25/07/2021 - FULCI + ANTICLOCKWISE @ Legend Club - Milano

Pubblicato il 29/07/2021 da

È dalla pubblicazione di “Tropical Sun” che i Fulci stanno bruciando le tappe del consenso (underground) imponendosi come IL gruppo estremo tricolore degli ultimi anni. Una scalata al successo che passa da un concept intrigante e curato sempre nei minimi dettagli, da un’oculata promozione sui social – strumenti ormai indispensabili per diffondere a dovere il proprio nome – e, ovviamente, da una proposta energica e immediatissima, masticabile anche da chi magari non può considerarsi un ascoltatore abituale di death metal. Partendo da questi presupposti, non stupisce che il release party milanese del nuovissimo “Exhumed Information”, uscito da pochi giorni su Time to Kill Records, sia stata l’ennesima dimostrazione dell’hype generato dalle mosse del gruppo di Caserta, il quale è riuscito a far registrare un semi sold-out in un Legend Club ovviamente predisposto con posti a sedere e che oltre al power trio ha accolto sul palco anche i bergamaschi Anticlockwise, entrée di serata certamente poco allineato allo stile degli headliner ma forte di un’esperienza consolidata nel campo del progressive heavy/thrash di marca Nevermore. Trenta minuti di performance che, a prescindere dai gusti di chi scrive, hanno scaldato a sufficienza gli animi del posato pubblico e spianato la strada agli adepti in musica del compianto regista romano…

FULCI
Candele, neon rossastri, nebbia cimiteriale ad avvolgere lo stage, un telo da proiettore per restituire anche visivamente le scene orrorifiche che fanno da sfondo ai loro brani, in questo caso attinte da “Paura nella città dei morti viventi”, “Zombi 2” e “Voci dal profondo”. Si presentano così i Fulci, con una scenografia scarna ma tremendamente impattante e una consapevolezza nei propri mezzi che, fin dai primi minuti, risulta essere degna di act internazionali sulla carta più quotati. Un mix di ricercatezza nella forma e immediatezza nei contenuti che bypassa agevolmente la mancanza di un batterista in carne ed ossa scaraventando in faccia all’audience, complici dei suoni potentissimi come da tradizione del locale meneghino, una proposta che si articola vivacemente attraverso omaggi ai Cannibal Corpse dell’era Barnes e agli Obituary dei primi dischi, parentesi laide e corrotte degne dei Devourment e – arrivando agli estratti di “Exhumed…” – qualche azzeccato rimando ai ‘war masters’ Bolt Thrower, per una setlist stracolma di mini ‘hit’ e fondamentalmente priva di momenti di stallo. D’altronde, quando a parlare sono innanzitutto i RIFF (il maiuscolo è per rendere giustizia al concetto) è difficile mancare il bersaglio del coinvolgimento, e infatti quelli partoriti dalla chitarra di Dome si confermano il vero asso nella manica del progetto, deflagrando qua e là come candelotti di dinamite e invitando praticamente in ogni istante all’headbanging, seppur da seduti. Detto poi del contrappunto viscerale del basso di Klem, ci preme sottolineare la performance al microfono di Fiore, la cui timbrica marcia e spontanea, figlia di chissà quante ore spese su classici come “Tomb of the Mutilated” e “The Bleeding”, è la classica ciliegina sulla torta in grado di attribuire a brani già di per sé devastanti (“Legion of the Resurrected”, “Voices”, “City of the Living Dead”, ecc.) ulteriori palle e autorevolezza, per un quadro d’insieme a dir poco efficace e incendiario. A fronte di serate come questa, difficile non esaltarsi e non rivedere l’ora di ammirare i Nostri sulle assi di un palco, possibilmente senza l’intralcio di sedie che – lasciatecelo dire – per nulla si conciliano con la violenza espressiva di certa musica. Alla prossima.

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