Report a cura di Igor Belotti
Il cammino degli Electric Wizard, nome di punta del panorama stoner/doom mondiale, prosegue dritto per la sua strada, iniziata con l’esordio a metà degli anni novanta. Nonostante il terremoto che sconvolse la band dopo ‘Let Us Prey’ del 2002, con due terzi della line-up che abbandonò la band, il leader Jus Oborne ha allargato la formazione a quattro e ha proseguito imperterrito con la sua visione musicale, sempre caratterizzata dalla pesantezza micidiale e dalla lentezza ossessiva dei suoni, una devozione per la cannabis e un immaginario occultista preso in prestito dai b-movie horror degli anni ’70. Proprio sul’aspetto esoterico la band inglese sembra aver voluto concentrare l’immaginario lirico e visuale. La penultima fatica del gruppo ‘Witchcult Today’, pubblicata nel 2007, era stata accolta in modo particolarmente positivo dalla critica, anche qui in Italia; il disco ottenne infatti ottime recensioni anche fuori dagli ambienti prettamente metal. Ora è da poco stato pubblicato il nuovo ‘Black Mass’, che conferma l’ottimo stato di salute della band del Dorset. Il gruppo di questi tempi sembra essere a pieno regime anche sul versante live, con un nuovo tour europeo a distanza di solo un anno e mezzo dal precedente, questa volta con ben tre date italiane.
ELECTRIC WIZARD
L’ingresso allo Spazio 211 non inizia certo nel migliore dei modi. Vengono fatte entrare solo poche persone per volta, creando una coda ragionevolmente spazientita che attende sotto la pioggia, costretta ad aspettare fradicia per più di mezz’ora sotto l’acqua e con i piedi nel fango. Una volta entrati nel locale, il gruppo di supporto, i FUH, ha quindi già finito di suonare ed è il momento del cambio palco. L’affluenza di questa data torinese degli Electric Wizard è notevole e non può che aver fatto felici gli organizzatori. Un po’ meno il pubblico, costretto a guardare il concerto in un locale affollatissimo, la cui disposizione non permette certo la massima visuale e godibilità in casi di tale affluenza. Il palco difatti è basso, e le casse dell’impianto e le colonne del locale riducono la visibilità per tutti coloro che non hanno trovato posto nelle prime stipatissime file. Arriva presto il momento dell’ingresso della band, con il leader del gruppo Jus Oborne al centro del palco, e senza troppi convenevoli il concerto ha inizio con ‘The Chosen Few’, tratta dal penultimo ‘Witchcult Today’. Questo disco e il nuovissimo ‘Black Mass’ costituiranno l’asse portante della scaletta del concerto con solo due estratti dalla precedente discografia. L’attuale formazione, che comprende Shaun Rutter alla batteria, il bassista dal volto tatuato Tas Danazoglou e dalla bella Liz Buckingham alla chitarra (moglie di Jus), è la stessa dell’ultima calata italica del gruppo di un anno e mezzo fa e appare rodata e ben coordinata attorno al suo leader, cerimoniere del rituale sonico celebrato dalla musica degli Electric Wizard. Il concerto prosegue con l’incedere lento e ipnotico di ‘Scoprio Curse’, seguita da ‘The Nightchild’, entrambe estratte da quel ‘Black Masses’ che la band è impegnata a promuovere in questo tour. Arriva poi il momento di ‘Return Trip’ da ‘Come My Fanatics’ del 1997, l’incursione più lontana nel tempo nella discografia del gruppo. A differenza della data di Padova del 2009, questa volta manca lo schermo con le proiezioni di estratti di b-movie horror anni ’70, perfetto compendio visuale dell’immaginario maligno della band. L’orgia di suoni lenti e oppressivi e tematiche dell’occulto prosegue fino a ‘Dopethrone’, dall’omonimo album del 2000, con cui si chiude il rituale esoterico dello show degli Electric Wizard. In questa seconda visita italiana a breve distanza, la band di Jus Oborne si conferma un live-act avvincente, nonostante la proposta musicale del gruppo, così incentrata sulla pesantezza dei suoni e sull’ossessiva ripetitività, possa far temere il contrario.
Setlist:
The Chosen Few
Scorpio Curse
The Nightchild
Return Trip
Satanic Rites of Dragula
Black Mass
Witchcult Today
Dopethrone