Live report a cura di Alessandro Corno.
Foto a cura di Riccardo Plata.
Lanciati in un nuovo corso più “metallico” rispetto agli esordi, gli Hardcore Superstar portano in Italia il tour ufficiale di supporto al nuovo album “Beg For It” dopo la toccata e fuga della scorsa estate al Lustando 2009. La serata del 5 novembre ha visto la band scandinava di scena all’Alcatraz di Milano di fronte ad un’audience discretamente numerosa e molto fedele. Moltissimi i giovani presenti a sottolineare come questo sia un gruppo il cui seguito è in continuo aumento. E ci sarebbe da stupirsi se così non fosse, visto che Jocke e compagni sono uno dei pochi gruppi in circolazione a mantenere costantemente alto sia il livello delle proprie pubblicazioni che dei propri concerti. Così è stato anche in questa occasione, per la gioia di tutti coloro che hanno potuto assistere ad uno degli show più adrenalinici di questo autunno.
AVATAR
Il compito di aprire la serata spetta ad un gruppo in Italia ben poco sconosciuto. Gli Avatar sono svedesi e si cimentano in un death metal melodico che dalle forti influenze di In Flames e Arch Enemy riscontrabili sui primi due lavori, sembra essere passato ora ad un approccio più moderno e piuttosto “commercialotto”. Supportati da una scenografia a dir poco scarna (il solo logo della band illuminato), la band attacca su ritmi blandi con l’ultimo singolo “The Great Pretender”, un pezzo che non attira più di tanto l’attenzione dei presenti. Il suo chorus ultra melodico non ovvia ad una mancanza di tiro piuttosto evidente anche in altre nuove composizioni. “Shattered Wings” è un esempio e mette in luce riff abbastanza deboli che lasciano molto spazio a melodie di chitarra e ad un cantato semi-sporco piuttosto anonimo anche come linee vocali. Dei suoni poco definiti non aiutano certo il gruppo a tenere le redini di un’esibizione che riesce comunque a strappare diversi applausi grazie anche all’atteggiamento modesto e cordiale del frontman Johannes Eckerstrom. Più convincenti invece, anche se decisamente lontani dal concetto di originalità, i brani più datati e aggressivi come “I Bid You Farewell”, sicuramente meno scialbi della nuova “Revolution Of Two”, posta in chiusura di uno show che a conti fatti lascia qualche dubbio circa il nuovo corso intrapreso da questo giovane gruppo.
HARDCORE SUPERSTAR
Li avevamo visti in grande forma pochi mesi fa al Lustando 2009, occasione nella quale gli Hardcore Superstar avevano ribadito la loro posizione di primissimo livello nella scena hard rock internazionale. Ora i quattro tornano in Italia con ben quattro date, segno che il nostro paese è uno dei più affezionati alla sleaze metal band svedese. In effetti l’attesa per questo concerto è notevole e lo dimostra la buona affluenza di fan che nonostante il periodo densissimo di concerti, praticamente riempiono la platea e il piano sopraelevato di fronte al palco B del locale. Ci si aspetta uno show non troppo dissimile da quello della scorsa estate e in effetti l’inizio è praticamente identico, con l’intro “This Worm’s For Ennio” a fare da apripista all’ingresso del gruppo sulle note di “Beg For It”. Il pubblico si scalda subito e canta a gran voce anche i pezzi più recenti come le successive “Into Debauchery”, “Medicate Me” e “Shades Of Grey”. I suoni sono buoni e valorizzano la spettacolare performance del quartetto, con l’animale da palco Jocke Berg che riesce come al solito a cantare alla grande saltando a destra e a sinistra e scendendo anche in transenna per dare un cinque ai ragazzi in prima fila. La sua frase “E’ bello essere di nuovo a casa” con riferimento all’audience milanese è tutto dire circa la calorosa accoglienza dei fan nostrani. Il resto della band suona preciso e con un gran tiro. Anche il nuovo chitarrista Vic Zino appare più a suo agio e coinvolto rispetto alla già buona prestazione del Lustando, sebbene la sua figura non sia certo carismatica come quella dell’ex Thomas Silver. “Nervous Breakdown” anticipa una parte dedicata all’omonimo album del 2005, da cui vengono pescate la divertentissima “My Good Reputation”, “Kick On The Upperclass” e “Blood On Me”, ben interpretate da Vic anche a livello solista. Si entra nella fase più melodica con Jocke e Vic che soli sul palco ci deliziano con la prima parte di “Shame”, da “Thank You (For Letting Us Be Ourselves)”, a cui segue il lento “Standin’ On The Verge”. Giusto il tempo per una pausa e il gruppo torna a picchiare duro con “Need No Company” e “Bag On Your Head”, questa un vero e proprio tripudio con Adde che lascia i comandi della batteria ad un roadie per salutare i fan lungo la transenna. Si va verso la fine e il concerto raggiunge l’apice in termini di coinvolgimento con le spettacolari “Wild Boys” e soprattutto “We Don’t Celebrate Sundays”, ormai il vero e proprio must in un set degli Hardcore Superstar. I quattro ragazzi si guardano, si dicono qualcosa e via alla conclusiva “Someone Special” forse non prevista in setlist. Una grande chiusura per un concerto che ha visto ancora una gli Hardcore Superstar uscire tra gli applausi e ha lasciato soddistatta la stragrande maggioranza dei presenti, sebbene la scaletta sia stata ancora una volta fortemente sbilanciata verso le nuove produzioni. Notevole infine l’atteggiamento del gruppo che finito uno show energico come questo, ha firmato decine di autografi e scattato foto con i propri fan. Il modo migliore per chiudere una bellissima serata.
Setlist:
This Worm’s For Ennio (Intro)
Beg For it
Into Debauchery
Medicate Me
Shades of Grey
Nervous Breakdown
My Good Reputation
Kick On The Upperclass
Blood On Me
Shame/Standin’ On The Verge
Need No Company
Bag On Your Head
Wild Boys
Dreamin’ In A Casket
We Don’t Celebrate Sundays
Someone Special