Live report a cura di Alessandro Corno.
La terza edizione dell’Headbanger’s Party si è svolta ancora una volta al Marmaja di Cusano Milanino e come di consueto è stata suddivisa in due serate. La prima Venerdì 2 ottobre e la seconda la serata successiva. Denominate “Classic Day” ed “Extreme Day”, le due date hanno proposto nel primo caso un assortimento di band heavy tra cui Blizzard Of Lizard, The Silence, Rain e gli headliner Wolf; mentre nel secondo sono stati i Carnal Forge a guidare una bill che vedeva tra i partecipanti anche Onirik, L’Ordadunto, S.N.P., Hellstorm e Drop Of Pain. Noi purtroppo abbiamo potuto seguire solo le band principali della prima serata e con particolare interesse soprattutto per i Wolf, formazione svedese di cui volevamo testare le abilità in sede live, dopo aver accolto positivamente l’ultima produzione in studio.
THE SILENCE
C’è pochissima gente di fronte al palco quando i The Silence iniziano sulle note di “Night Singer” da “Lord Of Mercy”, convincente disco d’esordio uscito lo scorso anno. La band milanese è attiva dal 2000 e si nota infatti una buona preparazione dei quattro membri. Precisi e tecnicamente all’altezza, conducono uno show senza evidenti pecche, capitanati da cantante-chitarrista Alessandro Schettino autore di una buona prova dietro al microfono. Il classic-power del quartetto, debitore di Iron Maiden, Helloween o Edguy, è piuttosto ricco di melodie e quindi decisamente meno “true” dei due gruppi che seguiranno. Forse anche questo limita la partecipazione di un’audience meno attratta del sottoscritto dalle evoluzioni di “Lord Of Mercy”, dalle linee vocali orecchiabili di “In Thy Embrace” o dalle escursioni in doppia cassa di “Words Full Of Silence”. Buona la prova delle chitarre, sia in fase solista che nei frequenti giri melodici e non da meno è la cppia basso-batteria, precisa, compatta e abile anche nel gestire i cori. Il set dei The Silence volge presto al termine ma come avrete capito, il poco tempo a disposizione è stato più che sufficiente per permettere al gruppo di lasciare un’impressione positiva.
RAIN
I Rain si sa, dal vivo sono una garanzia e anche questa sera sono pronti a dimostrarlo. Armati di tanta sana passione per l’heavy, i cinque fanno da subito scintille con i loro brani semplici e diretti. Ad aprire le danze è “Love In The Back” con il singer Francesco Grandi da subito sugli scudi. I suoi acuti su “Dad Is Dead”, titletrack dell’ultimo lavoro, lasciano il segno cosiccome la carica, il sudore e l’energia che gli altri componenti del gruppo infondono nella loro musica. Inutile dire che il pubblico apprezza e quasi tutti i presenti partecipano intonando “Energy” a gran voce, per non parlare di “Rain”, ottima cover dei The Cult. Si prosegue con una lunga parentesi dedicata nuovo lavoro, da cui vengono riproposte anche l’up-tempo “Last Friday”, “Blind Fury”, sulla quale il singer non perde l’occasione di far cantare un pubblico ormai caldo, “Mr. 2 Words” e “Bang Bus”. La sparata “Headshaker” e il tributo ai propri fan con “Only For The Rain Crew” ci portano alle ultime battute sulle note di “Highway To Hell” degli AC/DC e una sempre adrenalinica “Metal Thrashin’ Mad” di casa Anthrax. Chiusura ovviamente tra i meritati applausi. Alla voce non c’è più Alessandro Tronconi ma il gruppo ha dimostrato ancora una volta che quello che conta qui è la squadra, un team ben rodato che può dare il 100% anche con questa lineup. Bravi.
WOLF
Niklas Stalvind e compagni hanno all’incirca un’ora a disposizione, non molto in effetti, ma la voglia di suonare c’è eccome e il quartetto svedese sale sul palco senza troppe esitazioni, attaccando con “Speed On”. Il pezzo, opener dell’ultimo e convincente “Ravenous”, sprizza Judas Priest da ogni nota e dal vivo è una vera bomba, sebbene penalizzato da un suono che nei primi minuti relega la voce in secondo piano. Il gruppo é carico e se la cava più che egregiamente, trascinando le poche decine di persone presenti con pezzi di classic metal old school semplici e diretti come la tellurica “The Bite” e “I Will Kill Again” entrambe da “The Black Flame” del 2006. La qualità dei suoni nel frattempo è migliorata, anche se dipende sempre parecchio dal punto della sala in cui ci si trova. Si torna alla recente pubblicazione con “Curse You Saleem”, doppiata da “Electric Raga” dal primo lavoro e “Voodoo”, della quale la band annuncia la produzione di un nuovo video. Come detto, il gruppo offre una buona performance, suonando compatto e preciso senza strafare e lo stesso Niklas è autore di una prova decisamente positiva dietro al microfono. Poco valutabile invece la tenuta del palco, viste le piccole dimensioni dello stesso, ma anche sotto questo aspetto la formazione non delude, intrattenendo e coinvolgendo abilmente il pubblico. La setlist offre una panoramica di tutti i lavori ed ecco quindi che dopo “Genocide” da “Black Wings” del 2002, arriva “Evil Star”, titletrack dell’album uscito nel 2004. La band si prende un minuto di pausa e torna sul palco tra gli applausi per la tripletta finale costituita da “Venom”, “Children Of The Black Flame” e la tirata “In The Shadow Of Steel”, opener del disco d’esordio. Si chiude così uno show che ha confermato le buone parole spese per questo gruppo in sede di recensione. E’ ovvio che i Wolf non puntino certo a sorprendere con composizioni innovative, ma il loro modo di riproporre uno stile classicamente anni ottanta, è assolutamente genuino, efficace e decisamente meno scontato rispetto alla maggior parte giovani band classic in circolazione.
SETLIST:
Speed On
The Bite
I Will Kill Again
Hail Caesar
Course You Saleem
Electric Raga
Voodoo
Genocide
Evil Star
Venom
Children Of The Black Flame
In The Shadow Of Steel