17/11/2005 - Every Time I Die @ Faster C/o Naxos - Torino

Pubblicato il 28/11/2005 da
A cura di Maurizio Borghi
18, 19 e 20 novembre: addirittura tre gli appuntamenti, dopo il debutto qualche mese fa a Bologna, per gli Every Time I Die, interessantissimo gruppo di sbandati che, nel periodo dove l’hardcore e il metal sembrano andare amorevolmente a braccetto, si divertono a smontare ogni tipo di regola, dando alla luce in maniera quasi strafottente il capolavoro “Gutter Phenomenon”, celebrato un po’ ovunque dalla critica di settore. Una volta tanto le iperboli e gli aggettivi non sono sprecati invano, perché basta guardare i ragazzi su di un palco per essere totalmente ripagati e confermare tutte le buone impressioni avute su disco. Sia a Torino che a Pinarella di Cervia (la terza data di Treviso non sappiamo in tutta sincerità come sia andata) il pubblico è accorso in numero superiore alle aspettative, e pur rimanendo molto educato per le abitudini dei body mosher (forse per l’età media abbastanza bassa), si è goduto uno show dove l’energia di hardcore, metal e rock n’ roll si fondevano alla stragrande.

EVERY TIME I DIE

Se le band di supporto sono spesso abbastanza noiose, pur suonando bene ed essendoabbastanza professionali come in entrambe le date cui Metalitalia.com ha presenziato,quando i cinque saltano sul palco c’è un abisso, o meglio, si materializza ilmarasma totale. Gli Every Time I Die ogni sera si divertono come dei disgraziati,sono una gioia per gli occhi e, dannazione, divertono anche il pubblico che staloro davanti. Niente messaggi troppo seriosi o comandamenti per indottrinare ilpubblico, l’attitudine è coincidente allo stramaledetto spirito del rock n’ roll:sguaiati, maleducati, rumorosissimi, dinamici, in your face, coinvolgenti, esaltanti.Quasi un manualetto per mostrare ai moltissimi professionisti imbolsiti “L’ABCper rockeggiare”. Se la testa è impegnata in un furioso headbangin, perché nonfar roteare lo strumento, saltare o dimenarsi come un ossesso? E’ energia, tremendae insostenibile, tanta da far dimenticare quanto spocchioso e poco dedito fosseJordan a Torino sul sudicio tourbus, mentre chi scrive tentava di intervistarloin maniera decente. Sul palco l’intera band è all’unisono devastante, in primisnelle fattezze del gigantesco Andy Williams che, barbone e maglietta aderente,dominando visivamente il palco nel suo metro e novanta di muscoli, sembra scesoda un palco della World Wrestling Entertainment. Il resto del gruppo è compostoda piccoli ometti tarantolati che gli roteano attorno, mentre l’attenzione dellefanciulle è catalizzata dal belloccio singer Keith Buckley: un cantante che sail fatto suo e che non cede un secondo tra urla sguaiate, parti melodiche e simpatichegag… ma, non ce ne vogliano le fan, a parere di chi scrive le foto promozionalisi rivelano abbastanza studiate per abbellire Keith ad hoc, il ragazzo non paredavvero un fotomodello come vorrebbero far credere… ma in fondo a chi interessarealmente? “Romeo A Go-Go”, “Ebolarama”, “Kill the Music”, “The New Black”, tuttedi seguito, tutte sbattute in faccia al pubblico una dietro l’altra, con baldanzae una furia tanto tangibile da far saltare, sul palco del Faster, anche la testatadella chitarra. Lo show dura la canonica oretta, ma ci fosse sempre tale intensitàe tale spirito sarebbero sempre soldi spesi bene. Neanche a farlo apposta, poi,il 19 novembre è il compleanno del singer Keith, e allora via coi festeggiamenti,sia al Faster a metà scaletta, sia al Rockplanet di Pinarella, dove grazie almaggior numero di accorsi il party si è protratto per tutta la notte in compagniadi band, tour manager e roadie, cortesia soprattutto del ‘bancone dei pezzenti’,che ha reso possibile a tutte le tasche una bevuta sostanzionsa (solo un’euroe cinquanta a consumazione!), e alla saletta metal del locale, che ha reso possibileheadbangin’ sfrenato sino alle cinque del mattino. Ne vogliamo ancora!
 
Potete vedere le foto del concerto di Torino sul sito ufficiale Roadrunner Records Italia 

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