31/08/2013 - FULL TENSION ROCK FESTIVAL 2013 @ Via A. Grandi - Bolzano - Bolzano

Pubblicato il 05/09/2013 da

A cura di Valentina Piccione

Quella del 31 agosto a Bolzano è una splendida giornata di fine estate. E’ con trenta gradi, un sole splendente ed un’arietta piacevolissima che raggiungiamo l’area industriale a sud della città. Ancora una volta la venue del concerto è un parcheggio, ma a far da cornice alla spianata d’asfalto, questa volta, ci sono le imponenti Dolomiti. I due palchi, uno di fronte all’altro, sono pronti. Il principale ospiterà Fango, Devotion, Architects, Il Teatro degli Orrori e Deftones. Il secondo è un vecchio autobus griffato Red Bull che vedrà esibirsi i vincitori del contest Chiavi In Mano. La lineup per questa prima assoluta del festival promette bene e il pubblico, agevolato dal fatto che è sabato, arriva numeroso sin dai primi minuti dall’apertura dei cancelli. Oltre al panorama e, come sentiremo, un buon impianto audio, non mancano piccole aree relax e spazi destinati al cibo tipico che saranno letteralmente presi d’assalto..e addirittura un cocktail inventato ad hoc per la serata. Le prime note spettano ai Fango che, seguiti dai Devotion, cominciano a scaldare gli animi.

 

full tension festival 2013


ARCHITECTS

Con l’arrivo del tramonto è la volta degli Architects. Gli inglesi cominciano la loro performance nel momento di massima affluenza di pubblico. Spetta ad “Alpha Omega” dall’ultimo album prodotto, “Daybreaker”, l’apertura dell’esibizione. E’ da notare che tra le prime file parecchi sembrano apprezzare la partenza con questo pezzo, il cui video vale veramente la pena di essere visto. Grazie al loro metal-core semplice, pieno di ritornelli accattivanti e parti melodiche, sono in molti ad accorrere sin dal primo pezzo per sentirli da più vicino. Con undici brani, di cui alcuni veramente brevi, gli Architects, riescono effettivamente a coinvolgere i presenti. Durante i loro nove anni di carriera, con ben cinque album all’attivo, il materiale per un live intenso non manca. Da “The Here And Now”, che aveva segnato una svolta più commerciale alla loro carriera, sono proposti nel medesimo ordine solo i primi tre brani che, pur funzionando live, non sono certo destinati a essere i pezzi meglio eseguiti della serata. Circa a metà scaletta, il frontman Sam Carter incita tutti a fare qualche passo avanti: fino a questo invito, infatti, tutti i presenti hanno seguito attenti e quasi composti il concerto, ma da una certa distanza. Fortunatamente dopo ciò si è cominciato a notare un certo movimento nella folla, che é poi sempre andato in crescendo. Nessuna traccia dei primi due album “Nightmares” e “Ruin”, che vedevano alla voce Matt Johnson, sebbene qualche brano meriterebbe di essere presente. L’impressione è che l’attuale formazione abbia assolutamente tutte le caratteristiche per aumentare il proprio seguito. La chiusura della loro ultima data di questo tour con “Early Grave” e “These Colours Don’t Run” non fa altro che rafforzare questa idea.

Setlist:
Alpha Omega
Day In Day Out
Even If You Win, You’re Still A Rat
Follow The Water
Learn To Live
Daybreak
Delete, Rewind
Black Blood
Devil’s Island
Early Grave
These Colours Don’t Run

IL TEATRO DEGLI ORRORI
“Maestro? Maestro, si accomodi là, prego. Possiamo incominciare? Mia Vergine Santissima, Immacolata Concezione, non si era mai sentito niente del genere e allora musica maestro, musica maestro…”. E’ con “Vita Mia”, e a seguire con altri quattro pezzi presentati nello stesso ordine dell’album “Dell’Impero Delle Tenebre”, che Il Teatro degli Orrori si palesa sul palco: ovviamente, teatralmente. La voce di Pierpaolo Capovilla più che cantare racconta, lui quasi parla in certi pezzi. E se fino a poco prima sul palco si sono succeduti gruppi i cui testi delle canzoni erano quasi impossibile da cogliere, è questo il momento di capire qualcosa. Anche se, a dirla tutta, la lingua italiana questa sera non è certo la più parlata. Con “Majakovskij” è tempo del secondo album “A Sangue Freddo”, e per un attimo sembrerebbe veramente che questa sera abbia più a che fare con la poesia che con la musica. Pochissimo spazio è dato all’ultimo album della band, “Il Mondo Nuovo”, ma con una setlist così corta la scelta dei quattro ricade su pezzi più vecchi e rodati. La personalità del frontman è sicuramente straripante e a tratti rischia di offuscare il resto del gruppo, ma fortunatamente i suoni alle sue spalle sono decisi e potenti. Notevole il fatto di aver dato la possibilità ad una band italiana di aprire per gli headliner della serata.

Setlist:
Vita Mia
Dio Mio
E Lei Venne!
Compagna Teresa
L’Impero Delle Tenebre
Majakovskij
Non Vedo L’Ora
Per Nessuno
La Canzone Di Tom

DEFTONES
Solo pochi giorni fa abbiamo assistito alla loro esibizione a Rho e sottolineavamo come il ruolo di secondi fosse stretto per la band guidata dal carismatico Chino Moreno. Questa sera i Deftones sono finalmente headliner, e a notare dalle maglie indossate da alcuni del pubblico, non siamo gli unici ad ascoltarli due volte in una settimana. Dai primi istanti si capisce che la performance non deluderà i molti fan presenti. La cosa che si nota maggiormente durante l’esecusione di “Rocket Skates” è che la location, pur essendo all’aperto, ha un’acustica fenomenale. “Poltergeist” è introdotta dal siparietto di Chino Moreno che, battendo le mani e formando un cerchio davanti a sé, viene subito seguito dal pubblico; scambi tra lui e i fan delle prime file simili a questo proseguiranno durante tutti i novanta intensi minuti della performance. La setlist è un’azzeccatissima carrellata di brani presi da quasi tutti gli album, unica eccezione “Saturday Night Wirst”. Nelle retrovie, intanto, anche gli Architects e Il Teatro Segli Orrori sono usciti dal backstage, e tra una foto e l’altra provano a godersi lo spettacolo, che procede con “Digital Bath”, uno dei brani più riusciti della serata. Pochi minuti dopo tocca ad “Entombed” rallentare il ritmo, ma di certo non l’intensità del concerto; i cinque proseguono senza soluzione di continuità con “Diamond Eyes”, che riaccende gli animi. “Tempest” e “Swerve City” sono l’esempio perfetto di come anche l’ultimo uscito “Koy No Yokan” contenga pezzi che già sono entrati nelle orecchie della gente e siano destinati ad avere un posto fisso nelle esibizioni future. La chiusura è invece affidata ad “Adrenaline” che, dal lontano 1995, ci regala un’uscita di scena spettacolare con la tripletta “Root” / “Engine No. 9″ / “7 Words”, combo che lascia tutti letteralmente senza fiato. Piacciano o meno, le cose certe di questo live sono state due: primo, la potenza e la grinta sul palco hanno reso l’esibizione spettacolare; secondo, c’è gente che nelle prime file che pende letteralmente dalle labbra di Chino Moreno. Con un frontman che non si è risparmiato durante tutta lo show, che ha corso da un compare all’altro della sua band e trascinato il pubblico attraverso le particolari sonorità dei suoi pezzi, non ci meravigliamo del fatto che la prova di oggi sia così ben riuscita!

Setlist:
Rocket Skates
Poltergeist
Rosemary
Be Quiet And Drive (Far Away)
My Own Summer (Shove It)
Lhabia
Feiticeira
Digital Bath
Knife Prty
Elite
Entombed
Diamond Eyes
Sextape
You’ve Seen The Butcher
Tempest
Swerve City
Change (In The House Of Flies)
Bloody Cape
Encore:
Root
Engine No. 9
7 Words

Due note in chiusura
La città di Bolzano si è fatta trovare decisamente pronta ad un evento metal che ha dato luogo ad una serata incredibile. Gli organizzatori sono riusciti infatti ad integrare musica di qualità, una buona location e costo del biglietto accettabile. Il fatto che questa sera si sia assistito ad una prima edizione così ben pensata ci fa ben sperare che questo festival sarà riproposto l’anno prossimo, certi oltretutto del fatto che sono oggi presenti tutti i presupposti per aumentare ulteriormente il pubblico. Tra le cose che non siamo più molto abituati a vedere, e che ci ha fatto veramente piacere trovare, c’è il braccialetto personalizzato del festival. La scelta delle band non ha deluso e il Red Bull Tour Bus, su cui si sono esibiti in ordine di apparizione London Elephants, Tah, Mainfelt e Mother’s Cake, durante le pause tra una band e l’altra sul palco principale, è stato sicuramente apprezzato da molti. Piuttosto che sentire il solito CD, molto meglio dare la possibilità a band emergenti di esibirsi con un pubblico così numeroso. Insomma, il Full Tension Rock Festival è assolutamente promosso!

9 commenti
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