NEPTUNE
I giovani Neptune aprono con un death moderno e convincente, debitore di As I Lay Dying e In Flames su tutti (per riffing e vocals), derivativo ma altamente assimilabile, sia per i chorus ficcanti che per la controparte musicale piacevole. Un set molto breve non ci impedisce di valutarli come una promessa interessante.
FOMENTO
Non nascondiamo che le aspettative verso lo show dei Fomento fossero elevatissime dopo aver ascoltato il gran debutto “Either Caesars Or Nothing”. Sulle assi del Music Drome, proprio come sul CD, le incertezze sono spazzate via dall’opener “The Die Is Cast”, rivelando una band energica e confidente nelle proprie capacità. Certo suonare davanti a un locale deserto ha di sicuro abbassato l’entusiasmo della formazione capitolina, e se in queste condizioni il valore intrinseco di bombe come “Welcome To The Brotherhood” e “Kill Fashioncore” riesce ad imporsi in maniera evidente, non vediamo l’ora di vederli all’opera in una situazione più congeniale. La guerra all’emo è iniziata!
NEURASTHENIA
I Methedras saltano ed è quindi thrash a oltranza, e in maniera decisamente old school coi Neurasthenia. La formazione è oramai consolidata nel panorama thrash nazionale e anche stasera mostra le carte migliori in un set divertente e tradizionalista: con tutti i clichè del caso, è da sottolineare allo stesso tempo pregio e limite massimo della formazione. Menzione particolare per il frontman che, corna sulle spalle, dimostra una tenuta di palco invidiabile.
HATESPHERE
Probabilmente per pareggiare il numero dei paganti con quello dei musicisti in sala bisognerebbe aggiungere gli addetti ai lavori. E se non è un fatto preoccupante quando sul palco salgono gli headliner… Degli Hatesphere tanto amati dal pubblico italiano è rimasto solo il fondatore Peter “Pepe” Lyse Hansen. Che fare dunque a locale vuoto? Semplice: si radunano tutti sotto il palco e ci si diverte lo stesso, con un set accorciato ma col sorriso sulle labbra e la voglia di suonare la musica che si ama. La formazione così ci appare quanto mai unita e affiatata, e anche il nuovo Jonathan “Joller” Albrechtsen, giovanotto ancora segnato dall’acne col difficile compito di rimpiazzare Jacob Bredahl, non ci pare così fuori luogo. In attesa di ascoltare questa nuova incarnazione su disco, i danesi hanno dimostrato di poter sopravvivere al ciclone che li ha travolti.