FOSCH FEST 2016 – 3° giorno
24/07/2016 – Area Feste Bagnatica – Bagnatica (BG)
Running order:
Apertura porte: 13.00
(Underground Stage) 14:45 – 15:15 – BERIEDIR
(Main Stage) 15:15 – 16:00 – ULVEDHARR
(Underground Stage) 16:00 – 16:30 – EVENDIM
(Main Stage) 16:30 – 17:15 – ATAVICUS
(Underground Stage) 17:15 – 17:45 – NORHOD
(Main Stage) 17:45 – 18:30 – DRAKUM
(Underground Stage) 18:30 – 19:00 – ATLAS PAIN
(Main Stage) 19:00 – 20:00 – SKALMOLD
(Underground Stage) 20:00 – 20:30 – NIGHTLAND
(Main Stage) 20:30 -22:00 – ENSLAVED
(Underground Stage) 22:00 – 22:30 – KANSEIL
(Main Stage) 22:30 – 00:00 – KORPIKLAANI
Introduzione
Dopo la giornata particolarmente impegnativa di ieri, con le relative polemiche e strascichi comunicativi sui social che si susseguono in queste ore, questa domenica, terzo e conclusivo giorno di Fosch Fest, pare essere cominciata in modo sereno e normale, senza nessuna bomba d’acqua a rovinare i piani tecnici dell’organizzazione, con l’Underground Stage finalmente funzionante e con un tempo clemente e pacifico, sebbene decisamente afoso.
L’annullamento forzato di ben sei gruppi su undici del sabato e i problemi tecnici occorsi a Fleshgod Apocalypse e Destruction, nonostante abbiano dato il la a variopinte critiche, non dovrebbero sminuire il lavoro di uno staff che sta cercando di rendere appetibile il piú possibile a livello internazionale un festival che, a tutt’oggi, é ancora definibile di stampo underground e semi-amatoriale. Quindi massimo supporto a tutti i membri della crew, innanzitutto, rimproverando loro in maniera severa solo la grave lacuna informativa, sia sul posto sia sui social, entrambi luoghi aggiornabili in tempo reale e trasparente, che, nel corso della difficoltosa situazione di ieri, sono stati lasciati davvero a corto di notizie e aggiornamenti. Dopo ció, é buono e giusto scrivere anche la nostra su alcuni punti che non hanno funzionato a dovere, in primis il ristretto numero di punti-ristoro e la mancata introduzione del ‘rito’ festivaliero della cauzione del bicchiere. Una vera rottura di scatole, per molti, dover viaggiare per tutto il giorno con un bicchiere in mano o in tasca, diciamola tutta. E, per quanto riguarda il primo punto, se la tessera Foschpay ha snellito moltissimo il giro di denaro contante nell’area festival, il problema code non é stato affatto risolto, ma solo trasferito nei pressi delle cucine. Se la zona birra e la pizzeria hanno funzionato bene o comunque in modo accettabile, la zona acqua/gelati e quella della cucina vera e propria sono risultate troppo lente e insufficienti per gestire tutta la gente accorsa ieri sera. Su queste segnalazioni, due fra le diverse che si possono fare con serietá e senza sbraitare, invitiamo i membri dello staff a riflettere per la prossima edizione.
Passando al programma odierno, dobbiamo innanzitutto comunicarvi che, per carenze interne di personale, non riusciremo a seguire le band in esibizione sull’Underground Stage, né come report né con il photoset. Quindi un enorme horns up di scuse va a tutti i gruppi coinvolti: Beriedir (ora on stage, mentre scriviamo), Evendim, Norhod, Atlas Pain, Nightland e Kanseil.
Sempre restando in merito al running order odierno, segnaliamo la sostituzione dei cremonesi Embryo con i bergamaschi Ulvedharr, saltati ieri e richiamati quest’oggi a sostituire la death metal band autrice dell’ottimo disco omonimo, uscito nel 2015. Gli Ulvedharr saranno i primi a suonare sul Main Stage, mentre i semi-sconosciuti spagnoli Drakum si ritrovano ‘magicamente’ a performare in uno slot migliore, piú avanti nel corso del pomeriggio.
Bando alle ciance per un’ennesima volta, restate sintonizzati anche quest’oggi e seguiteci con attenzione!
(Marco Gallarati)
Crediti:
Coordinamento e gestione stand + meet&greet: Alessandro Corno, Luca Corbetta e Boris Nieli
Fotografie meet&greet (Enslaved): Alice Pandini
Fotografie report: Enrico Dal Boni
Report in diretta: Emilio Cortese (Atavicus, Skalmold, Enslaved) e Marco Gallarati (Ulvedharr, Drakum, Korpiklaani)
BERIEDIR – 14.45-15.15
Provenienza: Bergamo
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ULVEDHARR – 15.15-16.00
Provenienza: Clusone (BG)
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Gli Ulvedharr si riprendono il posto che spetta loro, il kick-off del Main Stage, dopo la sfortunata cancellazione dello slot del giorno prima. A dar loro posto gli Embryo, impossibilitati ad esibirsi a causa di una mancata comunicazione del cambio d’orario del loro set, circostanza ancora da chiarire bene. La band di Ark Nattlig Ulv ha sfoderato una prestazione sopra le righe, fomentando i nervi a fior di pelle dei giovani ragazzi impegnati, sotto un Sole cocente ed ustionante, a prendersi a mazzate con continui circle-pit, poghi rabbiosi e wall-of-death comandati dagli stessi protagonisti del pit. “War Is In The Eyes Of Berserker” ha aperto le gabbie, minata da suoni potenti ma deficitari, con basso e prima chitarra poco udibili e alzati di volume solo a performance inoltrata. A volte non si spiegano queste correzioni tardive, quando i problemi sono ben evidenti dalla prima nota della performance. “Battle For Asgard” e “Onward To Valhalla” hanno confermato l’affezione della band per il death metal scandinavo piú battagliero e orientato a tematiche vichinghe – fondamentale l’influenza Unleashed per i Nostri – mentre una robustissima “Legion”, presente sull’omonimo e prossimo EP, ha anticipato l’evoluzione del sound della band, che é parsa ancora piú violenta e massacrante. Opportunitá quindi ottimamente sfruttata dagli Ulvedharr, che, giocando in casa, hanno davvero spaccato ogni cosa in movimento a quest’ora canicolare.
(Marco Gallarati)
EVENDIM – 16.00-16.30
Provenienza: Firenze
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ATAVICUS – 16.30-17.15
Provenienza: Chieti
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Si presentano on stage bardati da antichi soldati e pittati di rosso come guerrieri greci, gli abruzzesi Atavicus, alle 16.30 sotto ad un Sole cocente. La loro proposta altro non é che un symphonic black metal abbastanza orecchiabile e accessibile anche agli ascoltatori piú occasionali di tali sonoritá. I suoni sono sin da subito parsi piuttosto ben calibrati e il pubblico si é dimostrato decisamente partecipe e ben predisposto. L’esibizione si é incentrata soprattutto sulla presentazione dei nuovi brani che andranno a dare vita a quello che sará il primo full-length della band. “Estasi Del Sangue” é il pezzo d’apertura suonato, che ci ha ricordato da vicino le sonoritá dei Cradle Of Filth, con un’alternanza tra screaming vocals ulceranti e growl gutturali, in aggiunta alle aperture musicali epicheggianti e teatrali. “L’Ardire Degli Avi” é il secondo inedito presentato oggi in esclusiva per il Fosch Fest 2016, un brano articolato e ricco di pathos, suonato con qualche lieve sbavatura nei frangenti piú veloci ma complessivamente ben riuscito. Chiude una setlist di un pugno di brani “Sempiterno”, quello che i Nostri definiscono come il loro cavallo di battaglia, reso con un’esibizione vigorosa e muscolare e che ha ricevuto una risposta entusiastica da parte del pubblico, che non si é di certo risparmiato nel pogo e nell’headbanging. Dobbiamo dare atto agli Atavicus che, in questo torrido pomeriggio, hanno saputo divertire e divertirsi: non ci resta a questo punto che aspettarli al varco del primo full, le premesse per sentire qualcosa di interessante ci sono tutte.
(Emilio Cortese)
NORHOD – 17.15-17.45
Provenienza: Lucca
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DRAKUM – 17.45-18.30
Provenienza: Barcellona, Spagna
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Arriviamo alla prima band internazionale della giornata, i catalani Drakum, essendo originari di Barcellona. I Drakum hanno guadagnato due posizioni nel bill e, in parte, si sono meritati la maggiore visibilitá, potendo contare su sonoritá che da queste parti vengono grandemente apprezzate. Stiamo parlando di un folk-death metal bellicoso e irriverente, che fa di alcol e troll le tematiche preponderanti, facendoci associare gli spagnoli a formazioni quali Alestorm e Trollfest, oltre che ovviamente Finntroll e Korpiklaani. Il vocalist Javi Crosas, del tutto ineducato a livello tecnico ma abbastanza su di giri per coinvolgere il parterre, é riuscito a far accorrere un bel po’ di gente subito dopo l’esecuzione del primo brano, accolto con generale freddezza e persone limitate sotto lo stage. Lo show é poi decollato, senza mai raggiungere vette di eccellenza ma comunque dando una bella scossa d’adrenalina al pubblico, che ha dimostrao di apprezzare il genuino ‘folk-casino’ dei Drakum. Una tastiera a tracolla – chi scrive, purtroppo, non riesce a ben sopportare il suono plasticoso di questo strumento – un violino elettrico, un piccolo flauto e una gaita galiziana hanno contornato di folklore la tipica line-up da gruppo metal, con batteria, basso e due chitarre. “Absinthe”, “Spirit”, “Whisky” e “Troll Recipe” sono state le canzoni che ci é parso piú abbiano movimentato gli astanti, quest’oggi molto attivi in canti, battimani e poghi, ma ben meno numerosi della giornata di ieri. In questo momento, al nostro stand si sta tenendo il meet&greet degli Enslaved e a breve sul palco gli Skalmold, attesissimi islandesi. Il Fosch Fest 2016 continua!
(Marco Gallarati)
ATLAS PAIN – 18.30-19.00
Provenienza: Milano
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SKALMOLD – 19.00-20.00
Provenienza: Reykjavik, Islanda
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Con gli islandesi Skálmöld i suoni iniziano ad essere decisamente piú poderosi e bombastici, si voglia anche perché il loro viking-folk metal é basato su dinamiche strumentali incentrate maggiormente sulla potenza e sul groove sprigionato dalle tre chitarre, piuttosto che sulle melodie delle voci, delle chitarre o delle tastiere (per la veritá abbastanza in ombra oggi). Sin dai primi minuti, ció che balza all’orecchio sono le parti vocali durante le strofe non propriamente memorabili, piú che altro nel loro essere generalmente monocordi. Ma se queste non sono cosí irresistibili, strumentalmente il combo nordico é invece decisamente sul pezzo e i brani, specie nei frangenti piú potenti e cadenzati, sono avvincenti e riescono bene nel loro intento di coinvolgere l’ascoltatore e costringerlo a fargli sbattere il capoccione verso il basso in un headbanging furente. Pollice in su anche per i chorus, dal sapore piú progressive, che donano ai pezzi quel filo di epicitá (ma non troppa), nonché un ampio respiro scenografico, rendendoli memorizzabili e oltremodo accattivanti. I sei islandesi hanno una presenza scenica ben diversa rispetto a quanto visto con la precedente band, i Drakum: meno festosa e baldanzosa, ma piú posata e comunque da gruppo navigato ed esperto, quale in effetti essi sono. La risposta del pubblico sui primi brani é piú statica, ma via via gli animi si scaldano e le vibrazioni diventano sempre piú positive. Mentre la sera inizia piano piano a scendere (e il caldo a cedere) i Nostri suonano il brano piú conosciuto del loro repertorio, ovvero “Kvaðning”, tratto dal loro disco d’esordio, che viene accolto con grande entusiasmo dall’audience che intona anche l’assolo con grande partecipazione, per la gioia della compagine di Reykjavik che, alla sua prima calata in suolo italico, ha lasciato sicuramente una buonissima impressione.
(Emilio Cortese)
NIGHTLAND – 20.00-20.30
Provenienza: Pesaro
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ENSLAVED – 20.30-22.00
Provenienza: Bergen, Norvegia
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Il tramonto e i primi minuti audio del film “Arancia Meccanica” introducono il tanto atteso show dei norvegesi Enslaved che, con questo tour, stanno celebrando il loro venticinquesimo anno di attivitá e, pertanto, ci riproporranno una setlist incentrata principalmente su brani vecchi e che, come vedremo in seguito, andrá a ripercorrere tutta la loro gloriosa discografia. Insomma, non sará il tipico concerto per presentare la loro ultima fatica in studio “In Times”, anzi. Quindi pronti via, e subito veniamo investiti dai riff glaciali di “Jotunblod” a cui spetta il compito di aprire le danze. Da “Monumension” viene estratta quella che é la opening track del disco, “Convoys To Nothingness”, cosí fredda e glaciale nelle sue parti veloci ma al contempo evocativa ed emozionante nell’outro finale. Si prosegue in ordine cronologico con la title track di “Isa”: questa setlist sembra essere concepita per mettere in evidenza l’evoluzione stilistica del sound della band che, nel corso degli anni, é cambiato in maniera cosí radicale, diventando via via sempre piú melodico ma senza far perdere ad essa un’oncia della propria credibilitá, non proprio un fattore scontato, questo. Da “Ruun” i cinque norvegesi ci propongono l’incedere compassato e ipnotico di “Fusion Of Sense And Earth”, al termine della quale facciamo un passo indietro (cronologicamente parlando) tornando ad “Isa”, da cui viene estratta “Return To Yggdrasil”, con il suo chorus tutto cuore e pathos da cui ci lasciamo cullare nella consapevolezza che stiamo assistendo ad uno show memorabile, che sicuramente rimarrá impresso nelle nostre memorie metalliche per lungo tempo. Si torna sulla strada della storia con la bellissima “Ground”, incantevole e toccante sia nelle clean vocals che nei suoi splendidi assoli che quasi quasi ci provocano un leggero nodo alla gola per l’emozione. I Nostri celebrano anche la loro conoscenza musicale tributando un grande gruppo progressive italiano, i Banco Del Mutuo Soccorso, a cui dedicano la successiva “Ruun”. Siamo agli sgoccioli ormai, purtroppo, e rimane giusto il tempo per le presentazioni di rito dei membri della band e per un divertente siparietto in cui il frontman Grutle Kjellson introduce al pubblico un violinista/flautista…che ovviamente non c’é e che invece era presente nella maggior parte dei gruppi oggi al Fosch Fest. Il pezzo di chiusura é “Allfáðr Oðinn”, ovvero un tuffo carpiato verso le sonoritá primordiali e prettamente black metal del loro demo datato 1992. Una performance assolutamente maiuscola, coronata da suoni perfetti (i migliori senza ombra di dubbio di questa giornata, fino ad ora). E’ calata la notte sul Fosch Fest e gli Enslaved ci fanno intravedere la fine di questa tre giorni di metallo.
(Emilio Cortese)
KANSEIL – 22.00-22.30
Provenienza: Treviso
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KORPIKLAANI – 22.30-00.00
Provenienza: Lahti, Finlandia
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Iniziamo quest’ultimo report dal Fosch Fest 2016 asserendo un certo dogma: vedere gli Enslaved suonare prima dei Korpiklaani é una folle eresia. E punto. Poi, ora, possiamo procedere con il resto del trafiletto: la band finlandese paladina del folk metal é cresciuta tantissimo negli ultimi anni, guadagnando appeal in maturitá, sobrietá e pulizia tecnica. Senza rasentare ovviamente prodigi strumentistici di alto livello, il sestetto di Lahti si é meritato il posto di headliner con una performance convincente, acclamata e perfetta, quando posta a conclusione di un festival come il Fosch Fest, dove Jonne Jarvela e soci sono accolti con le massime riverenze. Quasi un’ora e mezza di spettacolo, culminata con la doppietta micidiale ad alto tasso alcolico composta da “Vodka” e “Beer Beer”, che ha chiuso un set divertentissimo ben bilanciato lungo la discografia, ormai piuttosto corposa, della formazione finnica, che ha chiuso il trittico di esibizioni di band nordiche, dopo gli Skalmold dall’Islanda e gli Enslaved dalla Norvegia. Con due semplici strumenti folk, violino e fisarmonica, i Korpiklaani non abbondano con i dettagli della loro proposta, restando essenziali anche a causa dell’unica chitarra presente in line-up. I soliti anthem di humppa metal, sparati a medio-alte velocita da una compagine in palla, si sono alternati a brani piú ragionati e d’atmosfera (pochi, in verita) e a fucilate di thrash-folk metal basate su semplici ma redditizi riff di classicissima scuola Metallica. Forse fin troppo bistrattati dai detrattori di questa sempliciotta frangia di folk metal, stasera i Korpiklaani hanno fatto capire che il loro status, ed anche il loro fedele pubblico, é tutto sommato meritato e richiede il massimo rispetto. Molto bene, dunque, la chiusura del Fosch Fest 2016, un’edizione caratterizzata da un venerdí e da una domenica d’ordinanza e da un terrificante sabato di follia e organizzazione carente. Al prossimo anno, allora, e vi raccomandiamo…non perdete la Foschpay!
(Marco Gallarati)