Report a cura di Giuseppe Caterino
Fotografie di Michele Aldeghi
L’ultimo lavoro di casa Electric Wizard aveva lasciato l’amaro in bocca a più di qualcuno, con quel suo incedere claudicante e sin troppo smarrito sul ciglio di un percorso che aveva avuto tutt’altro spirito sino quel momento. Non sappiamo ancora che veste indosserà il successore di “Wizard Bloody Wizard”, ma di certo il ritorno in Italia dello Stregone Elettrico è un’occasione ghiottissima per saggiare le condizioni di uno dei carrozzoni più perversi che da anni imperversano sulle vie del nostro genere preferito. E, almeno in versione live, la depravazione che sembrava ormai diluita su disco torna a farla da padrone nella consueta orgia di allucinogeni, riti occulti, sangue e donne nude, relegando la prova più recente ad un solo brano a metà scaletta. Ad accompagnare gli inglesi troviamo uno dei gruppi italiani più noti a livello internazionale, gli Ufomammut, band che non ha bisogno di presentazioni e che ha avuto modo di suonare di fronte ad un pubblico entusiasta e che non ha avuto nulla da invidiare all’audience degli headliner. Ad aprire, gli Humulus, stoner band ‘di casa’ che quando arriviamo, purtroppo, ha già terminato il suo set. Mettiamo infatti piede all’interno del Live Club di Trezzo proprio quando gli Ufomammut stanno iniziando a partorire le prime note. Ecco cosa è successo.
UFOMAMMUT
E’ passato un anno o poco più dall’uscita di “8”, ultima prova su disco dei piemontesi, ma l’attività live della band non sembra essersi arrestata. Il senso di coesione che i tre hanno sul palco lascia di stucco e l’onda sonora che travolge il pubblico del Live Club è notevole; pubblico che a sua volta tributa con forte entusiasmo, generando così le condizioni da ‘live perfetto’ in un mood condiviso tra palco e sottopalco. Il rito sonoro a base di sludge-stoner psichedelico si svolge lungo tre quarti d’ora circa, nei quali la musica degli Ufomammut crea un serpente sonoro che avviluppa i presenti in un andirivieni allucinatorio amplificato dalle immagini proiettate nel retro palco: una celebrazione psichica e sonora che ipnotizza e rende partecipi di quello che sembra essere un incantesimo di massa. Il trio suona con precisione e costanza, forte anche di una potenza sonora d’impatto e che riesce a esaltare la batteria così settantiana di Vita e i bassi prorompenti ad opera di Urlo, che a loro volta fanno di tutto per entrare nello stomaco, così come le chitarre graffiano la corteccia cerebrale in un’amplificazione che ben attecchisce e che, anzi, riesce, cosa non sempre scontata, ad entrare in sintonia con la serata nel suo insieme. Un viaggio all’insù dove i Nostri, alla fine, sembrano sinceramente appagati tanto quanto la totalità dei presenti che batte le mani e incita la band alla fine del suo set, confermando, qualora ce ne fosse ancora una volta bisogno, l’eccezionalità della formazione di Tortona.
ELECTRIC WIZARD
Ancora vagamente storditi dal live degli Ufomammut e dopo una piccola pausa al cospetto del primo freddo lombardo, andiamo a prepararci per l’atteso ritorno degli Electric Wizard in terra italiana (dopo la data romana di un paio di giorni prima) e, a giudicare dall’elettricità percepita nella venue, la voglia di essere accolti tra le braccia della band del Dorset sembra essere molta tra gli spettatori. Quando le luci si abbassano e i Nostri entrano sul palco, il sinistro intro di “Witchcult Today” fa immediatamente alzare le mani al cielo e dà il via ad un sabba di teste che scapocciano, nonché ad un’orgia di note e immagini offerte per gentile concessione dello Stregone Elettrico in persona. La band sembra in forma smagliante, con un troneggiante Jus Oborn che vomita rancore con la sua voce eterea, e la scaletta rende giustizia ad una specie di best of nel quale, come detto in introduzione, il nuovo disco viene appena accennato con una “See You In Hell” messa subito dopo “Black Mass” e la pachidermica “Return Trip”, che viene presentata col titolo dell’album che la contiene, un imperativo “Come My Fanatics” recitato a braccia aperte, un invito nel regno della perdizione e della lussuria più maledetta. Come sempre, le immagini proiettate alle spalle amplificano quanto di marcio esce dalle casse, con una miriade di clip settantiane che coinvolgono donne nude, riti satanici, droga e motociclette, il tutto condito da effetti non troppo ricercati ma che creano quella cerebralità lisergica che, unitamente alla prestazione della band, crea un vortice drogato per cui sembra di essere in sospeso in un trip nel quale la svolta negativa può trovarsi sempre dietro l’angolo. Non regalano un attimo di silenzio, i Wizard, che imperterriti ci portano attraverso uno specchio dall’incedere nero come la pece, dove ci attende un finale di scaletta prelibato e spaventoso allo stesso tempo: “Satanic Rites Of Drugula” ci prende per il collo togliendoci sangue e neuroni, passando per una “Dopethrone” salutata con un entusiasmo quasi spirituale e che culmina, come tradizione richiede, con la luciferina “Funeralopolis”, uno dei brani più simbolici di un intero movimento musicale. Quando il concerto finisce, la musica di ‘fine concerto’ che esce dalle casse sembra quasi leggera e rinfrescante rispetto alle note sparate sul ventre durante l’esibizione, e avvertiamo quella sensazione da ‘ritorno sulla terra post uso di cose che non vi consigliamo di usare’ o, più semplicemente, dopo uno show nel quale si viene rapiti totalmente. Non possiamo che attendere le nuove mosse degli Electric Wizard, a questo punto, ma constatare quanto lo Stregone sia ancora in grado di dettare legge non può che farci ben sperare.
Setlist:
Witchcult Today
Black Mass
Return Trip
See You In Hell
Incense For The Damned
Satanic Rites Of Drugula
Dopethrone
The Chosen Few
Funeralopolis