal moderno, piuttosto fantasioso e con leggere venature del solito, onnipresente metal-core. La band ha riscosso il giusto successo e si è meritata tutti gli applausi ad essa tributati (anche, e soprattutto, per l’aver suonato in condizioni davvero poco favorevoli, tanto l’audience era miserrima). Un veloce cambio di palco, un sufficiente aumento di spettatori e tocca agli attesi Maroon…
MAROON
Fra le migliori leve del death-core europeo, i Maroon, da qualche mese accasatisi alla Century Media, hanno confermato anche in sede live quanto di buono si dice nei loro confronti: una performance violenta e scatenata, imperniata sul roccioso riffing dei due chitarristi, sul drumming possente di Nick Wachsmuth e sulle movenze senza sosta del singer Andre Moraweck, il quale, oltre ad interpretare molto bene le proprie song, ha rivelato una particolare predilezione per giochi acrobatici con la propria saliva, dei quali però faremmo volentieri a meno, visto il ribrezzo (del sottoscritto) e le ilari risate (degli altri) causati. Buono il gradimento suscitato in sala dai Maroon, con qualche accenno di violent-dance mediamente riuscito a farsi strada, grazie alle esecuzioni terremotanti di “The Worlds Havoc”, “Endorsed By Hate”, “Watch It All Come Down” e “At The Gates Of Demise”. Il loro è stato lo show più violento della serata, ottima preparazione al groove-core vecchio stampo degli headliner…
DOWNSET
Tornano in Italia gli ormai storici Downset, fra i prime-mover della scena rap-metal, dopo il devastante show di due anni e mezzo fa al Nautilus di Cardano al Campo. L’esibizione della band ispano-americana è stata molto apprezzata, anche se, rispetto alla data precedente, il coinvolgimento degli astanti è stato decisamente minore, soprattutto in termini di pogo e partecipazione fisica. Non sono mancati ovviamente incitamenti al simpatico e carismatico frontman Rey Oropeza, il quale, come suo solito, ha presentato quasi ogni pezzo spiegando il suo significato, spesso volto a propagandare sentimenti di unione e amicizia, altre volte trattante argomenti delicati come la violenza sulle donne o la diffusione dell’odiato gangsta-rap. Tutti i quattro album sono stati bellamente saccheggiati durante il concerto, lasciando il compito di apertura setlist alla magnifica “Empower”, mentre l’altrettanto esaltante “Anger!”, richiesta a gran voce da qualche burlone del pubblico fin dall’inizio del concerto e dopo ogni termine di canzone, costringendo Rey a farsi quattro risate e ad imprecare con vari “oh, mierda”, ha posto fine alle ostilità, in un tripudio di cori e balzi. In mezzo ai due picchi dello show, una carrellata di veri e propri classici del rap-core, quali “Sangre De Mis Manos”, “Ritual”, “Together”, “En El Aire”, “Pocket Full Of Fatcaps”, “Eyes Shut Tight”, “Coming Back”, “Holding Hands” e molti altri. Dal nuovo album (peraltro deludente), “Universal”, sono arrivate le massicce “All Crews”, “Forever” e “Stay In The Game”, le quali dal vivo guadagnano sicuramente punti rispetto alla versione studio. Un concerto non riuscito alla perfezione, in verità, ma che ai fan di lunga data, come il sottoscritto, sarà piaciuto moltissimo!