Report di Federico Orano
Foto di Enrico Dal Boni
Giusto il tempo di raffreddare gli animi e dare una pulita alla sala dell’Hall di Padova dopo il concerto di solamente quarantott’ore prima di un Paul DiAnno altamente esplosivo, che torna la musica che più ci piace di nuovo nella ‘città dei quattro senza’ con il tutto esaurito registrato – come ci si poteva ampiamente attendere – dai Folkstone che dopo una lunga pausa sono tornati in pista.
Prima con l’enorme successo dello show esclusivo al Metalitalia.com Festival, poi le quattro date fissate durante questo Dicembre in giro per l’Italia per riabbracciare i propri fan: Roma, Firenze, Padova ed Asti le location scelte.
Gli appassionati, arrivati un po’ ovunque e numerosi dal Nord-Est (tanti invece hanno dovuto rinunciare proprio per la mancanza di biglietti, andati a ruba molto velocemente) – si sono dimostrati carichi e prontissimi per dare il bentornato sulle scene alla folk band bergamasca. Ad aprire la serata i veneti Kanseil.
KANSEIL
Avevamo trovato i Kanseil a supporto degli Elvenking in un paio di date durante l’anno in corso. Il loro compito anche qui è quello di scaldare gli animi dei presenti aprendo la strada agli headliner e bisogna dire che il gruppo proveniente dal Cansiglio – da qui il nome – è perfetto per questo compito.
Rispetto ai Folkstone, i Kanseil sono protagonisti di un sound più aggressivo con passaggi che sfociano spesso sul metal estremo, con chitarre piene e possenti e voci growl; ma non mancano parti melodiche, in particolare nei ritornelli con un cantato tutto in italiano e dialetto veneto, mentre quelle acustiche, con strumenti medievali a rendere il sound vivace, si sposano perfettamente con il mood della serata.
La band ha il nuovo disco pronto, che vedrà la luce il prossimo anno, e la promozione è già iniziata visto che anche in questa serata vengono proposti alcuni pezzi in anteprima. Cercando di portare sempre avanti la tradizione del Veneto trovano spazio alcuni pezzi storici come “Panevin”, come sempre posta in chiusura, e appunto le nuovissime “Antares” e “Hrodgaud” – della quale il video promozionale è stato presentato solamente qualche giorno fa – con una partenza plumbea che non si fa mancare accelerazioni decise ed insistite e parti folkeggianti durante la fase centrale.
Il tempo a disposizione non è tantissimo, circa quaranta minuti – e scorre deciso. Il gruppo saluta i presenti che applaudono e ringraziano la dedizione dei sempre precisi e grintosi Kanseil!
FOLKSTONE
Alle 21.40 precise i Folkstone salgono sul palco con l’energia che da sempre li contraddistingue, e spinti da un pubblico che li acclama a gran voce.
La pausa di alcuni anni non ha intaccato per niente la capacità del gruppo lombardo nello stare sul palco, anzi sembra palese che lo stop abbia ridato verve al gruppo, che, dopo lunghi anni di pubblicazioni e apparizioni live su e giù per lo stivale, aveva bisogno di rifiatare per ritrovare se stesso ed un gran pubblico di fedelissimi. L’abitudine di stare sul palco si nota fin da subito: Lore e i suoi cominciano a testa bassa con cornamuse che incendiano lo scenario e i riff di chitarra a rendere il sound corposo durante “Nella Mia Fossa” e “Diario Di Un Ultimo”, con un plauso particolare al lavoro essenziale di Luca Bonometti; da solo con le sue sei corde, infatti, tiene in piedi il sound possente che esce dalle casse. E nota di merito va data alla produzione che regala ai presenti dei suoni puliti e precisi, decisamente perfetti per gustarsi le due ore di show al meglio!
E’ quando la band ritrova alcune hit del passato che il boato si fa ancora più deciso: “Nebbie” colpisce con risolutezza spinta dalla batteria di un sempre preciso Edo Sala e “ Non Sarò Mai” incendia letteralmente la platea facendo cantare tutti i presenti. Lore è come sempre il motore pulsante della band sopra il palco; si scatena e aizza la folla mentre le cornamuse si fanno scoppiettanti durante “La Maggioranza” e poco dopo con il ritornello tutto da cantare de “I Miei Giorni” e della possente “In Caduta Libera”.
Gli strumenti medievali, come la ghironda suonata da Marco Legnani, si esaltano sull’avvolgente cantilena “ Le Voci Della Sera”, mentre i ritmi si fanno incalzanti con la powereggiante e indimenticabile “Anime Dannate”, brano dalla carica assicurata con la doppia cassa di Edo, e poco più avanti con le cornamuse di Maurizio e Roberta – impegnata anche al microfono a duettare durante il ritornello con Lore – ad esplodere dando il via alla rocciosa “Mercanti Anonimi”.
Aspettavamo con impazienza qualche estratto dall’omonimo e grandissimo debutto della band ma era abbastanza ovvio che avremmo dovuto attendere la parte finale dello show. “In Taberna (In Vino Veritas)” è un pezzo spensierato e tutto da cantare attraverso le sue note folkeggianti e “Frerì” è un altro pezzo ugualmente esaltante, dedicato agli antichi fabbri.
Ci si avvicina al giro di boa finale e qui si concentrano tutte le hit che la band ha composto negli anni: “Un’Altra Volta Ancora”, come sempre interpretata da una grintosa Roberta alla voce, lascia spazio alla malinconica “Luna”, in bergamasco, e a “Rocce Nere”, immancabile inno della band con un ritornello lasciato cantare a tutti i presenti.
La band saluta, ma è chiaro che il bis è pronto ad arrivare, ed ecco infatti “Macerie”, nuovo singolo pubblicato qualche settimana fa, capace di dimostrarsi un brano dal forte impatto anche dal vivo in particolare con un chorus ricco di energia, mentre durante “Prua Contro Il Nulla “ in tanti si sono accovacciati a terra mimando la prua e vogando al ritmo dei riff penetranti di chitarra di Luca e dell’arpa in evidenza suonata da Silvia, che è un gran piacere ritrovare sul palco ad accarezzare le corde del suo strumento, principale protagonista della meravigliosa ed emozionante “Vortici Oscuri”, nella sua versione acustica.
Cantare è d’obbligo e forse anche ritrovarsi con gli occhi un po’ lucidi! “Omnia Fert Aetas” è un intramontabile brano da ascoltare con passione e la corposa “Con Passo Pesante” chiude di nuovo lo show. Tutto finito? No, c’è spazio per un ulteriore encore, la band ritornasul palco per suonare la conclusiva “Respiro Avido” e salutare, stavolta definitivamente, la marmaglia arrivata dal Veneto ed oltre.
Due ore di show ad omaggiare una carriera che ha segnato i giorni di molti appassionati e che ha ancora molto da dire. I Folkstone hanno ritrovato il gusto di suonare davanti ai loro scatenati fan e l’impressione è che presto risentiremo parlare parecchio della band bergamasca!