Report a cura di Roberto Guerra
Fotografie di Simona Luchini
Il fatto che un concerto come quello dei Gloryhammer, con special guest al seguito, abbia avuto modo di tenersi all’Alcatraz di Milano, anziché tra le mura del più modesto Legend Club, è senza dubbio testimonianza di una nuova ondata di power metal tornato alla ribalta, grazie soprattutto a formazioni come i Sabaton o gli stessi headliner della serata in questione, i quali, tuttavia, adottano un approccio molto più parodistico al genere. Tutto ciò non può che far felici noi estimatori del più sognante e colorato tra i filoni della nostra musica preferita, e ancora di più vogliamo vantarci della presenza di una formazione italiana all’interno di questo fantasioso e scoppiettante tour europeo. Poche chiacchiere comunque, poiché il palco B del locale meneghino è allestito e l’affluenza si attesta già su numeri relativamente apprezzabili, il che significa che è il momento di buttarci nella mischia. Buona lettura!
WIND ROSE
Come scrivevamo sopra e come affermato anche dal corpulento frontman Francesco Cavalieri, i toscani Wind Rose tengono alto il vessillo italiano nel tour odierno di supporto a ben due formazioni provenienti da distanti angoli del globo. Ovviamente, al loro passaggio in patria, l’accoglienza non poteva che essere oltremodo calorosa, com’è facilmente possibile notare dalla partecipazione di tutti i presenti sui rintocchi dell’introduttiva “Of Iron And Gold” e, ovviamente, sull’apprezzatissima “Wintersaga”, che scatena letteralmente i nani guerrieri per poi spedirli quasi immediatamente in taverna ad ubriacarsi in concomitanza di “Drunken Dwarves”, tamarra e coinvolgente dal vivo come su disco. Non vi è dubbio che i Wind Rose e le loro armature naniche stiano continuando a raccogliere consensi: anche durante “Mine Mine Mine!” e “Diggy Diggy Hole” appare palese l’indiscutibile capacità di questa band di intrattenere le folle, le quali forniscono l’ultimo saluto su “To Erebor”, che chiude una scaletta di appena cinque estratti. La compattezza e professionalità dei Wind Rose meritano più di un applauso e siamo entusiasti che la loro simpatia, unita ad una notevole efficacia in termini compositivi ed esecutivi, stia permettendo loro di ritagliarsi un nome nella scena metal internazionale. Chiudiamo solo un occhio sull’uscita simil-patriottica al limite del cringe da parte del sopracitato vocalist, il quale durante una pausa ha ben pensato di affermare che gli italiani avrebbero in qualche modo inventato il power metal, quando sappiamo bene che non è così, pur avendo giocato un ruolo di indiscutibile importanza, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni ’90.
Setlist:
Wintersaga
Drunken Dwarves
Mine Mine Mine!
Diggy Diggy Hole
To Erebor
NEKROGOBLIKON
Altro giro, un’altra formazione che riesce con incredibile incisività a risultare valida sotto ogni punto di vista, soprattutto da quello tecnico, senza doversi necessariamente prendere troppo sul serio. Con gli americani Nekrogoblikon si entra in un territorio ostile e popolato da molestissimi ometti verdi, il tutto seguendo il ritmo di una proposta che pesca da folk, power, melodic death e metalcore, per poi condire il tutto con più di qualche spruzzata alternativa e/o elettronica, confezionando, in questo modo, qualcosa che ha pochi eguali nel resto del mondo. La voce di Nicholas ‘Von Doom’ Calonne riesce a essere fastidiosa e nel contempo deliziosa, e i musicisti che lo accompagnano intrattengono la folla grazie a delle doti tecniche al limite del progressive, nonché ad un’attitudine goliardica da manuale, con tanto di passeggiate tra il pubblico, goblin in pigiama e argomentazioni nonsense. Già solo i titoli delle varie “The Many Faces Of Dr. Hulbert Malbec”, “We Need A Gimmick”, “Dressed As Goblins” e “Dragons” basterebbero a strappare più di un sorriso, ma quel che è possibile carpire dalle lyrics guadagna ulteriore efficacia al momento in cui si presenta al pubblico una setlist così divertente, eppure dannatamente ben eseguita. “Powercore” non è solo il titolo del brano conclusivo, ma anche una discreta definizione per etichettare la musica dei Nekrogoblikon, in compagnia della quale ci siamo divertiti davvero molto. Ora rimanete sintonizzati, perché non abbiamo ancora finito coi goblin!
Setlist:
The Many Faces Of Dr. Hulbert Malbec
No One Survives
We Need A Gimmick
Darkness
Dressed As Goblins
Dragons
Nekrogoblikon
The Magic Spider
Powercore
GLORYHAMMER
Magiche avventure che mescolano il fantasy più fanciullesco e la fantascienza più tamarra sono la base su cui si fonda oggi come oggi la proposta musicale e stilistica degli scozzesi Gloryhammer, come sempre rappresentati dal vocalist svizzero Thomas Winkler, prontamente agghindato a festa così come i suoi compagni. Il principe Angus McFife dà il via alla missione sul ‘pianeta Italia’ con “The Siege Of Dunkeld (In Hoots We Trust)” e “Gloryhammer”, per poi presentarsi ufficialmente con la traccia che porta il suo stesso nome, giunta la quale il pubblico presente è in totale fermento: sembra che ciascun esponente conosca molto bene struttura e testo di ogni singolo estratto proposto, a prescindere dal disco di provenienza tra i tre attualmente sul mercato. Ciò è un’ulteriore prova di quanto i Gloryhammer siano apprezzati anche dalle nostre parti, e ovviamente la risposta giunge con altrettanto entusiasmo a colpi di martelli giganti, improbabili mantelli e giochi di luce volti ad accompagnare una setlist pressoché impeccabile, nella quale trovano posto tutti i maggiori successi della band, dalla fondazione ad oggi.
Nonostante il look bizzarro, i nostri scozzesi sanno bene come farsi carico di un’esecuzione pulita e professionale, anche se ci spiace non trovare il buffo Christopher Bowes alle tastiere, evidentemente impegnato altrove con la sua band principale, ossia i pirateschi Alestorm. Dopo “Masters Of The Galaxy” e “Hootsforce”, giunge un encore con le tre hit immancabili per un qualsiasi show dei Gloryhammer: le ben note “Rise Of The Chaos Wizards”, “Universe On Fire” e la ormai quasi ‘vintage’ “The Unicorn Invasion Of Dundee”, brano iniziale di quel primissimo album in cui le navi spaziali e i raggi laser ancora non facevano parte del pacchetto messo in piedi da questa simpatica e coinvolgente formazione anglosassone. Giunti a questo punto, riecheggiano all’interno della location le ovazioni a suon di ‘hoots, hoots, hoots!’, mentre la band si congeda, permettendoci di affrontare l’imminente lunedì mattina con un sorriso larghissimo stampato sul volto.
Che vi piaccia o no, il power metal apparentemente ‘happy’ è tornato in auge, con lo scopo di stimolare un po’ di allegria in un pubblico di metallari per niente intimoriti al pensiero di mostrare il proprio lato più giocoso e solare; e a ben vedere, di questi tempi, si tratta di una conquista non da poco.
Setlist:
The Siege Of Dunkeld (In Hoots We Trust)
Gloryhammer
Angus McFife
Magic Dragon
The Land Of Unicorns
Questlords Of Inverness, Ride To The Galactic Fortress!
The Hollywood Hootsman
Goblin King Of The Darkstorm Galaxy
Legend Of The Astral Hammer
Masters Of The Galaxy
Hootsforce
Infernus Ad Astra
Rise Of The Chaos Wizards
Universe On Fire
The Unicorn Invasion Of Dundee