30/07/2010 - FOSCH FEST 2010 @ Sound Arena - Bagnatica (BG)

Pubblicato il 12/08/2010 da

A cura di Alessandro Corno e Luca Filisetti.

Fosch Fest atto secondo in quel di Bagnatica, anonimo paesello alle porte di Bergamo che per l’occasione viene invaso da una marea tranquilla di folk metaller con i loro armamentari di trucchi, cornamuse, corni vichinghi, kilt e anfibi pesanti. A rendere l’evento degno di nota vengono chiamati come headliner i lanciatissimi svizzeri Eluveitie, che saranno la ciliegina sulla torta di un festival davvero particolare. Innanzitutto va fatto un plauso all’organizzazione che è riuscita a mantenere l’ingresso gratuito all’area! Questo ha comportato il fatto che l’affluenza sia stata davvero imponente (sicuramente qualche migliaio di persone, forse più dei primi giorni del Gods Of Metal)! Molto bella anche l’atmosfera, con gli immancabili stand gastronomici e musicali affiancati da altri di stampo celtico, con spadoni ed asce in evidenza, gente che pubblicizzava laboratori artigianali di gioielli e vestiti e quant’altro. Segnaliamo anche la presenza di molta gente del posto, attirata ed incuriosita sia dalla musica che dalla varia umanità presente e che ha potuto toccare con mano che alla fine i “metallari” non sono quei mostri che il sentire comune dell’italiano medio ancora dipinge. Straordinaria anche la mole di addetti impiegata non solo all’interno dell’area concerti, ma anche all’esterno, sulle strade e nei parcheggi. Tutto ciò ha fatto sì che gli ingorghi per uscire dal concerto fossero ridotti al minimo. Ricapitolando: buona musica, bella atmosfera, la gente del posto che non solo non si lamenta (vero, milanesi?) ma partecipa all’evento… cosa volere di più? Nota a margine: purtroppo per motivi di lavoro siamo riusciti ad arrivare a Bagnatica appena prima del concerto dei Folkstone. Ci scusiamo quindi con i Gotland, i Furor Gallico ed i Draugr (vox populi diceva che questi ultimi abbiano suonato meravigliosamente) e speriamo di rivederli al più presto in giro per lo stivale.

FOLKSTONE

Date le premesse, ovverosia ingresso gratuito e location posta nella bergamasca, era scontato attendersi il “tutto esaurito” per la performance dei Folkstone, band locale che da queste parti ha un seguito decisamente vasto. In effetti, quando l’ensemble sale sul palco, gran parte del pubblico presente all’area feste di Bagnatica si fa avanti per sostenere i propri beniamini. Da parte loro i ragazzi non lesinano certo sudore ed energia, offrendoci uno spettacolo come sempre convincente e ad alto tasso alcolico. Il mattatore assoluto della situazione è il singer Lorenzo, alle prese anche con cornamusa, chitarra e mille altri strumenti, che per tutta la durata del set canta, suona, incita la folla, introduce in maniera ottimale i brani e, ovviamente beve. Il resto del gruppo comunque si destreggia molto bene, sia musicalmente che visivamente, con un’ unica eccezione rappresentata dall’arpista Clara. Chiunque abbia sentito almeno una volta suonare un’arpa celtica sa che il suono è armonioso ed ammaliante: Clara suona invece come un chitarrista che esegue il riff di “Smoke On The Water” con un dito solo su una corda! Il pubblico comunque pare non accorgersi della cosa, anche perché impegnato a cantare a squarciagola i ritornelli della band, soprattutto quelli dei brani del primo album. “In Taberna”, “Folkstone”, “Briganti Di Montagna” e “Con Passo Pesante” sono ormai dei classici che i fan conoscono a menadito, alle quali vengono affiancate le nuove e convincenti “Freri”, “Aufstand!” e “Luppulus In Fabula” e alle meno incisive “Terra Santa” e “Nell’Alto Cadrò”. Da segnalare anche lo spettacolo da mangiafuoco messo in atto dal bassista Ferro, molto ben riuscito. Ancora una volta quindi la band riesce a conquistare gli astanti grazie ad un live con poche sbavature. Avanti così, ragazzi.

ELUVEITIE

Sono le 23 passate da poco quando sul palco del Fosch Fest salgono gli headliner Eluveitie: gli svizzeri si presentano subito con “Nil”, brano roccioso estratto dal loro ultimo lavoro “Everything Remains As It Never Was”, così come la successiva “Thousandfold”. Inizialmente i suoni sono decisamente pessimi, contrariamente a quanto avvenuto con i Folkstone: soprattutto la batteria di Merlin Sutter resta nettamente in sottofondo rispetto al resto. La band appare comunque in buona forma e, dopo un paio di brani di “rodaggio” (accolti comunque bene dal pubblico), sciorina una performance davvero degna di nota. Il singer Christian Glanzmann si dimostra padrone della situazione e, sulle note di “Kingdom Come Undone” e “(Do)Minion” scatena l’inferno nel parterre, ordinando rispettivamente uno riuscitissimo circle pit ed un wall of death. Da segnalare anche un break acustico composto da tre brani estratti da “Evocation I – The Arcane Dominion”, ovvero "Brictom", "Omnos" e "Memento" (accolti molto bene), dove finalmente possiamo apprezzare anche le voci femminili di Meri Tadic e Anna Murphy, a dire il vero dotate di ugole discrete ma decisamente limitate. Come era ovvio, i numerosi estratti da “Slania” riscuotono grandissimo consenso, soprattutto le più famose “Inis Mona” e “Gray Sublime Archon”. Chiusura affidata alla vecchia ma efficacissima “Tegernakô”. E’ stato uno show con una bella attitudine, una platea di fan molto attaccati al gruppo e, in generale, una dimostrazione che per fare un bel festival, anche se non di enormi dimensioni, non servono necessariamente gruppi grossissimi ma semmai un paio di gruppi buoni e un’atmosfera positiva.

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