23/07/2016 - FOSCH FEST 2016 – 2° giorno @ Area Feste Bagnatica - Bagnatica (BG)

Pubblicato il 23/07/2016 da

FOSCH FEST 2016 – 2° giorno
23/07/2016 – Area Feste Bagnatica – Bagnatica (BG)

fosch fest - locandina aggiornata febbraio 2016

Running order:

Apertura porte: 13.00

(Main Stage) annullati – ULVEDHARR
(Underground Stage) annullati – DENIAL
(Main Stage) 16:30-17:30 – FLESHGOD APOCALYPSE
(Underground Stage) annullati – SINPHOBIA
(Main Stage) 18:00-19:00 – DESTRUCTION
(Underground Stage) annullati – FALLOUT H.R.
(Main Stage) 19:50-20:50 – SACRED REICH
(Underground Stage) annullati – UNREDEEMED
(Main Stage) 21:40-22:40 – AT THE GATES
(Underground Stage) annullati – THE MODERN AGE SLAVERY
(Main Stage) 23:20-00:30 – ANTHRAX

Introduzione

Dopo la giornata inaugurale di ieri sera, caratterizzata da quattro belle performance di altrettante band tricolori, quest’oggi il Fosch Fest 2016 entra nel vivo, con la calata sul tavolo di almeno un poker d’assi di nomi eccezionale: in ordine di esibizione, Fleshgod Apocalypse, Destruction, At The Gates ed Anthrax vivono da protagonisti i loro rispettivi generi d’appartenenza, donando alla giornata di sabato un incredibile appeal internazionale. E poi…be’, poi ci sono i Sacred Reich, al loro primo e unico show in terra italica di sempre, un’occasione davvero rara per poter testare dal vivo la leggendaria nomea della thrash metal band americana! A chiudere il programma sul Main Stage, in apertura, gli idoli locali Ulvedharr, presenti l’anno scorso anche al nostro Metalitalia.com Festival.
Sarà interessante poi vedere in azione, considerato che ieri sera è rimasto silente, l’Underground Stage, novità principale dell’edizione 2016 del Fosch Fest, sulle cui assi andrà ad esibirsi un nutrito manipolo di schieramenti italiani, con in evidenza i già noti The Modern Age Slavery e i Sinphobia, vincitori della Wacken Metal Battle Italy di quest’anno e quindi in procinto di partire per Itzehoe e dintorni.
Due parole vogliamo spenderle anche sulla per ora tanto discussa tessera Foschpay: ieri per l’organizzazione è stato un giorno di rodaggio ed erano quindi prevedibili certi disagi e dilungamenti di tempistiche, sebbene un’ora di coda per ritirare la succitata tessera ed il bicchiere sia sicuramente esorbitante; è notizia di ieri sera che nella giornata odierna verranno aperte altre due casse – quindi in totale saranno cinque, se non abbiamo visto male ieri – per espletare in rapidità la formalità. Non vogliamo prendere troppo posizione su questa innovazione, importata da un gigante fra i festival europei quale l’Hellfest, anche perchè ci sono ovviamente sia pro che contro: fra i primi, citiamo l’effettivo annullamento (o quasi) delle code per prendere il bere e il mangiare e la velocità del sistema di lettura della card, senza perdite di tempo nel dare i resti; fra i secondi, invece, abbiamo la scomodità di dover tenere il proprio bicchiere sempre appresso – il costo di un nuovo bicchiere è 1 euro -, eventuali altre code per effettuare le ricariche e, soprattutto, il rischiare di restare con una tessera carica a fine festival (ok, si può riutilizzare l’anno prossimo ed è un metodo per fidelizzare l’utenza, ma logica vuole che nessuno sia certo di presenziare allo stesso evento fra 365 giorni). Insomma, per il popolo metallico italiano la Foschpay è una prima assoluta, perciò è consigliabile essere tolleranti e adeguarsi un attimo agli aggiustamenti in corsa che siamo certi l’attenta organizzazione del Fosch saprà apporre.
A questo punto vi lasciamo e vi spediamo direttamente ai trafiletti band per band. Seguiteci anche oggi durante il report in diretta!

Aggiornamento ore 15.00: il festival é attualmente in attesa di riprendere, in quanto un forte acquazzone in mattinata ha reso parzialmente inutilizzabili il palco e la zona backstage e si é dovuto attendere l’agibilitá delle strutture. In questo momento non sappiamo quali modifiche subirá il programma della manifestazione. Restate sintonizzati.
Aggiornamento ore 15.55: l’organizzazione ha comunicato che la prima band ad esibirsi saranno i Fleshgod Apocalypse, con inizio alle 16.30. Diamo quindi per certo l’annullamento degli Ulvedharr e di tutto il programma del secondo stage, mentre a breve verrá comunicato il nuovo running order del Main Stage.
(Marco Gallarati)

Crediti:
Coordinamento e gestione stand + meet&greet: Alessandro Corno, Luca Corbetta e Boris Nieli
Fotografie meet&greet (Sacred Reich, Fleshgod Apocalypse, At The Gates): Alice Pandini
Fotografie report: Enrico Dal Boni
Report in diretta: Andrea Raffaldini (Destruction, Anthrax), William Crippa (Fleshgod Apocalypse, Sacred Reich), Marco Gallarati (At The Gates)

 

ULVEDHARR – esibizione annullata
Provenienza: Clusone (BG)
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DENIAL – esibizione annullata
Provenienza: Genova
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FLESHGOD APOCALYPSE – 16.30-17.30
Provenienza: Roma, Perugia
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Ore 16:40, finalmente l`attesa é finita e, sovvertendo l`ordine naturale delle cose, é il tempo della tempesta dopo la quiete. Ai Fleshgod Apocalypse l`onere e l`onore di dare il via ufficialmente al Fosch Fest Day 2, partendo ad handicap di fronte ad un pubblico accaldato e spazientito per la lunga attesa non prevista, fermo restando che i perugini, a dispetto di una notevole esperienza internazionale, rimangono una band  probabilmente piú apprezzabile in studio che in ambito live, per la proposta non esattamente immediata. L`intro dell`ultimo, bellissimo, “King”, “Marche Royale”, lascia presto spazio a “In Aeternum”, ma qualcosa non funziona a dovere ed il pubblico riesce a percepire solamente la voce della soprano ai cori, la batteria di Francesco Paoli e le orchestrazioni preregistrate, lasciando silenti le due chitarre, il pianoforte (girato verso il retropalco, d`ordinanza) ed il basso; la situazione migliora sul finale del pezzo, anche se la chitarra del frontman Tommaso Riccardi rimarrá drasticamente al di sotto di quella del collega Cristiano Trionfera. Segue poi un pugno di brani, tra i quali spiccano “Pathfinder” e “Cold As Perfection”, introdotte in maniera alquanto teatrale dal cantante, e “The Violation”, che segue alla classica lettura del Canto XXVI dell`Inferno dantesco e che scatena un violento wall-of-death. Il pubblico segue con attenzione la performance della band, di classe e raffinata, arricchita da una teatralitá notevole e da cambi di posizione tra i componenti mai casuale e coreografata al meglio, incitando ed applaudendo nonostante tutto. Arriva il turno della bella “The Fool”, dall`ultimo lavoro, accolta con un boato ma interrotta bruscamente da un problema tecnico che riduce la band al silenzio; i minuti passano ed il vocalist intrattiene quanto puó gli astanti, ma al ritorno a pieno regime della strumentazione rimane il tempo per un solo brano, con grande disappunto per i numerosi fan del combo umbro. “The Forsaking” chiude una prestazione minata da troppi problemi, anche se supportata al meglio da una venue davvero paziente.
(William Crippa)

 

SINPHOBIA – esibizione annullata
Provenienza: Verona
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DESTRUCTION – 18.00-19.00
Provenienza: Weil am Rhein, Germania
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Il concerto dei tedeschi Destruction é stato purtroppo segnato da una serie di fottutissimi e odiosi problemi tecnici. Infatti, dopo le prime cinque note di “Under Attack”, l`audio é clamorosamente saltato lasciando ammutoliti band e pubblico. Schmier, mentre i tecnici sistemano l’impianto, offre birre ai ragazzi nelle prime file ed urla un sonoro porco***. La situazione sembra sistemarsi, il frontman/bassista annuncia che la band ora suonerá una serie di classici. Parte a mille “Curse The Gods” e, mentre Mike sciorina riff poderosi di chitarra, il pogo inizia a prendere piede sotto il palco. Con “Eternal Ban” il clima si riscalda ulteriormente, i Destruction suonano cattivi e incazzati, ma purtroppo, dopo pochi minuti, ancora una volta i volumi si azzerano e l’impianto audio sembra non dar piú segni di vita. Altre birre regalate e altri sacramenti blasfemi tirati da band e pubblico durante una pausa che, con questo caldo, sembra davvero interminabile. Per fortuna lo staff tecnico ancora una volta rimette a posto tutto: purtroppo peró, da questo punto in poi, i Destruction si mostreranno leggermente ‘scoglionati’ e con un vigore minore rispetto ai primi pezzi. Un vero peccato, perché lo show di oggi sarebbe dovuto essere un evento speciale, una festa per i trent’anni di “Eternal Devastation”; invece, a causa dei tempi ridotti, il trio teutonico ha optato per un piú comune best-of. La strumentale “Thrash Attack” cerca di rinvigorire l’animo del pubblico, a seguire la cruenta “Release From Agony” ci regala un tocco di ignoranza metallica. I cavalli di battaglia si susseguono uno dopo l’altro, da “Nailed To The Cross” a “Mad Butcher”, fino a quando, come ciliegina sulla torta, Schmier comunica che é stato loro accorciato il tempo concesso. C’é ancora spazio per due soli brani, che i Destruction lasciano scegliere direttamente ai ragazzi del pubblico. “Thrash Till Death” e “Bestial Invasion” chiudono un concerto troppo breve e non del tutto soddisfacente, a causa dei continui problemi che il terzetto ha avuto contro. Una vera disdetta, per una seconda giornata di Fosch Fest funestata dalla sfortuna e che sta cercando di dare ai tanti spettatori paganti il giusto e meritato divertimento.
(Andrea Raffaldini)

 

FALLOUT H.R. – esibizione annullata
Provenienza: Chieti
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SACRED REICH – 19.50-20.50
Provenienza: Phoenix, Arizona, Stati Uniti
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Una delle band piú attese della giornata risponde al nome Sacred Reich. Perché? Perché il gruppo, decisamente storico, fondato nel 1985, mai e poi mai era venuto a suonare in Italia, complice anche lo split avvenuto nel 2000. Ma siamo ormai a metá 2016 e gli americani, from Phoenix, Arizona, si sono riuniti da ormai nove anni ed é davvero ora di una data italiana per accontentare coloro che non li hanno mai dimenticati. Introdotti dalla classica “Also Sprach Zarathustra” (l`entry music di Ric Flair in WWE, per intenderci), dopo lo strillo tipico da parte di Phil Rind, `the truth, the justice, the American way`, ecco tutta la potenza dei Sacred Reich abbattersi sull`area concerti di Bagnatica sotto il nome “The American Way”. Certo, presentarsi sullo stage dopo i Destruction potrebbe essere difficoltoso per qualsiasi thrash band, ma Phil e soci appaiono da subito sorridenti e sicuri dei propri mezzi, sciorinando brani su brani supportati da un pubblico preparato e competente, che non solo si diverte, ma canta mostrando di conoscere bene chi ha di fronte. “Death Squad”, al termine della quale i membri dei Sacred Reich si abbracciano tra loro, provocando e aizzando una vera e propria epidemia di affetto tra l’audience (fin troppo affetto, visto che un nerboruto energumeno durante il siparietto sale sul palco per conoscere e stringere a sé il cantante, in un momento a dir poco imbarazzante), e poi “One Nation”, con il suo coro anthemico che ripete di continuo `peace!` e ancora ‘love…hate!’, per un succedersi di grandi pezzi. Fortunatamente, sembra che i problemi d’impianto odierni abbiano schivato i Sacred Reich, che non brillano per tecnica ma dimostrano di saperci fare nel divertire e divertirsi. Arriva anche il turno di “War Pigs” dei Black Sabbath, coverizzata con grande energia e potenza, apprezzatissima e rafforzata da una mozzafiato “Ignorance”. Ricordando agli astanti che i Sacred Reich possiedono una canzone perfetta per i festival, Phil, Jason Rainey e Wiley Arnett invitano il pubblico a tenere il tempo con le mani, mentre danno il via a una grande versione di “Heal”, completata in medley da “Who`s To Blame?”. “Indipendent” é una mazzata colossale, ma é con la conclusiva “Surf Nicaragua” che il pubblico va in delirio, per un clamoroso pogo finale. Che dire, buona la prima per i Sacred Reich!
(William Crippa)

 

UNREDEEMED – esibizione annullata
Provenienza: Alessandria, Livorno
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AT THE GATES – 21.40-22.40
Provenienza: Goteborg, Svezia
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I cambi palco, con l’assenza totale dell’Underground Stage a fare da intrattenimento, paiono lunghissimi, ma finalmente, alle 21.40, arriva anche l’ora degli At The Gates, assenti dal territorio lombardo dal Metalitalia.com Festival 2014, quando ricorderete bene si erano esibiti in quattro a causa dell’imprevista assenza del chitarrista solista Anders Bjorler. L’attacco é scontato: l’intro “El Altar Del Dios Desconocido” lascia spazio a “Death And The Labyrinth”, opener di “At War With Reality”, eseguita a pieno regime e con suoni piú che buoni. Suoni che resteranno accettabili per tutta l’ora di performance, lasciando a desiderare solo per la resa secca delle drums di Adrian Erlandsson, che ha fatto perdere un po’ di profonditá a tutta la baracca. Una setlist quasi completamente dedicata all’ultimo disco e al classico melo-death per eccellenza, “Slaughter Of The Soul”, ha permesso alla sola “The Swarm” di intrufolarsi a tradimento tra le varie ed epocali “Cold”, “Under A Serpent Sun”, “Suicide Nation”, “Nausea”, e tra le meno epocali, ma altrettanto convincenti, “The Book Of Sand (The Abomination)”, “Heroes And Tombs” e “The Circular Ruins”, forse la meglio eseguita tra le canzoni del platter di ritorno in studio. ‘Tompa’ Lindberg ha orchestrato con pochi fronzoli, con esperienza e regalando bacini a tutti – bacini chiaramente ironici – i propri compari di band, bisogna dire ben dinamici e particolarmente attivi on stage. Gli At The Gates, si sa, sulle assi badano al sodo, concedendo pochissimo allo spettacolo, chiacchierando ancor di meno e puntando su un repertorio seminale nel proprio genere, interpretato con maestria e giusta attitudine. Si arriva alla fine, siglata da “The Night Eternal”, ascoltata di sfuggita dalla maggior parte degli astanti perché ancora intontiti dalla clavata assurda ricevuta qualche attimo prima con la proposizione di “Blinded By Fear”, ineluttabilmente destinata ad un fato di masterpiece totale di un intero genere. Nessun problema tecnico anche per gli At The Gates e seconda giornata di Fosch Fest che si avvia verso gli Anthrax risollevando un pochetto la testa, fin troppo insabbiata dall’annullamento di piú della metá dei gruppi odierni, dalla serie di problemi tecnici avuti con Destruction e Fleshgod Apocalypse e dalle pesanti attese da fare per recuperare qualcosa da mangiare e bere, che non siano pizza e birra.
(Marco Gallarati)

 

THE MODERN AGE SLAVERY – esibizione annullata
Provenienza: Reggio Emilia
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ANTHRAX – 23.20-00.30
Provenienza: Yonkers, New York, Stati Uniti
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La frescura della sera rende molto piú piacevole l’attesa del cambio palco, in sottofondo “The Mob Rules” dei Black Sabbath quando le luci si spengono e gli Anthrax salgono carichissimi sul palco. “You Gotta Believe” dà inizio alla danza infernale degli americani, che da subito si impegnano al massimo per mettere a ferro e fuoco il festival. “Monster At The End” segue a ruota: Scott Ian spara riff e mette a dura prova il suo collo a suon di headbanging per tutta la durata del concerto, mentre Frank Bello martella il suo basso muovendosi come un indemoniato. Joey Belladonna é peró il vero mattatore dello show, allegro e sprizzante energia da tutti i pori. “Caught In A Mosh” e “Madhouse” scatenano l’inferno sotto il palco, i suoni sono perfetti, la band suona in modo altrettanto convincente ed il pubblico restituisce adrenalina in quantitá industriale. La differenza tra mestieranti ed una vera band é saper intrattenere e gli Anthrax sono veri maestri. Alla batteria, Jon Dette dà una marcia in piú allo show, preciso, veloce e potente come un carro armato. Con “Evil Twin” gli americani fanno promozione al loro ultimo disco, prima di proseguire con la potente “Medusa”. Lo spettacolo scorre inesorabilmente verso la conclusione, ma c’é ancora tempo per alcune bordate micidiali: “In The End” e la sempreverde “Antisocial”. Scott Ian e compagni si congedano velocemente e scappano dietro il palco, segnale chiaro che dei bis sono in arrivo. “Breathing Lightning” e “Indians” siglano in modo definitivo la parola fine sul concerto degli Anthrax, che senza tanti giri di parole hanno dimostrato di essere i veri ed unici headliner dell’intera manifestazione. Stanchi, ma soddisfatti, ci ritiriamo per prepararci alla terza ed ultima giornata del festival, sperando si possa vivere in maniera più tranquilla rispetto a quanto successo quest’oggi.
(Andrea Raffaldini)

 

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