A cura di William Crippa
Fotografie di Federico Rucco
Tornano in Italia gli Epica a meno di un anno di distanza dalla loro data sold-out all’Alcatraz a supporto di “The Quantum Enigma”. Coen Janssen non è della partita per motivi personali particolarmente delicati; al suo posto Ruben Wijga dei Revamp. Assieme alla band olandese, gli svizzeri Eluveitie, amatissimi da noi, ed anche loro visti di recente per il tour da headliner a supporto di “Origins”, e gli svedesi Scar Symmetry, forse i meno popolari del lotto. Al nostro arrivo al locale, troviamo giusto un centinaio di persone già presenti, ma durante la serata si sfiorerà quasi il sold-out. Vediamo nel dettaglio cosa è successo al Live Music Club di Trezzo.
SCAR SYMMETRY
Gli Scar Symmetry irrompono sul palco del Live sulle note di “The Iconoclast”, da “Dark Matter Dimensions”, esordio per la band con il doppio cantante datato ormai 2009. Davanti agli svedesi, il pubblico è ancora pochino, giusto un centinaio di persone, ed appare immediatamente evidente che quasi nessuno tra coloro che sono già nel locale ha mai ascoltato nella vita una nota da parte del combo di Avesta. Robert Karlsson si danna l’anima per scatenare i presenti, con scarsi risultati, mentre più composto appare l’altro vocalist Lars Palmqvist, sempre un passo dietro al collega. Oltretutto i suoni non sono per nulla buoni e questo penalizza non poco il gradimento della prestazione, nonostante la band suoni alla grande. Ma qualcosa si evolve con il procedere del set e gli sparuti applausi giusto per educazione uditi per “The Anomaly” e “Chaosweaver” aumentano via via, tanto che per la fine dello show è forte l’acclamazione per il combo svedese dopo l’esecuzione di “The Illusionist” che chiude molto bene.
ELUVEITIE
Rapido è il cambio di palco ed è già ora degli svizzeri Eluveitie, molto attesi a giudicare dalle magliette circolanti nel locale. La band di Zurigo viene introdotta da “Origins”, intro dell’ultimo album, per questa occasione tradotto ed adattato in italiano, prima di lasciare spazio alla potente “King” e alla doppietta da “Everything Remains (As It Never Was)”, “Nil” e “Thousandfold”, quest’ultima resa molto suadente dalla prestazione davvero convincente di Anna Murphy e Shir-Ran Yinon ai cori. Purtroppo i problemi a livello di suoni percepiti durante lo show degli opener penalizzano molto più una band come gli Eluveitie, band che nella cura dei suoni ha il proprio trademark; la quantità enorme di strumenti utilizzati durante la performance crea una sorta di bolla sonora nella quale difficile risulta distinguere ogni singolo strumento suonato. Il set prosegue con “AnDro” e “Omnos” nella versione metal, prima che Anna salga in cattedra; la cantante annuncia una esecuzione speciale di “The Call Of The Mountains”, visto che la band ha registrato questo brano anche in un’altra lingua, ovviamente l’italiano. È così “Il Richiamo Dei Monti” ad accendere un primo vero boato nel Live questa sera, dopo che la venue è stata scaldata a dovere da una carismatica Murphy nelle prove del chorus. “From Darkness” è potentissima e fa da contraltare ad una “Britcom” eseguita in versione semiacustica. Il pubblico è davvero rapito, nonostante i suoni non all’altezza, e si lascia coinvolgere al meglio dalla coppia Chrigel-Anna, stasera trascinanti come poche altre volte; a livello strumentale gli svizzeri ci sanno fare eccome e non fanno nulla per nasconderlo. Momento molto intenso è quello che vede l’esibizione acustica dei soli Chrigel, Shir-Ran Yinon e Matteo Sisti: il cantante spiega quanto sia importante per lui la cultura celtica e quanto sia onorato di avere l’occasione di condividere questo suo amore con i fan, dando il via ad un intermezzo acustico composto da brani della tradizione irlandese, durante il quale non pochi tra il pubblico si mettono a ballare. Da brividi veri e pelle d’oca è l’interpretazione di Anna in “Scorched Earth”, decisamente differente da quella su album da parte di Christoph Pelgen e molto più intensa, alla quale si fonde al meglio “A Rose For Epona”, per un segmento davvero memorabile. La ripresa è brusca con due canzoni ‘fottutamente metal’, come annunciato da Glanzmann; “Kingdom Come Undone” e “Neverland” generano un gran pogo, prima che “Quoth The Raven” e “Alesia” portino alla pausa, con il gran ringraziamento da parte di Chrigel ai fan, coloro che permettono alla band di continuare a fare quello che amano. Un solo brano per l’encore, “Inis Mona”, che si conclude con gli Eluveitie a centropalco a godersi il calore del pubblico. Grandissima esibizione, con almeno un paio di momenti da ricordare, penalizzata dai suoni ma ugualmente premiata dal pubblico.
EPICA
Durante la pausa tra il set degli Eluveitie e quello degli Epica vengono distribuiti moltissimi palloncini neri con il logo degli headliner ai presenti, palloncini che iniziano a rimbalzare sulle teste del pubblico appena le luci scendono e parte “Origem”, l’intro di “The Second Stone”; purtroppo i problemi audio rimangono, a quanto pare, e Simone Simons, in forma davvero smagliante, non viene neppure percepita per le prime frasi del testo. La prima cosa che si nota è la grandiosità dell’impianto luci che gli Epica si portano dietro per questo tour, imponente e capace di regalare giochi di luci in mutazione continua. “The Essence Of Silence” prima che Marc prenda la parola, promettendo un grande party e lasciando poi la scena a “Sensorium”. Un forte coro all’indirizzo della band si alza dalla venue, tanto che il gruppo attende qualche secondo prima di dare inizio a “Chemical Insomnia” per godersi tutto l’affetto dei fan: ‘Milano, are you ready to be “Unleashed”?’ strilla Marc nel microfono, facendo salire l’emozione per l’esecuzione dell’omonimo brano, al quale viene attaccato “Martyr Of The Free World”. Simone presenta il tastierista temporaneo per questo tour, Ruben Wijga dei Revamp, che sostituisce Coen Janssen (rimasto in Olanda per occuparsi della moglie, ammalata di cancro), prima di annunciare “Cry For The Moon”, cantata a squarciagola dai fan nella sua parte recitata, che termina poi nell’assolo di batteria di Arien Van Weesenbeek. Si confermano i problemi a livello di suoni anche per gli headliner, anche se in misura minore rispetto alle altre due band di stasera, ma al pubblico questo non sembra importare, tanto è alto il livello della performance che gli Epica stanno offrendo; Simone è al solito divina ed i fan pendono dalle sue labbra per ogni singola parola che esce dalla sua bocca. Siamo arrivati al momento di “The Obsessive Devotion”e “Victim Of Contigency”, prima che Marc al microfono annunci che il brano seguente rappresenta quello che per la band è il vero concetto di disco music: “The Phantom Agony” si trasforma in un vero e proprio party, con tanto di luci da discoteca ed una Simone che azzarda mosse da cubista, e questo momento curioso porta alla pausa. Isaac esce da solo sullo stage armato di bicchiere di vino rosso di ordinanza per intrattenere i fan al microfono, quando, dopo qualche imbarazzante minuto, viene raggiunto dal resto della band per “Sancta Terra”. Viene annunciata una canzone extra per questa data, per ringraziare i fan italiani di tutto l’affetto, ed ecco “The Last Crusade”. “Unchain Utopia” porta al gran finale affidato a “Consign To Oblivion”, dopo la quale gli Epica si radunano a centropalco per ringraziare i presenti; fantastica è la reazione da parte di Simone quando Marc la afferra da dietro fingendo di gettarla dal palco direttamente tra le braccia dei fan, mentre dal pubblico forte si alza il coro all’indirizzo del combo olandese. Grandissima prestazione, come sempre, da parte del gruppo di Reuver, a dispetto dei problemi audio, e favoloso show anche da parte degli Eluveitie; da rimarcare il risultato degli Scar Symmetry, saliti sul palco da outsider e scesi dalle assi del locale tra gli applausi per una performance davvero credibile.