Report di Elio Ferrara
Foto di Piero Paravidino
Gli Elvenking celebrano il loro secondo release party per la pubblicazione del bellissimo “Reader Of The Runners – Rapture”, secondo capitolo del concept da loro iniziato nel 2019 con “Reader Of The Runes – Divination”, dopo una prima serata circa un mesetto fa all’Astro Club di Fontanafredda (PN): se, in quell’occasione di fatto giocavano in casa, essendo appunto friulani, in questo caso possiamo dire che si sono ritrovati comunque in un contesto accogliente, in una location come il Legend Club di Milano, dove di fatto il metal è di casa e dove gli stessi Elvenking sono degli ospiti abbastanza frequenti, offrendo una certa garanzia in termini di presenze, per quanto non possiamo dire che la serata sia stata sold-out.
Assieme a loro, hanno diviso il palco gli Helikon e i Great Master: stavolta, quindi, si è optato per due gruppi più orientati verso il power rispetto ad altri concerti nella stessa location dove sembrava prevalere la componente folk metal, ma comunque con sonorità tutto sommato abbastanza in linea con il tipico power/folk degli headliner, specialmente per quanto riguarda i Great Master.
HELIKON
Arriviamo un po’ prima dell’apertura delle porte e notiamo come il Legend Club si presenti in un certo senso in versione estiva, perché le consuete verande e gazebo che si trovano di solito all’ingresso del bar sono stati messi via, valorizzando così gli ampi spazi esterni e il giardino, dove è piacevole trattenersi, ancor più dato che la serata è splendida e la temperatura mite (anzi, persino un po’ calda).
Gli Helikon sono una band bresciana che ha all’attivo un EP e un full-length, ma a breve verrà pubblicato un nuovo EP, dal quale sono stati presentati in anteprima tre brani, oltre a qualche pezzo più datato come “Prince Of The Night” e a una cover dei Megadeth, la celebre “Tornado Of Souls”. La loro proposta ha in effetti delle venature thrash, ma la loro attitudine ci è sembrata più vicina al power e al metal melodico, anche in ragione della voce pulita e alta del cantante. La band ha dovuto far fronte, come accade spesso a tante band di apertura, al fatto di trovarsi di fronte a un pubblico che magari li conosce poco e non si trova lì tanto per vedere loro, ma la nostra impressione è stata molto positiva.
Il gruppo ha infatti dimostrato di sapere il fatto suo e ha saputo riscaldare gli spettatori presenti che non erano pochi, i quali non li hanno affatto snobbati, a riprova del fatto che hanno saputo catalizzare la loro attenzione e il loro interesse.
GREAT MASTER
La storia dei Great Master è un po’ particolare, perché parliamo di un gruppo che ha già una discografia di tutto rispetto alle spalle, ma che probabilmente finora non ha mai sfondato o riscosso successo come avrebbe meritato: eppure, quando li vediamo sul palco, risulta di immediata evidenza tutta la loro bravura e la propria capacità di tenere il pubblico, che si trova ad essere coinvolto con una facilità e un’immediatezza forse persino rare a vedersi.
Vedremo se potrà esserci la loro definitiva consacrazione con il nuovo album in arrivo, “Montecristo” (ispirato al romanzo di A. Dumas), la cui pubblicazione è prevista per il prossimo settembre: è dunque ancora un po’ presto per presentare il disco, ma viene almeno suonato in anteprima (per la prima volta in assoluto dal vivo), il singolo apripista, che poi è anche la title-track.
Il loro show comincia però con brani tratti dal loro catalogo, ovvero da “Lion & Queen” del 2016 e dai “pirateschi” “Skull And Bones – Tales From Over The Seas” del 2019 e “”The Harbour Inn” del 2021 (quest’ultimo non un vero e proprio album, ma una sorta di compilation comprendente anche la rivisitazione di canti tradizionali legati alle figure dei pirati). La performance di tutta la band è molto convincente, con i suoi racconti che fanno spaziare dalla fredda Kamchatka al calore dei Caraibi e nel finale c’è anche una sorpresa perché in occasione della conclusiva “Skull And Bones” suona con loro il bassista degli Elvenking, Jakob, che invece in questo caso impugna un violino.
Setlist:
Voices (intro)
Another Story
Shine On
Traveller Of Time
Rolling Down To Old Maui
War
Long John Silver
The Black Spot
Montecristo
Skull And Bones
ELVENKING
Giungiamo finalmente in terra elfica con gli Elvenking. Come anticipato nell’introduzione, la serata è dedicata alla loro ultima release, “Reader Of The Runners – Rapture”, un album davvero notevole, tanto che non ci sarebbe dispiaciuto se fosse stato eseguito per intero. La band friulana ha però una discografia molto ampia e preferisce eseguire solo alcuni brani, affiancati da altre canzoni tratte dai precedenti full-length.
Dal nuovo album, rispetto alla serata di Fontanafredda, vengono mantenute “Rapture”, “The Hanging Tree” e “ Bride Of The Night”, tutte accolte con un grande entusiasmo dal pubblico, paragonabile a quello addirittura di classici come “Pagan Revolution”, “The Divided Heart” e “Elvenlegions”; per contro, vengono proposti invece per la prima volta altri due brani, ovvero “The Repentant” (che è la traccia di chiusura dell’album) e “Herdchant”: in ogni caso, sono tutte canzoni che risultano immediatamente trascinanti e che pertanto esaltano tutta la loro carica e la loro potenza in queste versioni dal vivo. Ci sorprende un po’, per la verità, la scelta di dedicare ampio spazio a canzoni tratte da “Secrets Of The Magick Grimoire” e “The Pagan Manifesto”, a scapito appunto dei nuovi, mentre dal disco precedente viene riproposta la sola “Silverseal” tra i bis.
Da segnalare, però, la presenza in scaletta di alcune tracce non eseguite molto spesso, ovvero “Straight Inside Your Winter”, “The Dweller Of Rhymes” e “3 Ways To Magick”, che sicuramente rendono bene anche in versione live. Ottima la performance di tutta la band, con il ritrovato in maniera definitiva Symohn alla batteria e con il nuovo chitarrista HeadMatt che risulta subito molto bene integrato, assieme al veterano Aydan. Ottimo anche il cantante Damna, che notiamo però come, rispetto ad altre date in cui abbiamo visto la band dal vivo, non s’intrattenga tantissimo a parlare con il pubblico (per quanto comunque non si esima dal farlo, ma diciamo che è meno loquace del solito), preferendo mantenere un certo ritmo e una continuità tra un brano e l’altro, ma è inevitabile il siparietto con il violinista Lethien, che proprio oggi compiva gli anni e pertanto era giusto che ricevesse i dovuti auguri da parte di tutti.
Ancora una volta, dunque, gli Elvenking hanno saputo infiammare il Legend, con un bel concerto nel quale hanno suonato nuovi pezzi, ma dove hanno ancora una volta attinto con sapiente cura dal proprio repertorio, anche con qualche sorpresa, per offrire uno show davvero meritevole di applausi.
Setlist:
Rapture
The Hanging Tree
Draugen’s Maelstrom
Pagan Revolution
3 Ways To Magick
The Repentant
Straight Inside Your Winter
Moonbeam Stone Circle
Bride Of Night
The One We Shall Follow
The Dweller Of Rhymes
Herdchant
The Divided Heart
Elvenlegions
Encore:
Silverseal
The Winter Wake