La prima di due serate consecutive all’insegna delle sonorità metal più classiche in quel dello Slaughter Club di Paderno Dugnano, con i teutonici Grave Digger in veste di condottieri assoluti, accompagnati per l’occasione dai sempre battaglieri White Skull nostrani, nonché da quella ulteriore garanzia che sono gli Skanners. L’affluenza si attesta su numeri più che dignitosi, considerando la densità di eventi previsti per il medesimo fine settimana, e in generale la serata si prospetta carica di emozioni e nostalgia, malgrado il caldo asfissiante che si può percepire tra le mura del locale. Buona lettura!
SKANNERS
Nessuna delle formazioni presenti stasera ha bisogno di particolari presentazioni, men che meno gli altoatesini Skanners, i cui vagiti metallici occupano da tempo un posto tra le lance più affilate dello schieramento metal italiano. Brani come “Starlight”, “Pictures Of War” e “Fight Back” sono dei veri e propri classici, ma anche le proposte tutto sommato recenti come “Factory Of Steel”, “Hard And Pure”, “We Rock The Nation” e la iniziale “Welcome To Hell” svolgono il proprio compito in modo encomiabile. L’intera band infatti è ottimamente quadrata e sul pezzo, con l’attitudine e l’ugola di Claudio Pisoni a rappresentare il punto più alto, come sempre, del resto. Simpatica anche la menzione agli anni ’90 con “Metal Party”, ma non ci sarebbe in effetti dispiaciuto ascoltare un brano o due dal recente “Temptation”. Poco male comunque, perché l’antipasto di oggi è quantomai prelibato e contiamo che i due atti successivi possano essere altrettanto gustosi, anche se con l’aumentare della gente anche il caldo inizia a picchiare duro.
WHITE SKULL
C’è sempre qualcosa di magico nel sound dei veneti White Skull, in quanto rappresentano l’equilibrio perfetto tra heavy e power metal, con sempre l’estro tricolore ben saldo e radicato in ogni singola nota suonata. Una grinta con pochi eguali è infatti ciò che viene sprigionato dal sound di Tony Fontò e compagni, anche se le attenzioni maggiori sono tutte per quella bestia da battaglia di Federica De Boni e per il recente ingresso alla chitarra Valentino Francavilla, che ancora pochi hanno avuto modo di vedere dal vivo. La presenza dei White Skull di supporto ai Grave Digger è ormai cosa frequente, visto il legame che unisce da tempo le due formazioni, come testimonia la presenza dello stesso Chris Boltendahl nell’album “Tales From The North”. Il suddetto lavoro viene più volte menzionato nel corso della scaletta, con “The Killing Queen”, l’immancabile titletrack e la conclusiva “Asgard”, ma c’è posto per altri inni del calibro di “High Treason” e “The Roman Empire”, così come per la recente e già classica “Red Devil”. Vi è qualche piccolo problema tecnico durante l’esecuzione della scaletta, ma l’intera band gestisce la cosa con simpatia, senza permettere ad eventuali silenzi o imbarazzi di prendere forma.
Inoltre, accogliamo con sommo entusiasmo non solo l’uscita del libro “L’Anima Del Teschio”, ma anche l’annuncio della prossima uscita del nuovo album dei White Skull, con la garanzia che sarà pregno di power, adrenalina, eticità e grinta, come ben si addice ad una delle formazioni più seminali del panorama nostrano, nonché una delle più sottovalutate al mondo. Anzi, affermiamo senza alcun dubbio che, dopo uno show di tale potenza, i Grave Digger dovranno sudare parecchio per rendere onore alla propria posizione.
GRAVE DIGGER
Poco prima dello scoppio della pandemia, i concerti dei Grave Digger erano ancora in grado di fomentarci, ma sempre con quel leggero alone di compito di maniera, e quindi con leggermente meno anima e forza rispetto a quanto fatto in passato. Nella sede odierna possiamo dire che, perlomeno in parte, lo stop ha tutto sommato giovato alla band per quel che riguarda le performance live, anche se continuano a mancare le tanto desiderate sorprese, eccezion fatta forse per “The Curse Of Jacques”: lo show è infatti dritto e a tratti abbastanza prevedibile a livello di scaletta, con l’inizio affidato nuovamente a “Healed By Metal” e alla più classica “Lionheart”, da sempre in grado di infiammare i presenti. Col procedere dello show emergono i punti di forza della line-up tedesca, rappresentati sicuramente da una attitudine ancora presente e, soprattutto, dalla presenza di pezzi a dir poco inossidabili come “The Round Table (Forever)” e “The Dark Of The Sun”, che ancora oggi riescono a riempire il cuore di ogni metallaro sotto al palco. Questo senza nulla togliere anche alle parentesi dedicate a “The Clans Will Rise Again”, ormai palesemente diventato un album di riferimento per i Grave Digger, pur essendo uscito nel 2010. Il brano più giovane del pacchetto è “Lions Of The Sea”, la quale convince dal vivo più di quella “Season Of The Witch” che la formazione tedesca continua imperterrita a inserire in scaletta, nonostante si tratti, almeno per noi, di uno dei loro pezzi meno riusciti.
Qualche punto debole la band ora come ora ce l’ha: in primis il timbro di Chris ha iniziato già da tempo a perdere parte del suo gusto graffiante, e Axel Ritt alla chitarra resta una figura vagamente controversa, per le sue doti tecniche spesso in conflitto con una inferiore capacità di riempire adeguatamente il muro sonoro- tanto da farci chiedere se non fosse il caso di dotare la band di una seconda chitarra.
Fortunatamente l’encore e ciò che lo precede sono pressoché ‘flawless’: dal tris composto da “Knights Of The Cross”, “Excalibur” e “Rebellion (The Clans Are Marching)”, fino ad un encore che inizia con la sottovalutata “Ballad Of A Hangman” e culmina con un lungo e distruttivo omaggio ai primissimi anni della band, per la gioia di tutti gli irriducibili dell’old school.
A questo punto possiamo dire che il tempo avrà pure iniziato a pesare su Chris e soci, ma è anche vero che questo è l’heavy metal, e i Grave Digger lo portano sempre e comunque in giro con discreta fierezza nonostante tutto.
Setlist:
Healed By Metal
Lionheart
The Clans Will Rise Again
Lawbreaker
The Round Table (Forever)
The Dark Of The Sun
The Curse Of Jacques
Lions Of The Sea
Season Of The Witch
Highland Farewell
Knights Of The Cross
Excalibur
Rebellion (The Clans Are Marching)
Ballad Of A Hangman
Witch Hunter
Headbanging Man
Heavy Metal Breakdown