FOSCH FEST 2015 – 1° giorno
07/08/2015 – Area Feste Bagnatica – Bagnatica (BG)
Running order:
Apertura porte: 17.00
18.30-19.00 – ODR
19.20-19.50 – EPHYRA
20.10-20.40 – ARCANA OPERA
21.00-21.30 – DEWFALL
21.50-22.20 – WIND ROSE
22.40-24.00 – ADE
Introduzione
Bagnatica, agosto 2015. Il Fosch Fest ritorna dopo un doloroso anno d’assenza e lo fa alla grande, imbastendo quella che sembra proprio essere l’edizione piu’ ambiziosa di questa manifestazione in crescendo, ormai divenuta fra le piu’ importanti d’Italia. La formula dovrebbe esservi ben nota: un open air su tre giorni, dei quali il primo – oggi, venerdi’ 7 agosto – ad ingresso gratuito e i seguenti due a moderato pagamento, oltretutto fattibile in diverse modalita’. La location e’ la solita, l’Area Feste di Bagnatica, paesello situato poco dopo Bergamo, ai piedi delle valli orobiche: il piazzale in asfalto dove si svolge l’evento ha la capacita’ di contenere ben 5000 spettatori e tutto il necessario per garantire una logistica ed un service ottimali, con ampi tendoni a fungere da ristorante-pizzeria e un beergarden di tutto rispetto. La zona stand/merchandise, anch’essa, pare rifornita di tutto punto, sebbene ancora anche noi stessi dobbiamo lanciarci in una piu’ accurata perlustrazione. Per quanto riguarda, infine, la zona media, di cui Metalitalia.com ovviamente fa parte, troviamo una batteria di stand comprendenti Spazio Rock, EMP, noi, uno stand che da domani sara’ adibito ai programmati meet&greet e il gazebo del merchandise ufficiale. L’organizzazione si e’ messa in moto e tutto si sta preparando per dare un degno calcio d’avvio a questo festival tanto atteso. Festival che, come saprete, nel prologo odierno dara’ spazio ad un plotone di band italiane, che andremo a seguire con calma dalle 18.30 in poi. Da questa edizione, da evento quasi completamente dedicato al folk metal, il Fosch Fest si apre maggiormente ad altri generi, pur mantenendo una forte connotazione folcloristica, si voglia semplicemente per l’approccio molto ‘tedesco’ e sbragato che l’audience solitamente porta in un contesto del genere.
Non soffermandoci piu’ di tanto, per ora, nell’analisi musicale del bill di quest’anno, chiudiamo questa prima introduzione di giornata confermandovi che il Solleone picchia che e’ un piacere, le ustioni saranno abbondanti e, nonostante cio’, la birra scorrera’ a fiumi!
Seguiteci dalle 18.30, allora, quando i torinesi OdR suoneranno le prime note del Fosch Fest 2015. In alto i corni!
(Marco Gallarati)
Crediti
Coordinamento e gestione stand: Alessandro Corno e Luca Corbetta
Report in diretta a cura di: Marco Gallarati (report) e Enrico Dal Boni (fotografie)
ODR – 18.30-19.00
Provenienza: Torino
Facebook
Le camicie da boscaiolo sopra le magliette metallare paiono un azzardo climatico da parte dei piemontesi OdR, che salgono sul palco, in veste di opener ufficiali dell’intera manifestazione, in perfetto orario e sotto un Sole ancora assai ‘caliente’. Come praticamente tutti gli altri gruppi in programma oggi, il sestetto torinese ha solo mezzora di tempo a disposizione, tempo occupato da una manciata di brani tratti dall’EP “Il Ponte Del Diavolo”, unica pubblicazione in carriera finora. Il pubblico del Fosch, ancora piuttosto esiguo, mostra un entusiasmo e una partecipazione assolutamente encomiabili, dando un bel calcio d’inizio al festival. “Luna Antica”, “Notte Alcolica” e “Il Campanile”, probabilmente un nuovo brano, riescono nel loro intento di coniugare un folk-pagan-metal d’assalto a partiture completamente folkish, tenute in piedi da un flauto traverso e da un violino puntuali nell’esecuzione. Suoni non perfetti hanno accompagnato questa prima performance, che ha svolto comunque bene il compito di movimentare il pubblico, gia’ notevolmente su di giri, vuoi per la birra e vuoi…per la birra.
(Marco Gallarati)
EPHYRA – 19.20-19.50
Provenienza: Como
Facebook
Con gli Ephyra si cambia marcia e genere, lasciando il folk-pagan e approdando ad un symphonic-power metal baciato da influenze folk, classic e anche thrash, soprattutto in qualche breaking riff d’impatto. La preparazione tecnica del sestetto comasco e’ davvero notevole, con una sezione ritmica terremotante e trascinante e una coppia di chitarre ad intessere benissimo trame organiche, non particolarmente originali ma comunque efficienti ad intrattenere un pubblico assetato di pogo e a convincere noi scribacchini della bonta’ della proposta del gruppo, nonostante le importanti tastiere siano presenti solo come basi. I brani eseguiti sono tratti tutti dal debutto “Journey”, edito nel 2013, fra i quali segnaliamo le buone “No Prisoners” e “Dark Wolf”. Il doppio cantato maschile-femminile (scream vs. clean) e’ piuttosto funzionale allo stile degli Ephyra e sia Francesco Braga che Nadia Casali sanno il fatto loro. Una presenza scenica matura e discreta completa un’esibizione da applausi, esattamente come adesivato sul retro di una delle chitarre dei Nostri comaschi. Bravi.
(Marco Gallarati)
ARCANA OPERA – 20.10-20.40
Provenienza: Vicenza
Facebook
Gli Arcana Opera cambiano ulteriormente le coordinate del Fosch Fest, portando una ventata di classe e ricercatezza ad un evento nel suo insieme piuttosto grezzo. Il metal teatrale, progressivo e folkeggiante della band vicentina non e’ facile da digerire in prima botta ed infatti l’opening-track lascia un po’ attoniti gli spettatori, che reagiscono piuttosto indifferentemente. A partire pero’ dalle seguenti “Ambasciata Noir” e “Caffe’ Marco Polo”, la band sveglia l’audience con partiture piu’ consone alla manifestazione, dinamiche e con un tocco epico e vagamente decadente che non dispiace. Le lyrics in italiano, oltretutto ricercato e cantautorale, non stonano con la proposta d’elite dei Nostri, che hanno anche il tempo di chiudere con un brano in piu’, la veloce e diretta “Arcana Opera”. Difficile giudicare la prova di questa formazione, a conti fatti: sicuramente, ad ora, sono il gruppo che ha convinto meno, ma le circostanze e lo stile stesso della band non potevano decretare altrimenti. Un pelo sopra la sufficienza.
(Marco Gallarati)
DEWFALL – 21.00-21.30
Provenienza: Bari
Facebook
Cala la sera, calano le tenebre e l’organizzazione inserisce una pausa di mezzora non prevista per dare un po’ di riposo/sollievo agli astanti (e anche a noi scribacchini/fotografi che ci stiamo scapicollando senza sosta tra palco e stand, a dirla tutta). Alla ripresa delle ostilita’ sono i baresi Dewfall a salire sul palco, presentando alla platea un microfono a dir poco fantastico a foggia di uroboro. Ci si immerge finalmente in un metal totalmente estremo, a cavallo tra death e black metal, tanto da poter essere identificato con l’ormai diffuso ‘brand’ blackened death metal. L’approccio del quintetto e’ professionale e si vede bene che i Nostri vogliono offrire uno show di livello internazionale, dando il giusto spazio alla parte coreografica, senza per questo togliere l’attenzione del pubblico dall’aspetto musicale, che si fa portatore di una prestazione belluina e convincente. L’apertura di “The Course Of Malkuth” e’ davvero penetrante e la band pare dare il meglio quando si riversa compatta in un black melodico tutto giocato sul tremolo picking, mentre appare meno sicura e incisiva nelle derive piu’ ariose e possenti, che ricordano vagamente i Behemoth ma senza averne il pathos apocalittico. Un bel concerto, sicuro, quello dei Dewfall, il cui nome va aggiunto alla gia’ nutrita schiera di formazioni estreme italiane che possono fare decente figura anche all’estero.
(Marco Gallarati)
WIND ROSE – 21.50-22.20
Provenienza: Pisa
Facebook
Si arriva in zona headliner di serata con i pisani Wind Rose, che riportano il festival su coordinate storicamente vincenti. E difatti il pubblico, nonostante la serata sia torrida e il caldo sia impietoso, risponde alla grande e poga e si dibatte dall’inizio alla fine del set dei Nostri. I brani di “Wardens Of The West Wind”, edito in febbraio da Scarlet Records, la fanno da padrone e Francesco Cavalieri, un sosia piuttosto fedele di uno a caso fra gli hobbit de ‘Lo Hobbit’, cerca in tutti i modi di spronare la gente a dare ancora di piu’, coinvolgendoli anche in un paio di wall-of-death ben riusciti, grazie alla spavalderia e all’esaltazione di un’audience protagonista. Il power-epic metal a meta’ strada tra Rhapsody Of Fire e Turisas che propongono i Wind Rose non ci e’ parso stravolgente, con brani poco fluidi e poco organici, che denotano una capacita’ di songwriting ancora da migliorare; la band e’ comunque capace e ha una presenza scenica aggressiva e furoreggiante, che la aiuta a primeggiare nonostante i pezzi non siano di immediatissima presa. Un’esibizione di successo, percio’, per i Wind Rose, la cui proposta musicale, pero’, non ci ha convinto del tutto.
(Marco Gallarati)
ADE – 22.40-24.00
Provenienza: Roma
Facebook
E tocca infine agli Ade chiudere la prima giornata del Fosch Fest 2015, che vede per il suo momento-clou una buona affluenza di pubblico, ovviamente non paragonabile a quello che presenziera’ – si spera – nei due prossimi giorni. La band romana non presenta una scenografia spropositata per il suo set: un paio di drappi giallo-rossi (‘SPQR’ e ‘XIII Legio Gemina’, le scritte riportate) e un classico drappo da sfondo. I musicisti sono agghindati da legionari, mentre il corpulentissimo vocalist Flavio interpreta la parte del gladiatore insanguinato. E, a proposito del singer degli Ade, possiamo finalmente dire di aver ascoltato un frontman con il raro dono dell’innata ironia e del saper interagire simpaticamente col pubblico. Ad inizio performance i suoni paiono letteralmente tremendi, a tal punto scombinati e ‘sottili’ che sembra quasi una scelta voluta dalla band. Ma con il prosieguo dello show, invece, tutto migliorera’ e si inspessira’ (tranne una batteria rimasta poco profonda e vagamente ‘pentolata’) lasciandoci navigare nel dubbio. Il secondo disco dei Nostri, “Spartacus”, viene letteralmente saccheggiato dagli Ade, che lo ripropongono in buona parte, investendo l’audience con il loro death metal brutale e moderno, spesso punteggiato da inserti folk pre-registrati che giustificano la presenza del combo in qualita’ di gruppo principale di serata. L’impatto resta solido e devastante per tutta l’ora e passa di esibizione, ferma restando la piccola lacuna dei suoni un po’ debolucci. La chiusura di giornata soddisfa anche le ultime velleita’ di pogo degli spettatori, che, piuttosto stremati da botte, caldo e alcol, lentamente fanno scemare le ostilita’. Bravi e simpatici Ade. Noi ci riaggiorniamo a domani, quando il Fosch Fest entrera’ nel vivo dei giochi.
(Marco Gallarati)