FOSCH FEST 2016 – 1° giorno
22/07/2016 – Area Feste Bagnatica – Bagnatica (BG)
Running order:
Apertura porte: 17.00
19.00-19.45 – RISE OF TYRANTS
20.15-21.00 – A TEAR BEYOND
21.30-22.30 – ANCIENT BARDS
23.00-00.30 – FOLKSTONE
Introduzione
Fosch Fest 2016, siamo pronti a partire! I cancelli dell’Area Feste Bagnatica sono stati aperti alle 17.00 e i giá numerosi astanti si stanno pian piano riversando sullo spiazzo cementifero sede del festival. Le band stanno ultimando i soundcheck e la super-novitá Foschpay – la tessera che servirá per far mangiare e bere tutti i presenti, non valida per la zona merchandise e mercato – sta giá andando a ruba, anche perché é obbligatoria!
Come l’anno scorso, anche nel 2016 il Fosch Fest si svilupperá nell’arco di tre giorni, il sabato e la domenica a pagamento e quest’oggi, venerdí 22 luglio, ad ingresso completamente gratuito: e stasera gli headliner sono i paladini locali del folk-metal, i Folkstone! Quindi, nonostante suonino in contemporanea al colosso Iron Maiden al MediolanumForum di Assago, a Bagnatica é prevista un’affluenza decisamente buona. La voglia di folk-metal in Italia, e soprattutto da queste parti, é infatti sempre alta e questa manifestazione, ormai giunta a dimensioni piú che importanti, é il richiamo ideale per chiunque voglia viversi un evento open-air di carattere e atmosfera europei.
Le novitá di quest’anno non si fermano comunque alla sola Foschpay, ma avremo modo nei prossimi giorni di analizzarle per bene, tra un report e l’altro e, oltretutto, avendo modo di testarle di persona. Il secondo palco, l’Underground Stage, é chiaramente la piú notevole di queste new entry 2016. Apprestiamoci ora, terminando rapidamente questa introduzione, a seguire la prima giornata del Fosch Fest 2016, l’antipasto made in Italy composto da quattro band suonanti diversi sottogeneri metallici, che culminerá con lo show attesissimo e casalingo dei Folkstone. Il tempo incerto per ora si é trasformato in una giornata calda e soleggiata: in serata sono previsti fortunali, ma con il genere di riferimento del Fosch vanno a nozze, si sa!
Seguiteci nella diretta e seguiteci anche nei prossimi giorni: buon metal!
(Marco Gallarati)
Crediti:
Coordinamento e gestione stand + meet&greet: Alessandro Corno e Luca Corbetta
Fotografie meet&greet (Folkstone): Marco Dazzi
Fotografie report: Enrico Dal Boni
Report in diretta: Marco Gallarati
RISE OF TYRANTS – 19.00-19.45
Provenienza: Bergamo
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Sono i bergamaschi Rise Of Tyrants ad inaugurare il Main Stage del Fosch Fest 2016 e, con un monicker del genere (L’Ascesa dei Tiranni), non potevano essere piú d’attualitá (chi ha pensato ad Erdogan?) in questo momento. La proposta degli orobici, fuori nel 2014 con l’esordio su Buil2kill Records, “Trauma”, é chiaramente di stampo estremo, versante death metal, ma anche infarcita da tali e tante influenze da poterla etichettare soltanto con un forse sminuente ‘death sui generis’. Sí, perché in realtá il quartetto nostrano se la cava benissimo in veste di opening-band, aizzando continuamente il plotone di giovani pogatori, giá bello ‘pieno’ e ringalluzzito per conto suo. Circle-pit e wall-of-death spontanei nascono come nespole nel pit e per la band deve essersi trattato di una bella soddisfazione, l’aver saputo generare un tale movimento lottatorio giá dalle prime battute della fulminante “The Freakshow” (se abbiamo colto esattamente il titolo). Sugli scudi le prestazioni del chitarrista Paolo Morosini, buon gusto nel riffing, il suo, seppur derivativo, e del vocalist Davide Cantamessa, davvero capace nell’alternare growl, scream, urlato-roco e pig squeal nel giro di pochi secondi. Se nella prima parte di spettacolo i Rise Of Tyrants danno l’impressione di essere al crocevia tra Aborted, Dying Fetus e Cattle Decapitation – con i dovuti paragoni – nel proseguo dei quaranta minuti hanno rivelato derive piú moderne e groovy, vicine a gruppi death-core quali i Suffokate. Una sorprendente partenza per il Fosch 2016, baciato giá da suoni tranquillamente accettabili, se si esclude la confusione uditiva in sede ritmica. Ma insomma, per essere al primo di decine di concerti, va piú che bene!
(Marco Gallarati)
N.B.: ci scusiamo con i Rise Of Tyrants per l’assenza del set fotografico.
A TEAR BEYOND – 20.15-21.00
Provenienza: Vicenza
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Per gli A Tear Beyond il compito é piuttosto arduo, ovvero conquistare un pubblico largamente inneggiante al folk con una proposta dai caratteri completamente all’opposto: un dark-gothic metal con forte componente tastierosa e teatrale, che di certo dista anni luce dal divertimento senza troppi fronzoli, ad esempio, delle ritmiche humppa. Dobbiamo dire che, a parte un inizio di show accolto un po’ freddamente da un’audience probabilmente impreparata, la band vicentina é andata in crescendo, mettendo a ferro e fuoco il Fosch Fest grazie ad un’attitudine ed a uno spettacolo estremamente professionali. L’entrata in scena con le maschere, il look abbinato ed oscuro, l’originale presenza di due mangiafuoco artigianali ma assolutamente d’effetto e l’ospitata di una vocalist femminile hanno dato un vistoso tocco di grandeur ad un contesto tuttalpiú artigianale. Come scritto, gli A Tear Beyond sono andati via via conquistando i presenti, alternando partiture decadenti e suadenti ad anthem piú marziali e classicamente teutonici: Rammstein e Therion sono le due compagini più note a cui ci sentiamo di accostare il gruppo, sebbene i Nostri siano meno pomposi e un po’ piú farraginosi nella fruibilitá dei brani. Qualche problema tecnico per il versatile frontman Clode Arcano, la cui voce grave e recitativa non è facile da assimilare, e una lieve preponderanza nel suono delle tastiere hanno solo leggermente inficiato la performance dei veneti, promossi anche se da rivedere forti di un’altra ambientazione, magari del tutto notturna e senza le luci naturali della sera. Avanti ora con gli Ancient Bards!
(Marco Gallarati)
N.B.: ci scusiamo con gli A Tear Beyond per l’assenza del set fotografico.
ANCIENT BARDS – 21.30-22.30
Provenienza: Rimini
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Trionfo assoluto per gli Ancient Bards, senza nessun dubbio! Il symphonic power metal dei riminesi é stato scagliato con veemenza ed ardore sul pubblico inerme del Fosch Fest, in parte impegnato in coda al nostro stand per il meet&greet con i Folkstone. Chi scrive non segue queste sonoritá da ormai diversi anni, ma i Bardi Antichi hanno davvero asfaltato ogni resistenza uditiva, unendo in poco meno di un’ora strabilianti capacitá esecutive, una coesione ed un’amalgama on stage invidiabile, una vocalist d’elite quale Sara Squadrani e, in definitiva, un repertorio che, se da una parte deve molto al successo di Rhapsody e Labyrinth nella seconda metá degli anni Novanta, dall’altra é talmente trascinante e avvincente che si perdonano subito mancanze d’originalita, peraltro, quest’ultima, neanche troppo richiesta all’interno di un genere ben delimitato da tematiche fantasy, strutture epiche e roboanti, cori e quant’altro di deragliante propone il power metal sinfonico. “Only The Brave”, “The Birth Of Evil”, “Gates Of Noland” e i piú recenti “The Last Resort” e “In My Arms” hanno allietato ed eccitato un pubblico rimasto a secco di pogo per troppo tempo: difatti, con gli Ancient Bards lanciati a mille, ecco la resurrezione della parte piú bellicosa dell’audience, impegnata nei soliti esercizi da concerto, in particolare i vorticosi circle-pit. Una formazione, dunque, che dará filo da torcere sicuramente ai Folkstone, ma anche ai grandi gruppi dei prossimi giorni, per decidere quale band si sará meritata la palma di miglior esibizione della manifestazione. Ottimi e abbondanti, i Bardi.
(Marco Gallarati)
FOLKSTONE – 23.00-00.30
Provenienza: Bergamo
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E’ l’ora dei Folkstone e l’Area Feste Bagnatica é ormai ben popolata, almeno tanto quanto l’anno scorso lo era stata per i concerti di Finntroll e Satyricon, headliner entrambi nell’edizione 2015. La presenza, ovviamente favorita dalla gratuitá della serata, é notevole considerando anche e soprattutto la succitata concomitanza con la data milanese degli Iron Maiden. Ma la band bergamasca gioca in casa e puó contare anche sul supporto della gente del posto, accorsa al Fosch (anche con tanti bambini) per passare una serata all’aperto oppure per curiosare e capire ‘come sono questi metallari’. Comunque, dicevamo che é l’ora dei Folkstone e la formazione a nove, versione italiana degli In Extremo e di tutte quelle band germaniche che uniscono il folk ad un semplicissimo heavy metal quadrato e marziale, non certo bisognoso di chissá quali abilitá tecniche per essere espresso, si fa valere e interpreta il set come una grande rimpatriata, scherzando e divertendosi sul palco, alternando una sequela spaventosa di strumenti tipici (cornamuse, flauti, banjo, ghironda, bombarde, arpa, rauschpfeife) alla filosofia spicciola e ruspante delle parole del leader Lore, che come al solito è pungente e sarcastico nel legare fatti d’attualitá ai propri testi, dalla morale spesso interpretabile. L’esibizione é stata alquanto positiva, con il quartetto di cornamusisti (?) protagonista di coreografie sincronizzate e con ogni membro, prima o poi, nel corso del concerto, abile a ritagliarsi il suo momento di gloria, come ad esempio la ‘cantata’ di Roberta in “Un’Altra Volta Ancora”, l’arpa di Silvia portata a fronte palco durante “Vortici Scuri”, oppure il funambolico assolo di Luca in chiusura di set ufficiale. Spazio poi per ben tre bis, con “Prua Contro Il Nulla” e “Simone Pianetti” a decretare la fine dello riuscito spettacolo Folkstone. “Anime Dannate”, “Damnati Ad Metalla”, “Non Saró Mai”, “Il Confine” e “Rocce Nere” sono stati tra gli highlight di una performance che ha chiuso piú che degnamente una splendida serata inaugurale di Fosch Fest. A domani!
(Marco Gallarati)