A cura di Maurizio “Morrizz” Borghi
foto di SilverRock
Questi mancavano. Chi regolarmente approfitta delle low cost per farsi un giretto a Londra sicuramente avrà già sentito parlare degli Enter Shikari, sbarbati divenuti velocemente idoli dei giovani inglesi grazie ad un inedito e audace crossover di generi, che oggi capeggiano sulle cover di magazine come Kerrang e NME, ovviamente in cerca della “next big thing”. Un successo improvviso che li vede catapultati a sorpresa a Milano, in un Rainbow Club semideserto e accaldatissimo. Solo qualche truccatissima Myspace queen accoglie la formazione nel primo pomeriggio…
ENTER SHIKARI
Il cartellone porta solo il nome Enter Shikari, nessun gruppo di spalla. Il concerto inizia presto, verso le 22:00 minuto più minuto meno, e il locale è ancora praticamente vuoto. Quando inizia la musica meno di un centinaio di teste, animeranno il locale. Che 18 euro di ingresso per un concerto che durerà al massimo un’ora siano davvero troppe è fuori ogni discussione, e di sicuro questa non è la politica abituale di un gruppo che si è costruito con le proprie mani in un paio d’anni una fanbase eccezionale. Quando il quartetto di St.Albans salta sul palco fa strano sentire lo stramba mistura di post hardcore, emo, metal e… eurodance. Non beat elettronici, rumori industrial, drum n’ bass o altri rumoracci da fabbrica, proprio la più tamarra dance da rave party, quella a cui moltissimi, compreso chi scrive, non avrebbero mai il coraggio di avvicinarsi. Il batterista Rob ne è davvero invasato, e oltre a dimenarsi in piedi sul seggiolino o a fianco alla batteria come un raver impasticcato, salta giù dal palco e rimbalza ovunque, anche sui tavolini in pietra caratteristici del Rainbow (ci fosse qualche metallaro in più rischierebbe uno schiaffone). Il resto della formazione è magra e frangettata come ogni idolo di Myspace che si rispetti, e quando attacca l’hardcore con risvolti emo della formazione un po’ tutti sono straniati e divertiti. Anche Rob si trasforma in un energico drummer che ha imparato a memoria lo stile di Trè Cool, offrendo una performance davvero divertente. Il frontman Rou ha il taglio perfetto per fare impazzire le ragazzine, e passa con disinvoltura dallo screamo all’emo, regalando talvolta pure qualche growl inaspettato, mentre il bassista e i chitarrista suonano duro mostrando bene le “finger lights” che si possono acquistare al banchetto (un anello con una luce luminosa colorata, trademark della formazione e gadget da rave party). I singoli “Anything Can Happen in the Next Half Hour”,”Sorry, You’re Not A Winner” e “Ok, It’s Time For Plan B” sono il meglio che il mix degli Enter Shikari può offrire, e il pubblico eterogeneo apprezza, ma non è sinceramente pronto alle tonnellate di tastiere trance che condisce il tutto. Forse i presenti potranno vantarsi con i fan dell’ultimo minuto di questa performance esclusiva, sempre che i simpatici inglesi non finiscano inghiottiti dalla spirale della “musica di moda” in inghilterra, tanto veloce nel creare idoli quanto rapida nel dimenticarseli.