A cura di William Crippa
Foto di Federico Rucco
Una serata incredibile a base di glam, hard rock, sleaze e metal si prospetta al Live Music Club di Trezzo sull’Adda; passa infatti anche da qui il carrozzone colorato che sta portando in giro Hardcore Superstar e Michael Monroe per questo tour da doppio headliner. A supporto di questa esplosiva accoppiata, ci sono i giovanissimi Chase The Ace, ancora delle matricole nel genere ma già solidi sulle proprie gambe. Andiamo a vedere cos’è successo!
CHASE THE ACE
Ad aprire questa serata dedicata all’hard rock più energico troviamo gli anglo-israeliani Chase The Ace, in uscita a novembre con il loro secondo album “Hell Yeah!”. Quando il gruppo sale sullo stage la presenza di pubblico è ancora limitata a tre file scarse davanti al palco, ma Roi Vito Peleg e compagni non si lasciano frenare, e già con la prima “The Cat Is On The Loose” lasciano ben intendere che oggi sono qui a Trezzo sull’Adda per giocarsela e non semplicemente per scaldare i fan in attesa dei ben più importanti co-headliner. I brani proposti dal gruppo sono credibili, solidi e catchy al punto giusto da provocare forti applausi tra un pezzo e l’altro; i suoni sono buoni e questi ragazzi suonano alla grande, supportando al meglio il simpatico e sfacciato frontman, che non perde occasione per scherzare con i presenti, che via via stanno aumentando in numero. Presto la mezzora a loro disposizione giunge al termine, tra sorrisi, sorsi di Jack Daniel’s e torpiloquio (la bestemmia italiana classica con a seguire un classicissimo ‘viva la figa!’ non poteva mancare) e i Chase The Ace chiudono lanciando tre enormi palloni gonfiati al pubblico, palloni che durante l’esecuzione della conclusiva “California” vengono fatti rimbalzare in tutti i settori del Live da un’audience festante a seguito di una prestazione molto positiva da parte di questa giovane band.
MICHAEL MONROE
Dopo il cambio di palco, giù le luci e parte un intro a base di percussioni tribali; intro che lascia spazio a “78”, sulla quale il cinquantratreenne Michael Monroe entra saltellando. “This Ain’t No Love Song” e “Old King’s Road” infiammano subito il già numeroso pubblico, con il platinato singer che gioca di continuo con il microfono facendolo roteare sopra le teste dei musicisti della band; divertentissima è la scena che si ripete di continuo con un tecnico di palco costretto ad entrare a raccogliere l’asta del microfono, sistematicamente gettata a terra dal finlandese. Un sax rosso rubino entra in scena per “Trick Of The Wrist”, al termine della quale il vocalist per la prima volta parla al microfono; ‘Siete pronti per una canzone degli Hanoi?’, strilla Monroe, per un pronto boato che si alza dai presenti ad accogliere “Oriental Beat”, dopo la quale il cantante si inginocchia per l’intenso inizio di “Ballad Of The Lower East Side”, brano che fa letteralmente impazzire i fan. È ora di guardaci attorno e vediamo un pubblico assolutamente eterogeneo e variegato: ci sono ragazzini neppure maggiorenni e seriosi signori sulla cinquantina; metallari classici sfoggianti magliette di Iron Maiden e Metallica e glamster variopinti; ci colpisce particolarmente una coppia di fronte a noi, di età molto avanzata, con lui vestito di tutto punto per andare in ufficio che strilla felice facendo foto su foto, mentre la moglie sfoggia un sorriso di circostanza evidentemente a disagio e gli tiene la giacca. Si prosegue con l’intensa “Man With No Eyes” e “R.L.F.” a seguire, dopo la quale Michael annuncia un nuovo grandissimo brano dal nuovo album “Blackout States”, “Going Down With The Ship”, con Monroe che si spinge a cantare sulle transenne allungandosi fino al pubblico delle prime file. È ora di una canzone dei Demolition 23, “Hammersmith Palais”, accolto al meglio dalla venue, seguito dall’accoppiata “Got Blood?” e “Stained Glass Heart”, che si conclude con un poderoso coro da parte dei fan che il biondo cantante si gode appieno da bordo palco. I suoni sono grandiosi e la band suona alla grande, ed anche la voce di Michael tiene al meglio stasera, mentre salta e corre da tutte le parti del palco. È ora di riprendere gli Hanoi Rocks, con “Tragedy” e “Malibu Beach Nightmare”, che fanno letteralmente impazzire il Live. La cover dei Creedence Clearwater Revival “Up Around The Bend” e “Dead, Jail Or Rock N’Roll” portano alla pausa, durante la quale dalla venue si alza forte il coro all’indirizzo di Monroe. L’encore si apre con “Nothing’s Alright” dal repertorio dei Demolition 23 e “I Wanna Be Loved”, cover dei The Heartbreakers, chiude una prestazione maiuscola, memorabile, che lascia il pubblico felice e festante.
HARDCORE SUPERSTAR
Il clima si fa letteralmente rovente nell’attesa degli headliner di stasera, dopo la prestazione grandissima di Michael Monroe, ed il Live letteralmente esplode quando una voce in italiano introduce i ‘quattro bastardi’, Adde, Jocke, Martin e Vic, gli Hardcore fuckin’ Superstar, che irrompono on stage eseguendo l’opener di “Split Your Lip”, “Sadistic Girl”, subito doppiata da “Guestlist”, per una coppia di opener decisamente anacronistica. Jocke chiama a raccolta i fan per far toccare loro il cielo per l’esecuzione di “Touch The Sky”, prima di proseguire con “Medicate Me” e “Bully”, durante la quale il cantante svedese chiede ed ottiene un circle-pit, ma uno degli apici viene raggiunto soprattutto da “Wild Boys”, che fa letteralmente esplodere il locale. “Dreaming In A Casket” è apprezzatissima e la band, stasera davvero in forma, la fa rendere al meglio: Adde picchia sulle pelli come un fabbro, supportato dal basso pulsante di Martin, mentre Vic e Jocke giocano con i fan intrattenendo più possibile. Anche i suoni sono ottimi stasera, per un sano godimento uditivo. “Into Debauchery” introduce alla parentesi acustica, con “Someone Special” e “Standin’ On The Verge” davvero da brividi in questa veste. Due brani ancora prima della pausa, “Here Comes That Sick Bitch” e “Don’t Mean Shit”, e si va a riposo. La band torna sul palco con “Hateful”, prima che Jocke salti giù in platea per andare a cantare “Moonshine” in piedi sul bancone del bar, per il grande divertimento di tutti. Arrivano on stage i classici bicchieri pieni di alcolici per l’esecuzione di “Last Call For Alcohol”, accompagnata da cori goliardici da osteria che si levano dal pubblico. Jocke ricorda che oggi è domenica, il giorno che la band non celebra, introducendo una “We Don’t Celebrate Sundays” accolta con grandissima gioia da parte di tutti. Torna sul palco Michael Monroe, che fino ad ora era rimasto a guardare il concerto da bordo stage, ed assieme a Jocke Berg si lancia in un grande duetto per la cover di Alice Cooper “Long Way To Go”. È ora dell’ultimo brano, ma qualcosa accade, con un tecnico che inizia a smontare la batteria: gli Hardcore Superstar non se ne curano ed attaccano con “Above The Law”. La gag è divertentissima e il pubblico sorride cantando mentre lo stage e la batteria vengono ridotti al minimo da tecnici che, nonostante il gruppo stia cantando, smonta tutto partendo dalla batteria di Adde. Lo show si conclude così, con un tecnico che viene lanciato al pubblico al grido di ‘you are fired!’ e gli svedesi che si godono gli applausi a bordopalco. Una grandissima serata, aperta al meglio dai Chase The Ace e che ha visto il locale infiammato da due headliner fantastici, che hanno regalato due prestazioni memorabili, mandando i fan a casa felici.