A cura di Luca Pessina
Nella splendida cornice della cascina Monlué di Milano abbiamo assistito per voi alla prima data italiana del tour europeo degli Hatebreed, chiamati a suonare nel corso della prima delle quattro serate del Lambrate Rock Festival. Concerto ottimo così come l’organizzazione, curata da Hard Staff e dal noto Birrificio di Lambrate. Si spera vivamente che l’anno prossimo una tale iniziativa venga ripetuta… chi scrive non poteva chiedere di meglio come antipasto in vista dei vari festival estivi!
HATEBREED
Visti solo in parte i supporter Minus, combo islandese fautore di una musica stranissima, a cavallo tra hard rock seventies e punk hardcore alla Refused, la combriccola di Metalitalia.com, capitanata dal sottoscritto (che, infatti, è qui a smazzarsi il report!) si è apprestata speranzosa a seguire lo show del quartetto statunitense, che ci si aspettava devastante! E infatti è stato così… Jamey Jasta e soci hanno veramente messo a ferro e fuoco il palco del Lambrate Rock Festival, scatenando un pogo come non se ne vedeva da anni e suonando praticamente senza soste per un’ora intera. La parte del leone l’hanno fatta i brani del recente “The Rise Of Brutality”, che ovviamente dal vivo assumono un tiro micidiale, ma anche i pezzi tratti da “Perseverance” non sono stati da meno… per non parlare di quelli di “Satisfaction Is the Death of Desire”… veramente grezzi e violentissimi! Viste le centinaia di concerti che ogni anno tiene, il quartetto è apparso rodatissimo e carico al punto giusto, sfoderando una performance forse un po’ troppo lunga e stancante (la loro musica in effetti non è certo sinonimo di varietà) ma per chi scrive davvero memorabile. Jamey Jasta è un vero animale da palco: incita il pubblico al pogo, canta tutto senza sbavature, si muove come un ossesso… non c’è proprio nulla che gli si possa recriminare! Il buon Sean Martin alla chitarra però non è da meno, sempre intento a macinare riff uno più pesante dell’altro e a sbraitare alle backing vocals. Il momento clou del concerto è coinciso con l’esecuzione dell’ultimo singolo “This Is Now”, brano che è stato accolto da un boato immenso e che ha scatenato i fan in un pogo micidiale (chi scrive era là in mezzo e ha ancora i lividi in bella vista!). Molto sentite anche le riproposizioni di “Proven” e “I Will Be Heard”, quest’ultima posta in chiusura e nella quale si è assistito a più di un’invasione di palco. Non c’è che dire, gli Hatebreed hanno dimostrato di essere una band veramente professionale e meritevole del successo che da qualche anno a questa parte sta riscuotendo. I signori del metalcore? Non ci sono proprio dubbi!