Report a cura di Davide Romagnoli
Fotografie di Francesco Castaldo
Ghoul, zombi, papi e vampiri, ben radunati nella cornice del locale meneghino che fa da sfondo al passaggio italico della band svedese, attendono con ansia lo show della Papa Emeritus Nameless Company, viste le ultime dichiarazioni relative alla considerazione del monicker da parte del frontman. Molto è comunque l’entusiasmo degli astanti per l’entrata in gioco dei Ghost, tornati sotto le luci dei riflettori anche e soprattutto per merito delle discussioni tra ex membri e Tobias ‘Papa’ Forge per questioni (prettamente) monetarie. Tenendo da parte pose, retroscena e vil danaro, il tour promozionale dell’ultimo “Popestar”, che risale al 2016, e brani come “Square Hammer” non vedevano l’ora di essere portati alla gentile attenzione degli italiani che si ritrovano, seppur senza bene conoscerli, anche di fronte ad un succulento antipasto: quello preparato dagli Zombi di Pittsburgh, Pennsylvania, di Romeriana memoria synthwave.
ZOMBI
“Zombi” è il titolo trasposto in italiano di “Dawn Of The Dead” di George Romero e la sua colonna sonora era quella dei Goblin: queste sono le coordinate di questo duo americano che già aveva fatto parlare di sé prima del successo di critica dell’ultimo “Space Shift”. I loop di basso e synth di Steve Moore offrono il pattern di dark electro anni Ottanta tipico delle premesse, sul quale si appoggia Anthony Paterra, abile nell’offrire un comparto non solo ritmico ma anche visivo alla performance. Non sono presenti infatti le proiezioni che verrebbe naturale inserire in show come questo, ma ciò appare essere un altro tratto peculiare degli spettacoli della band di Pittsburgh, in cui la volontà di ricreare solamente la parte musicale di certi rimandi estetici e visivi rimane fondamentale. Anche se poco conosciuti ai più della serata, la performance degli Zombi rimane un grande bonus al main event.
GHOST
Dopo una semi-eterna colonna sonora di sante messe, preparatrice al clima sacro/profano della serata, ecco spuntare i Nameless Ghouls che intonano le trame dell’ultimo singolone “Square Hammer”, nel quale entra subito in gioco il buon Papa Emeritus III alias Tobias Forge. Il pezzo è uno dei più funzionanti e perfettamente strutturati della band di Linköping, segno che la sua maturità, seppur a discapito di un certo lato di contenuto e profondità, è ormai arrivata ad altissimi livelli in fatto di efficienza e presa diretta dei nuovi brani. La band, c’è da dirlo subito, funziona abbondantemente e, per chi se li ricorda ancora agli esordi, bisogna notare un profondo slancio in una direzione moderna di status commerciale e perfettamente catchy anche in ambito performativo, oltre che di scrittura dei brani. Poco da dire, i Ghost suonano in forma, i siparietti kitsch e i sermoni di Papa strappano risate ed apprezzamenti e rubano parecchia memoria nei giga degli smartphone, attenti ed ubiquitari nel riprendere perfino il minimo movimento inconsueto che avviene sul palco. Si succedono a rotta di collo brani ormai diventati cardine per la band svedese, che già si erano fatti emblema nei precedenti live (non è poi ben diversa questa performance rispetto a quella del tour di “Meliora”, dopotutto), come ad esempio “Cirice”, “From The Pinnacle To The Pit” e le vecchie conoscenze “Ritual” e “Con Clavi Con Dio”, che ritornano ad un mood più oscuro e meno catchy e roboante rispetto ai nuovi lavori. Alla fine dello show le considerazioni che si possono muovere alla band di Papa Forge sono pressoché univoche: le canzoni funzionano per tutta la durata della setlist (con i momenti più alti del caso ed alcuni brani ancora non all’altezza degli ultimi prodotti), la band suona come deve suonare, lo show di Papa è di quelli che si guadagnano il benestare un po’ di tutti e alla fine si esce dal locale ancora canticchiandosi in testa quel “Come Together / Together As One / Come Together / For Lucifer’s Son”, chi ricordandosi gli Abba, chi il vecchio King Diamond e i suoi Mercyful Fate e chi invece conscio dell’originalità di una band che, se presa con le giuste distanze, rimane certamente un ottimo compendio al rock/metal da classifica di questi ultimi anni. In ogni caso, difficile non promuovere concerti come questo.
Setlist:
Square Hammer
From the Pinnacle to the Pit
Secular Haze
Con Clavi Con Dio
Per Aspera ad Inferi
Body and Blood
Devil Church
Cirice
Year Zero
He Is
Absolution
Mummy Dust
Ghuleh/Zombie Queen
Ritual
Monstrance Clock