A cura di Luca Pessina
Davvero carino questo festival organizzato dalla The Spew Records, etichetta che sta crescendo bene e che sento di suggerire di tenere d’occhio. Ottima l’organizzazione: tutto è stato curato nei minimi dettagli nonostante l’improvviso cambio di location, che ha portato l’intera manifestazione a trasferirsi dal centro sportivo di Gussago (provincia di Brescia) ad un polveroso campo da calcio situato nei pressi del paese. L’area del festival era ben attrezzata, erano presenti molti stand di etichette e distro e il prezzo del biglietto era contenuto. Quasi tutte buone infine le performance delle numerose band chiamate a partecipare. Il voto è quindi strapositivo. Peccato solo per l’affluenza di pubblico, discreta ma non eccezionale… ma bisogna anche tener conto che il giorno stesso gli Extreme Noise Terror suonavano a Cremona e che il death-grind non smuove certo le masse! Comunque brava The Spew… alla prossima!
UNDERHATE
Agghindati con camici da infermiere (carina l’idea, ma lo fanno già gli spagnoli Haemorrhage!), è toccato agli Underhate aprire questa prima edizione del Grind Your Mother Fest! In poco più di una ventina di minuti i nostri hanno proposto una manciata di brani del loro repertorio, il quale verte su un brutal death non velocissimo con parti cadenzate piuttosto coinvolgenti, e una cover del classico dei Carcass “Corporal Jigsore Quandary”. Discreta la presenza scenica, soprattutto quella del frontman, e buona la tecnica dei singoli musicisti. Concerto niente male!
CADAVERIC CREMATORIUM
Sicuramente ben più esperti di chi li ha preceduti, i bresciani Cadaveric Crematorium hanno offerto uno show ancora più coinvolgente e di impatto. Il loro è un ottimo death-grind piuttosto articolato e dinamico, con parti mosh perfettamente inserite nel contesto. La presenza scenica è fantastica: il frontman, tra l’altro dotato di un’ottima voce, non si ferma un attimo e anche i chitarristi e il bassista sembrano non tirarsi mai indietro quando si tratta di fare casino. Con già tre tour europei alle spalle e con un nuovo full length in fase di registrazione nei Nadir Studios di Tommy Talamanca dei Sadist, i Cadaveric Crematorium possono essere senza dubbio considerati come una delle band italiane più meritevoli d’attenzione.
MY COLD EMBRACE
Prima band estera a calcare il palco del Grind Your Mother, i tedeschi My Cold Embrace sono riusciti a strappare alla platea qualche applauso nonostante la loro proposta c’entrasse ben poco con quella di tutte le altre formazioni partecipanti al festival. Fautori di un death melodico di chiara matrice svedese, i cinque ragazzi ce l’hanno messa tutta per ben figurare e, nonostante qualcuno dei pezzi proposti fosse decisamente brutto, alla fine sono stati ben accolti da buona parte dei presenti.
PSYCHOFAGIST
Chiamati a sostituire all’ultimo momento i capitolini Corpsefucking Art (un vero peccato che non abbiano suonato!) gli imprevedibili Psychofagist hanno ancora una volta confermato di essere un gruppo dalle grandi potenzialità, in grado davvero di far mangiare la polvere a tante formazioni estere. Show breve ma molto intenso, quello del terzetto ha raccolto molti applausi ed è stato senz’altro uno dei migliori dell’intera giornata. Grande tecnica e grandi song… ancora complimenti!
COCK AND BALL TORTURE
A questo punto la scaletta prevedeva l’esibizione dei Bastard Saints ma si è all’ultimo momento optato per far suonare prima i tedeschi Cock And Ball Torture, su espressa richiesta di questi ultimi. La band al completo infatti doveva presenziare la mattina seguente al battesimo del figlio del chitarrista e voleva quindi avere più tempo a disposizione per tornare a casa in Germania. Poco male comunque, visto che il terzetto ha suonato per il tempo inizialmente pattuito (ovvero circa 45 minuti) e ha anche offerto una buona prova (con tanto di striptease integrale del bassista dei Gorerotted)! Ad essere onesti all’inizio il drummer ha sbagliato qualcosina di troppo ma nel complesso il death-grind cadenzato e ultra groovy dei nostri è stata la proposta che più ha coinvolto gli astanti nell’arco della giornata, impegnatissimi in un pogo forsennato per tutta la durata della performance.
BASTARD SAINTS
Solito bel concerto, nonostante qualche problemino tecnico, per i Bastard Saints, che hanno proposto il loro classico show schizzatissimo e senza fronzoli, guidati da un Dahmer in gran forma. Precisi e potenti, per loro vale lo stesso discorso fatto per gli Psychofagist: questo gruppo merita molto di più di quello che oggi sta raccogliendo. La presenza scenica e i brani sono veramente degni di un gruppo ben più blasonato… perché sino ad oggi se ne sono accorti solo in pochi?
SPAWN OF POSSESSION
Già ammirati al No Mercy Festival lo scorso aprile, si era davvero curiosi di rivedere all’opera gli svedesi Spawn Of Possession, una delle giovani band svedesi più promettenti oggi in circolazione. Anche oggi lo spettacolo offerto è stato di prima grandezza, con un frontman davvero bravo ad intrattenere il pubblico e dotato di un’ugola assai potente e versatile. I pezzi migliori del debutto “Cabinet” sono stati proposti quasi tutti, da “Dirty Priest” a “Spawn Of Possession” sino al capolavoro “Swarm Of The Formless”. Impressionante la bravura tecnica di ogni musicista, perfettamente in grado di riproporre fedelmente in sede live le intricate trame dei brani. Ottimi infine i suoni, che hanno conferito al death metal della band ancora più presa e potenza. Grandissimi.
GOREROTTED
A chiudere questa bella giornata ci hanno pensato gli inglesi Gorerotted, recentemente accasatisi alla Metal Blade e autori del buon “Only Tools And Corpses”. Pur essendo gli headliner i nostri, tra l’altro privi di uno dei chitarristi (infortunatosi ad una gamba pochi giorni prima), hanno suonato solo per poco più di mezz’ora, fornendo comunque una buona prova. I suoni non erano esattamente il massimo ma la band ha sopperito a tutto ciò con una grande carica e partecipazione. In particolare i due frontman si sono mossi molto bene, cantando tutto egregiamente ed intrattendo il pubblico a dovere. “Masticated By The Spasticated” il clou assoluto del breve show, ma han fatto la loro figura anche “To Catch A Killer” (più coinvolgente dal vivo che su disco) e tutti i brani estratti dal bel debut “Mutilated In Minutes”. Buon concerto, non memorabile ma molto divertente… degna conclusione del festival. E bravi Gorerotted!