Foto e report a cura di Davide Romagnoli
Veterani dell’hardcore mischiato al punk, al metal e al rap. Storie di downtown LA. Questo sotto è il breve sunto di una delle date più significative di questo ritorno. Dieci anni dall’ultimo “Universal”. Venti dal primo “Downset”. Rey Oropeza, Ares, James Morris e Chris Hamilton. Di nuovo insieme. Sul Sunset Strip. Direttamente dal cemento rovente dei sobborghi di LA.
Sotto palco si respira l’atmosfera di quartiere malfamato, chicani da galera con la maglia Raiders o Lakers che si infrangono muscoli contro muscoli in un moshpit da cortile di penitenziario, mentre Rey Oropeza inneggia al patriottismo verso la città che ha dato loro i natali. Centellinate, le date per il ritorno live dei Downset. Limitate all’East e alla West Coast. Grande attesa e grandi aspettative, il tutto nella grande intimità di una delle location storiche del Sunset Strip. “Anger” si staglia come inno all’hardcore losangelino per eccellenza, ma si integra perfettamente con i brani del nuovo album “One Blood”, mischiati in un’oretta di hardcore perfetto. Old school ormai. Anche per un album del 2014. Come dovrebbe essere in casi come questo. Testimonianza assoluta è la titletrack del nuovo lavoro, presentata come se fosse un brano culto del repertorio. Riff, groove e storie di downtown dura si mischiano in questa miscela potente di musica e pubblico, miscela che crea un’atmosfera da videoclip perfetto. Le GoPro posizionate intorno al palco fanno presagire che la testimonianza video è avvenuta e ne si potrà godere nei mesi a venire. Testimonianza che rende onore all’hardcore di Oropeza e soci. “Straight from the LA concrete”. Assolutamente da celebrare, il loro ritorno, con un sixpack preso dal Seven Eleven e un paio di burrito da qualche chiosco di Compton.