Report a cura di Luca Corbetta
Fotografie di Federico Rucco
Dopo i recenti fatti di cronaca legati al terrorismo, i quali non hanno risparmiato neanche il mondo della musica, nel locale del milanese si respira una leggera tensione dato che il concerto di stasera prevede che vengano toccati argomenti molto in linea con la religione; ma semplicemente le divinità invocate saranno ben diverse da quelle che il mondo religioso proclama ed invoca solitamente! I numerosi fan iniziano ad affollare il locale e questo è un forte segnale di non voler fare il gioco di pochi esaltati che hanno cercato, invano, di seminare il terrore anche nel nostro mondo preferito. Gli occhi di tutti i presenti sono rivolti ad un palco avvolto nella penombra, una sorta di lento nuovo inizio per appassionati che vivono la musica e che ancora hanno sulle labbra i racconti dell’ormai stranoto tragico fine settimana parigino; la lezione che tutti stanno impartendo stasera è che le discussioni sono finite e “noi non abbiamo paura!”.
DEAD SOUL
In apertura troviamo il duo svedese che accompagna la band di Linköping durante tutto il Black To The Future Tour, con un set davvero ridotto, e per l’occasione vediamo Anders e Niels accompagnati da un terzo elemento (alla chitarra). Pochissimi strumenti e una scenografia pressoché inesistente, miscelati a luci sempre soffuse, sono il contorno di uno show dalle sonorità un po’ malinconiche, sorretto dalle solide basi composte da chitarre elettriche pre-registrate. Una grandissima padronanza vocale, quella dimostrata da Anders Landelius, in particolar modo durante l’esecuzione del singolo “The Fool”, che trova la sua corretta definizione in una via di mezzo tra Nick Cave ed i Nine Inch Nails. Senza dubbio azzeccata la scelta scenografica, le luci che mantengono un leggero alone di mistero ed una lenta nebbia che risiede sul palco per tutta la durata della performance; chiudono l’analisi gli ottimi suoni e una perfetta miscelazione di effetti e sonorità.
GHOST
Il palco viene liberato in brevissimo tempo, dato il ristretto set dei Dead Soul, ed immediatamente tutto viene avvolto nell’oscurità. Dall’impianto del locale. la famosa “Masked Ball” (intro scelto dalla band) accoglie gli spettatori mentre i Nameless Ghouls prendono lentamente posto, imbracciando gli strumenti ed attendendo in religioso silenzio il termine del brano. Ecco la prima esplosione di luce, le note di “Spirit” tuonano sul palco mentre un sapiente gioco di luci copre l’ingresso in scena di Papa Emeritus III, che appare dal nulla come uno spirito infernale, avvolto in fasci di luce. Durante l’esecuzione di questo primo brano, un grido, quasi volto ad esorcizzare i recenti eventi legati ad atti terroristici, viene lanciato dall’oscuro frontman – “non abbiamo paura!” – ed ecco disegnarsi sul volto dei fan presenti un sorriso misto tra stupore e felicità e, senza dare nemmeno il tempo di pensarci, subito il basso prende pieno possesso come protagonista ed intona “From The Pinnacle To The Pit”, con un cambio di luci che tra il viola ed il blu rendono ancor più teatrale l’esecuzione del brano. Le prime battute tra Papa ed il pubblico vengono scambiate sull’intro di “Ritual”, durante la quale viene coinvolto molto il pubblico nel cantato, soprattutto nei ritornelli che sono ripetuti a gran voce; Papa mostra una nuova padronanza della linea vocale sottolineando in modo completamente rinnovato le strofe finali ed i ritornelli stessi, mentre l’audience accompagna con un coro unanime le chitarre dei Ghouls fino al termine del pezzo. Un’aspersorio carico di fumo spettrale compare tra le mani del sinistro cantante ed è subito il turno di “Con Clavi Con Dio”, storico pezzo che ha sempre avuto una resa ottimale durante i live show della band, il quale viene fuso in un medley senza sosta con la successiva “Per Aspera Ad Inferi”, altro famoso brano che attira ancor più tutti i presenti ad intonare cori, in particolar modo sulle numerose ripetizioni finali. Il buio del palco viene presto illuminato ed accompagnato da un breve momento durante il quale il vocalist, in un italiano stentato, chiede un secco “come va?”, per poi tornare alla lingua inglese e ringraziare tutti i presenti al concerto; mentre augura a tutti di godere della compagnia insieme, coglie anche l’occasione per presentare il successivo brano, chiedendo se il pubblico conoscesse “Meliora” ed ovviamente…”Majesty”. L’invito è quello di accompagnare l’intro con un battito di mani lento, profondo, sentito, ed immediatamente è il momento di una canzone che parla di fisicità e nutrimento, di amore e sangue: è la volta di “Body And Blood”, presentata all’audience ricordando che l’Italia è il paese dell’amore e della buona cucina; infatti, durante la sua esecuzione, due suore distribuiscono al pubblico “l’eucarestia”, composta da particole ed un calice in cui molti bevono rispettando la raccomandazione fatta dal Papa di non “afferrare” le giovani sorelle. Le tastiere ed una fitta coltre di fumo bianco accompagnano lo stacco musicale che permette a Papa di cambiarsi d’abito e riguadagnare il palco con una veste nuova, molto più simile ad un tetro appartenente alla Secret Society che alla solita figura papale. Completo elegante, senza tempo, ghette ai piedi e “Cirice” viene chiamata all’appello: singolo estratto dal nuovo album e video molto ben riuscito che vede una band interpretata da giovanissimi ragazzini, intenti in una recita scolastica ad eseguire il brano. Il sapiente gioco di luci diventa ancor più protagonista e disegna i profili dei Ghouls come demoni sul palco, i quali, guidati dalla interpretazione particolarmente sentita di Papa, rendono tutto il brano molto più reale e coinvolgente rispetto a quello che è possibile vedere dal video, regalando moltissime sfumature e dettagli unici di questo pezzo. “Year Zero” viene quasi coperta dai potenti cori iniziali gridati dal pubblico, il noto appello di demoni ed entità infernali viene gridato per tutto il brano, fino alla successiva “He Is”, malinconico episodio che narra la vicenda di una coppia e del loro osservare il mondo in fiamme dall’orlo dell’abisso. Dopo la famosa “Absolution”, è la volta di un momento interamente dedicato al male che il dio denaro porta alla nostra società, come spiega Papa prima dell’esecuzione di “Mummy Dust”, al termine della quale il palco assume una veste più rilassata, con i Nameless Ghouls seduti alle spalle di Papa Emeritus e con pronte le chitarre per regalarci un’ottima versione acustica di “Jigolo Har Megiddo”. Mentre il tempo in compagnia dei Ghost sta quasi per volgere al termine, Papa ringrazia velocemente prima di raccogliersi in un’intima e profonda esecuzione di “Ghuleh/Zombie Queen”, la regina zombie descritta in un testo molto acido e crudo; nell’ultimo scambio di battute con i fan, Papa ricorda che non tutto si può avere nella vita, ma che se abbiamo i Ghost, allora abbiamo tutto; ed ecco infatti l’ultimo brano della scaletta, “If You Have Ghost”. Una band completamente rinnovata dal loro ultimo show italiano risalente al luglio del 2014, sia nelle sonorità che nell’esecuzione dei brani e nella cura di costumi ed effetti, un concerto che ha sicuramente soddisfatto tutti i fan presenti e forse, perché no, convinto anche chi aveva qualche riserva sulla compagine svedese.
Setlist:
Masked Ball (Intro)
Spirit
From The Pinnacle To The Pit
Ritual
Con Clavi Con Dio
Per Aspera Ad Inferi
Majesty
Body And Blood
Devil Church
Cirice
Year Zero
Spöksonat
He Is
Absolution
Mummy Dust
Jigolo Har Megiddo
Ghuleh – Zombie Queen
If You Have Ghost
Encore:
Monstrance Clock