Report a cura di Matteo Cereda
Foto a cura di Francesco Castaldo
Dalla reunion targata 2003 gli Europe hanno ripreso a pieno ritmo con tre dischi sin qui pubblicati in sei anni. La band svedese ha dimostrato attraverso queste release di non voler vivere di rendita e, nonostante il glorioso passato che consentirebbe al quintetto di Stoccolma di campare a suon di concerti, Joey Tempest e soci hanno preferito rimettersi in discussione con un’evoluzione stilistica in grado di collocarli perfettamente all’interno della scena melodic hard rock attuale. Il nuovo tour è l’occasione per verificare l’efficacia del materiale recente, oltre ovviamente a rappresentare una divertente occasione per sentire una vagonata di classici che hanno accompagnato la nostra adolescenza.
THE ROCKER
Ad aprire le danze ci pensano i The Rocker, band italiana conosciuta ai più con il nome Riff Raff nella versione cover band degli AC/DC. In realtà il quintetto nostrano anche in proprio paga dazio alla band Australiana, e non a caso uno dei brani più infuocati della serata risulta la cover “Long Way To The Top”. Il gruppo meneghino, nella mezz’ora abbondante a propria disposizione, concentra il repertorio sull’imminente “Italian Bastards”, da cui vengono eseguite una serie di canzoni non certo innovative dal punto di vista stilistico ma ideali per scaldare l’atmosfera in sede live. L’esperienza accumulata su diversi palchi come cover band e la comparsa nell’ultima edizione del Gods Of Metal devono aver giovato non poco ai The Rocker che, a dispetto di un songwriting banale, forniscono un’ottima prestazione per compattezza, tecnica ed incisività.
EUROPE
Introdotti dal preludio strumentale dell’ultimo disco, gli Europe entrano in scena eseguendo la titletrack nonché opener di “Last Look In Eden”, un mid tempo ricco di arrangiamenti sinfonici (in gran parte campionati) capace di esaltare subito la platea. Il secondo pezzo è l’intraprendente “Love Is Not Your Enemy” dall’ottimo “Secret Society”, mentre come primo classico viene suonata con grande trasporto “Superstitious”. La resa sonora appare più che convincente con la chitarra di uno straripante Norum in primissimo piano e il resto degli strumenti ben bilanciato. La band appare in buona forma con una sezione ritmica che non perde un colpo e il tastierista Mic Michaeli sempre puntuale, seppur sacrificato in gran parte delle nuove composizioni. Quanto a Joey Tempest, come abbiamo intuito ascoltando le ultime prove in studio, ormai la sua timbrica è incentrata su tonalità differenti rispetto agli anni d’oro della band, pertanto l’esecuzione di classici avviene spesso e volentieri con un leggero ri-arrangiamento delle linee vocali a favore di tonalità medie, tuttavia il singer svedese non demerita nell’interpretazione e nel coinvolgimento del pubblico. Lo show prosegue con una terremotante “Scream Of Anger”, prima di lasciare spazio ad una pregevole versione acustica della ballata “Prisoner In Paradise”. Ancora note dolci grazie alla bellissima “Open Your Heart”, mentre “Stormwind” si propone come uno dei pezzi più riusciti ed avvincenti della serata. Dopo un breve solo firmato John Norum, gli Europe si concentrano sul materiale più recente coinvolgendo la platea con le positive “New Love In Town” e “Start From The Dark”, anche se il vero delirio si scatena con classici del calibro di “Cherokee” e “Rock The Night”. Pochi minuti di pausa e i cinque svedesi sono nuovamente in pista per il gran finale, durante il quale propongono la heavy “The Beast” (sempre dall’ultimo album) e l’immancabile “The Final Countdown” accolta, manco a dirlo, con un boato dalla folla. Dopo i buoni responsi in studio gli Europe si confermano in forma anche in sede live: una band ritrovata che col trascorrere del tempo ha saputo cambiar pelle, rimanendo credibile.