Nell’ormai lontano 2008 ci eravamo recati a Stoccolma per assistere al concerto celebrativo per il ventennale della fondazione dei Dismember e, a distanza di alcuni anni, la capitale svedese diventa ancora una volta la meta di un pellegrinaggio death metal; i Grave, infatti, festeggiano ben venticinque anni di attività (sarebbero persino trenta, a voler tenere conto delle precedenti incarnazioni del gruppo!) e lo fanno con un concerto speciale in compagnia dei Vomitory, prossimi allo scioglimento, e dei giovani Stench. Rispetto all’evento organizzato a suo tempo dagli amici Dismember, non sono previsti special guest durante l’esibizione degli headliner, ma la serata è comunque altamente attesa in città e fra gli appassionati, vuoi per la ovvia importanza della band, vuoi perchè il locale scelto è il popolare e centralissimo Debaser Medis, vuoi perchè l’ingresso è gratuito sino all’inizio dello show (poi si dovrà pagare una modica cifra equivalente ad una dozzina di euro).
STENCH
Come già accennato, sono i giovani Stench ad aprire l’evento. Il gruppo è guidato da Jonathan Hultén, chitarrista dei Tribulation, e in sede live si avvale di un paio di turnisti (membri dei Necrovation) per la seconda chitarra e il basso. I Nostri dimostrano comunque un buon affiatamento già dalle prime battute e paiono non soffrire assolutamente del tipico destino degli opener: il suono è pieno e potente e il pubblico risulta già numeroso, oltre che interessato alla performance. A livello discografico, gli Stench sono fermi a “In Putrescence” del 2010, ma la serata è comunque un’ottima occasione per farsi conoscere da un’audience più ampia. Non manca loro entusiasmo, insomma… come, del resto, dimostrano le pose plastiche di Hultén, il quale spesse volte sembra quasi voler rubare il posto di frontman a Mikael Pettersson, più timido e statico. Il death metal venato di thrash e black della band non è per nulla distante da quanto i vari Repugnant, Tribulation, Necrovation e Morbus Chron – ovvero la nuova ondata del metallo della morte made in Sweden – ci hanno regalato negli ultimi anni, quindi sono in tanti coloro che riescono a familiarizzare subito col quintetto e a godere dell’esibizione, producendosi in applausi e incitamenti. Gli Stench sfruttano quindi al meglio l’opportunità loro concessa, scaldando a dovere i presenti in una mezzoretta di musica ben interpretata.
VOMITORY
Seguono i Vomitory, chiamati a congedarsi in grande stile dai loro fan della capitale. Il quartetto ha annunciato tempo fa l’intenzione di sciogliersi alla fine del 2013 e da allora ha cercato di esibirsi spesso, in modo da dare a quante più persone possibile l’occasione di vederlo suonare un’ultima volta. Si capisce subito che i Nostri stiano praticamente giocando in casa questa sera, visto il grosso numero di t-shirt marchiate Vomitory presenti in sala, ma si ha la conferma definitiva a concerto iniziato, quando il pit si anima e il pubblico tutto inizia a fare headbanging. Grandissima la risposta degli astanti allo show della band di Karlstad, che, dal canto suo, suona quasi come se avesse una muta di doberman attaccata al culo. Come sempre, le presentazioni sono affidate al chitarrista Peter Östlund, ma questa sera tali siparietti sono ridotti al minimo: i Nostri suonano senza soste, picchiando duro e sfruttando a pieno l’ottimo suono del locale. Death metal senza fronzoli e compromessi: questo è stato il credo dei Vomitory sin dalla loro fondazione e quest’oggi il concetto viene ribadito senza mezzi termini, come è giusto che sia. A suon di “Gore Apocalypse”, “Terrorize Brutalize Sodomize” e “Blessed And Forsaken”, il quartetto fa letteralmente piazza pulita, preparando al meglio il terreno per l’arrivo degli headliner. A fronte di esibizioni così intense e divertenti, si può senz’altro dire che i Vomitory ci mancheranno.
GRAVE
Giunge quindi il turno di festeggiare i padroni di casa. Come detto, non sono previsti reunion o special guest (anche se tra il pubblico scorgiamo Jörgen Sandström e Jonas Torndal), quindi la lineup chiamata ad esibirsi è quella dell’ultimo album, “Endless Procession Of Souls”. I Grave, tuttavia, decidono subito di sottolineare che quello di questa sera sarà uno show speciale: si parte con “Into The Grave” nella versione del demo del 1988 “Sick Disgust Eternal”, accolta ovviamente con estrema sorpresa da tutti i presenti (anche perchè la sua versione definitiva viene solitamente proposta verso la fine dei concerti), e si bissa immediatamente con “Sexual Mutilation”, traccia risalente all’omonimo demo del 1989. Una partenza ultra old school che gasa i fan di vecchia data e incuriosisce chiunque altro: questa sera non si avrà certamente a che fare con una setlist prevedibile! In effetti, da qui in poi Ola Lindgren e soci imbastiscono una sorta di viaggio nel tempo che porta gruppo e astanti a ripercorrere tutta la discografia, in ordine più o meno cronologico. Se le esecuzioni di “Deformed” o “Soulless” non stupiscono troppo, lo stesso non si può dire di quelle della chicca death’n’roll “Worth The Wait” – ripescata dal controverso “Hating Life” e sorprendentemente ben accolta dall’audience – o di “Out Of Light”, gran pezzo estratto dal sottovalutato “Fiendish Regression”. Graditissimo anche l’arrivo di “Living The Dead Behind” da “As Rapture Comes”, sicuramente uno degli episodi migliori del recente repertorio degli svedesi. In generale, è comunque tutto il concerto a brillare, sia per la scelta poco ortodossa (ma vincente) di proporre per lo più brani “di nicchia”, sia per il grande affiatamento e per la dedizione ostentati dalla band. Tobias Cristiansson e Mika Lagrén fanno parte dei Grave da pochi anni, ma suonano le vecchie canzoni senza alcuna sbavatura e con l’esatto entusiasmo che si percepisce in un Ola Lindgren, frontman e personaggio schivo e non esattamente simpaticissimo, ma indubbiamente determinato e pienamente coinvolto in ciò che da trent’anni porta avanti. Il pubblico se ne accorge e tributa al quartetto le giuste e meritate ovazioni, sia davanti ad una classica “Christi(ns)anity”, sia quando, nel finale, viene presentata la nuovissima “Morbid Ascent”, bella title track della più recente pubblicazione del gruppo. Avevamo già espresso la nostra approvazione per tale brano in sede di recensione e non possiamo che confermare le impressioni anche davanti alla prova concerto: gran tiro e struttura molto coinvolgente per un episodio che si presta benissimo ad essere suonato dal vivo. In definitiva, questa sera i Grave azzeccano tutto, celebrando nel migliore dei modi il loro venticinquesimo anniversario. Per i presenti, una serata da ricordare a lungo!
Setlist:
Into The Grave (1988 Demo Version)
Sexual Mutilation
Reborn Miscarriage
Deformed
And Here I Die
Christi(ns)anity
Soulless
Worth The Wait
Rise
Out Of The Light
Living The Dead Behind
8th Dominion
Dismembered Mind
Passion Of The Weak
Morbid Ascent