Introduzione a cura di Matteo Cereda
Report a cura di Alessandro Corno e Matteo Cereda
Foto a cura di Francesco Castaldo
Difficile pensare fino a qualche anno fa ad un’ascesa cosìveloce per gli Hardcore Superstar, L’hard rock band svedese aveva impressionatotutti col bellissimo “Bad Sneakers And A Pina Colada” del 2000, ma si eraarenata in fretta con l’altalenante “Thank You” e soprattutto con il successivo“No Regrets”, un disco talmente brutto da minare il futuro della band. Da lì inpoi però il quartetto scandinavo non ha più sbagliato un solo colpo regalandocianche capolavori come l’omonimo disco del 2005 fino ad arrivare all’ottimo “Split Your Lip” dello scorso anno. Eccospiegata dunque la grande affluenza di pubblico che presenzia il Live di Trezzosin dal pomeriggio nella terza e ultima tappa italiana del Dark Decadence Tour,un pacchetto di prestigio che comprende anche i sempre validi 69 Eyes e gliemergenti Crashdiet.
CRASHDÏET
L’antipasto della serata risulta assai gradito grazie allabuona prova dei Crashdiet. Il quartetto svedese può contare su una propostaimmediata basata su sonorità glam-hard rock, ma soprattutto su una manciata dicanzoni dotate di linee melodiche efficaci. Il nuovo singer Simon Cruz, giàpresente sul terzo e ultimo disco della band “Generation Wild”, si fa trovarepreparato e fornisce una prestazione coinvolgente mostrando un buonaffiatamento con i compagni. La band scandinava eseguendo “Riot In Everyone”non dimentica il suo primo singer Dave Lepard prematuramente scomparso nel2006, tuttavia la breve setlist viene comprensibilmente incentrata sui branidella già citata ultima fatica del gruppo di Stoccolma e pezzi quali “Down WithThe Dust”, “So Alive” e la titletrack avranno costretto più di un fan degli HardcoreSuperstar ad annotarsi sul pacchetto di sigarette il nome Crashdiet.
69 EYES
Potendo contare su un’esperienza ultra ventennale i 69 Eyessuonano da co-headliner in questo “Dark Decadence Tour”, lasciando comunque lachiusura della serata agli acclamatissimi Hardcore Superstar. In effetti agiudicare dalle reazioni in platea si percepisce che la gran parte del pubblicoè giunta per supportare la band svedese, tuttavia il carismatico singer Jyrky69 non si scompone e trascina i suoi con una performance precisa e sufficientementecoinvolgente. Le sonorità toccate dal quintetto finlandese sono un po’differenti rispetto ai colleghi di tour andando a miscelare l’hard rock degliesordi con venature gothic alimentate dalla timbrica baritonale del singersopraccitato e la gran parte del pubblico sembra apprezzare a dispetto delladiversità e del songwriting a tratti eccessivamente monocromatico. Il gruppogoth n’roll scandinavo, supportato anche dall’indemoniato batterista Jussi69,tiene bene il palco per un ora abbondante di spettacolo incentratoprincipalmente sulle pubblicazioni più recenti come a voler rimarcare l’originalitàdella propria proposta rispetto al trend glam-hard rock della serata.Dall’ultimo disco “Back In Blood” uscito ormai un anno e mezzo fa, colpisconosoprattutto “Dead And Gone” e la romantica “Kiss Me Undead”, ma rimanendo in temadi composizioni recenti l’attenzione sembra rivolta soprattutto all’ottimo“Devils”, rappresentato da tracce altamente contagiose quali la titletrack e“Feel Berlin” ad esempio. Nella setlist dei nostri non mancano i classici piùdatati, ma in questo senso, unica macchia nello spettacolo dei 69, i piùaffezionati al quintetto si aspettavano qualcosa in più.
HARDCORE SUPERSTAR
Due anni fa li avevamo seguiti all’Alcatraz di Milano in una data cheaveva raccolto buoni risultati in termini di affluenza e partecipazione. Questa volta però di fronte al palco pare come se nell’aria ci siaqualcosa di diverso, una sensazione che si prova quando sta per saliresul palco un gruppo attesissimo. Sebbene ancora lontani dallo status digrande band, gli Hardcore Superstar ora in Italia possono infattivantare una folta schiera di affezionatissimi fan molti dei qualipiuttosto giovani. Un merito costruito con anni di lavoro e almeno tredischi di altissimo livello tra cui l’ultimo “Split Your Lip”. È proprio alla recente release che viene dato il maggior spazio questa sera, già a partire dalla tripletta iniziale “Sadistic Girls”, “Guestlist” e lastessa “Split Your Lip”. La risposta del pubblico è a dir pocoentusiastica, dimostrazione sia della qualità dei nuovi pezzi che dellaloro efficacia in sede live nonostante dei suoni inizialmente nonperfetti. Ovviamente la band ci mette del suo con una prestazione nonsempre precisissima ma muscolare ed assolutamente energica con una buona prova di Jocke sia a livello vocale che di presenza sul palco. È luicon il suo carisma a trascinare il pubblico e in particolare le tanteragazze presenti, anche se a ben vedere non nasconde un pizzico distanchezza che si tradurrà verso fine concerto in qualche imprecisionecanora di troppo. I brani più datati e tratti soprattutto dallospettacolare “Hardcore Superstar” come “Wild Boys” o “Bag On Your Head”scatenano un marasma incredibile in platea, con ragazzi che saltano,cantano e ballano come fosse un mega party. Non mancano alcune chicchedal passato come “Liberation”, “Have You Been Around” e “Dear Old Fame”, nonchè la parentesi acustica con la discreta “Here Comes That SickBitch”. “Dreamin’in A Casket” è l’unico pezzo riproposto dall’omonimodisco, mentre sorprendentemente viene completamente tralasciato ilbuonissimo penultimo “Beg For It”. Scrosci di applausi e urlasoprattutto femminili sono praticamente una costante ad ogni fine pezzoma è in chiusura che si raggiunge il massimo del coinvolgimento graziead una serie di brani a dir poco spettacolari. “Last Call For Alcohol”con i suoi cori intonati a gran voce da tutti dimostra di essere unaparty song travolgente e il singolone “Moonshine” conferma la suaposizione ormai inamovibile in una setlist degli Hardcore, uno deipochissimi pezzi in grado di sfidare la super hit “We Don’t CelebrateSundays”, vero e proprio tripudio conclusivo con i membri di Crashdiet e The 69 Eyes sul palco con la band. Si chiude con l’immancabile salutofinale un concerto che lascia soddisfatti sia i quasi millecinquecentofan presenti che i ragazzi del gruppo, i quali all’indomani dello showpubblicheranno sul loro sito la seguente frase: “Non è stato un concerto normale, è stata magia pura”.
SETLIST:
Sadistic Girls
Guestlist
Split Your Lip
Liberation
My Good Reputation
Wild Boys
Have You Been Around
Dreamin’ In A Casket
Here Comes That Sick Bitch
Last Forever
Bag On Your Head
Dear Old Fame
Last Call for Alcohol
Moonshine
We Don’t Celebrate Sundays