09/12/2011 - GORGOROTH + VADER @ Traffic Live Club - Roma

Pubblicato il 12/12/2011 da


Il The Sign Of Hell Tour 2011 fa tappa a Roma portando in scena i Gorgoroth, nell’incarnazione del leader Infernus, accompagnati dai Vader. Un’accoppiata che abbina un gruppo black metal vecchio stile, importante nell’evoluzione del genere, e una delle band più intransigenti e longeve nel death metal. Il leader dei polacchi Peter ha suonato tante volte a Roma, creando una reputazione live del suo gruppo che ha pochi eguali. L’ultimo periodo, con un nuovo album dato in pasto a fan e media, ha visto la formazione stravolgersi. Saranno ancora all’altezza della situazione? Ad introdurre lo show, che ha richiamato un pubblico raramente visto a Roma, tanto da riempire il locale in ogni angolo, un manipolo di band locali prima degli Amassado e degli Adimiron, gruppi d’apertura. Purtroppo, causa contemporanea intervista al leader dei Vader, ci siamo persi totalmente lo show degli Adimiron, che però avremo modo di seguire sicuramente in futuro vista la loro intensa attività live…


AMASSADO

Trio italo-brasiliano, questi Amassado salgono sul palco per la mezz’ora loro dedicata con un piglio deciso. Impiegano il tempo a loro disposizione suonando un ottimo death-grind che, dopo qualche attimo, tradisce evidenti tributi a Brujeria (loro amici), Fear Factory, Asesino et similia. Suoni corposi e compressi e cantato in portoghese: il gruppo ha il suo perché e infatti riscuote il consenso dei fan, per lo più ignari della proposta musicale. I riff sono claustrofobici nella loro pesantezza, ma anche di facile impatto e quindi il coinvolgimento è d’obbligo. Con un album fuori, “Coracao Enterrado”, gli Amassado, dopo aver presentato le loro canzoni, tributano ai Terrorizer una buona “Fear Of Napalm”, che ovviamente senza Pete Sandoval dietro le pelli non può rendere come l’originale. Però, così facendo, il favore del pubblico è conquistato. Buona mezz’ora di concerto, gruppo dall’ottimo impatto live.

VADER
Con cinque minuti di ritardo sulla tabella di marcia, salgono sul palco i nuovi Vader. Nuovi nel senso che della formazione che cominciò a suonare death metal brutale in Polonia nel lontano 1983 è rimasto ‘solamente’ Peter, anima e corpo del combo. Fra cambi di line-up importanti, rimpiazzando chi era troppo impegnato altrove e chi ha scelto di fare altro nella musica (Mauser), Peter ha reclutato una nuova sezione ritmica, attesa alla prova del nove dello show dal pubblico romano, che più volte ha tastato la potenza dei polacchi. Il tempo di infilare le prime note di “Return To The Morbid Reich” e subito si capisce che la forza del gruppo è rimasta inalterata. Precisa e puntuale, la canzone d’apertura – e anche la migliore a nostro giudizio – dell’ultimo lavoro si abbatte con tutta la sua possanza sui fan radunatisi sotto al palco. Finisce il primo brano e le note di “Sothis”, pezzo preso dallo storico “De Profundis”, arrivano a fomentare i presenti con qualche anno in più. La parte veloce è micidiale. Il nuovo batterista inglese James Stewart non sarà di certo Doc o Daray, ma pesta duro che è un piacere. È tempo di rinfrescare la memoria dei fan con i brani da “Necropolis”: per l’occasione vengono suonate “Devilizer” e “Never Say My Name”. “Come and See My Sacrifice” ci permette invece di tastare il nuovo corso del gruppo. La canzone è infatti più varia di quanto fatto in passato, anche grazie alla collaborazione in fase di scrittura del nuovo chitarrista Spider, che si conferma molto abile anche dal vivo. Il brano però, dopo l’ottimo inizio, stufa leggermente nel finale. Il tempo è tiranno e c’è poco spazio per i classici, che comunque arrivano. Potrebbe essere un concerto dei Vader senza ascoltare la fenomenale “Carnal”? No che non lo sarebbe, ed eccola manifestarsi in tutta la sua virulenza, con il pubblico che aiuta Peter nella parte cantata senza strumenti in sottofondo. Per il gran finale si sceglie “Helleluyah!!! (God Is Dead)”: d’altronde, l’audience è pur sempre quella di un concerto death/black metal, o no? I Vader rimangono quindi sul palco per stringere le mani ai propri fan, soddisfatti sebbene alla fine il cronometro segni solo 35 minuti di show.

Setlist:
Return To The Morbid Reich
Sothis
Devilizer
Never Say My Name
Come And See My Sacrifice
Black Velvet And Skulls Of Steel
Wings
Carnal
I Am Who Feasts Upon Your Soul
Helleluyah!!! (God Is Dead)

GORGOROTH
La mezzanotte è passata da un pezzo quando sul palco sale del fumo di scena, preludio all’ingresso dei quattro norvegesi. Borchie, face-painting e spuntoni fanno rapida comparsa, con Pest a salutare e incitare una folla già fomentata di suo. È tempo di black metal, quello norvegese d’annata che da troppo mancava sul suolo romano. Ad aprire, riportando le lancette del tempo a metà anni ’90, ci pensa subito “Bergtrollets Hevn”, proveniente dal secondo album del gruppo, “Antichrist”. I suoni sono truci e giusti per la musica proposta. Lo screaming di Pest si conficca nelle orecchie in maniera prepotente, seguendo la scia di una solida sezione ritmica formata da musicisti che hanno scritto pagine importanti della storia del genere, come Infernus alla chitarra e Asklund (Dawn) alla batteria. Neanche il tempo di rifiatare e subito si celebra l’ultima pubblicazione, “Quantos Possunt Ad Satanitatem Trahunt”, dalla quale  vengono scelte l’opener “Aneuthanasia” (ottima nel suo thrash di base), “Prayer” e “Satan-Prometheus”. Viene ovviamente ignorato l’album dell’infamia, quel “Ad Majorem Sathanas Gloriam” (un ottimo lavoro, a dire il vero) a firma Ghaal e King Ov Hell, per un po’ noti come God Seed, usciti sconfitti in tribunale nella disputa per il nome della storica band. Dall’album che si celebra nel tour, “Under The Sign Of Hell”, recentemente ripubblicato, vengono proposte “Krig”, “Ødeleggelse Og Undergang / Blood Stains The Circle” e “Revelation Of Doom”. Il black metal dei Gorgoroth non fa prigionieri durante le esecuzioni delle canzoni. L’incitamento della platea del Traffic è incessante. C’è spazio ancora per “Destroyer” (da “Destroyer, Or About How To Philosophize With The Hammer”) che lascia poi il passo a “Incipit Satan”, mentre la chiusura  è affidata a “Unchain My Heart!!!”, ultimo estratto dallo stesso “Incipit Satan”. Un concerto d’impatto da parte di un gruppo che ha dimostrato di avere un gran numero di fan nella Capitale.

Setlist:
Bergtrollets Hevn
Aneuthanasia
Prayer
Katharinas Bortgang
Revelation Of Doom
Forces Of Satan Storms
Ødeleggelse Og Undergang / Blood Stains The Circle
Satan-Prometheus
Destroyer / Incipit Satan
Krig
Unchain My Heart!!!

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