12/03/2018 - HEAVEN SHALL BURN + AUGUST BURNS RED + WHITECHAPEL + IN HEARTS WAKE @ Pumpehuset - Copenaghen (Danimarca)

Pubblicato il 22/03/2018 da

Report a cura di Lorenzo Santamaria
Fotografie a cura di Peter Troest

I fan del metalcore da caciara sono tutti qua, a Copenaghen, per il tour-evento degli Heaven Shall Burn, che toccherà oggi la città della Sirenetta. La band capitanata da Marcus Bischoff ha un seguito di veri aficionado qui in Danimarca, garantendo sempre delle date soldout o quasi e, considerato anche che dall’ultima volta che i Nostri hanno fatto visita a questo lato del Baltico sono passati quattro anni, si respira un clima decisamente da grande evento. Il bill è davvero succulento, caratterizzato da una interessante varietà di proposte e sound diversi: gli americani Whitechapel a coprire il lato più muscoloso dell’area -core; gli August Burns Red, freschi freschi di pubblicazione di “Phantom Anthem”, un ottimo lavoro che li ha rivisti di nuovo in auge dopo una serie di album solo discreti, e con il fortunato tour nordamericano ed europeo alle spalle, durante i quali hanno suonato il loro capolavoro “Messengers” nella sua interezza; i giovani australiani In Hearts Wake (che purtroppo non siamo riusciti a vedere causa ritardo dei trasporti) a riscaldare i presenti. Con queste elettrizzanti premesse, ci troviamo un posto tra le prime file non senza sgomitare in attesa dell’entrata dei Whitechapel…


WHITECHAPEL

La band del Tennessee si è ritagliata un posto di tutto rispetto all’interno del panorama deathcore mondiale, sia grazie ad una proposta sui generis per gli standard piuttosto monolitici del bacino di riferimento, sia anche grazie al timbro unico di Phil Bozeman, ruvido e cavernoso, che li rende immediatamente riconoscibili ai più, andando così a produrre album di ottimo livello, uno dopo l’altro, e continuando un processo evolutivo ininterrotto che oggi li vede ergersi come uno dei pilastri della scena. E infatti notiamo un decisamente nutrito gruppo di spettatori nonostante non siano nemmeno le 20: l’entrata ad effetto dei Nostri con le testate di “I, Dementia”, dal fortunato selftitled del 2012, fa immediatamente incendiare i cuori degli astanti. La band regala una performance solida e quadrata, senza alcuna sbavatura di sorta, e propone una setlist pressochè perfetta, che verte in maniera decisamente sbilanciata sugli ultimi due arrivati in casa, ovvero “Mark Of The Blade” del 2016 e il clamoroso “Our Endless War” del 2014, con due terzi dei pezzi suonati questa sera estratti da lì; ma che non lesina comunque nel coprire anche i periodi più addietro della loro carriera con “This Is Exile”. Promozione piena e risultato rotondo per il combo di Knoxville, che mostra un sacco di muscoli e presenza scenica, regalando uno spettacolo relativamente breve ma decisamente intenso. E mentre gli addetti si occupano del cambio palco, noi andiamo a prendere una boccata d’aria fresca, necessaria dato l’altissimo livello di umidità presente nelle prime file.

Setlist:

I, Dementia
Faces
Elitist Ones
Let Me Burn
Mark Of The Blade
Rise
Our Endless War
The Saw Is The Law
This Is Exile

AUGUST BURNS RED

I principini del metalcore della East Coast sono ormai di casa qui in Danimarca, essendo passati da queste parti non più tardi di sei mesi or sono per il tour in omaggio a “Messengers”, piccola pietra miliare della NWOAHM e album tutt’oggi più apprezzato della band della Pennsylvania. Ma nonostante la costante presenza sul territorio, i ragazzi risultano avere un fedele seguito ad ogni occasione e questa sera non sembra essere da meno dato che la sala è già piena da scoppiare e il pubblico li invoca a gran voce. I ragazzi di Lancaster fanno il loro ingresso sulle note di “King Of Sorrow”, estratto dall’ultimo “Phantom Anthem”, il quale riceve un ottimo responso da parte del pubblico considerata l’esplosione di pogo alla quale assistiamo. A parte l’inizio scoppiettante, notiamo una band lievemente sottotono, a giudicare dalla presenza sul palco e da una spiccata mancanza di energie, che va avanti grazie al mestiere e all’esperienza maturata in questi quindici anni di carriera. Fortunatamente, gli ABR sembrano risvegliarsi a metà setlist, il che magari mostra una band semplicemente provata dalla vita in tour e che aveva bisogno solamente di riscaldare un po’ i motori prima di entrare a pieno regime. Ed ecco i Nostri andare a produrre un fuoco di fila con pezzi carichissimi quali “Composure”, “Spirit Breaker”, da “Rescue & Restore”, ed una discreta manciata di estratti dall’ultimo “Phantom Anthem”, che risultano avere una ottima resa live, soprattutto “The Frost” e “Float”. Ecco quindi gli ABR salvare la loro performance con un colpo di reni e portare a casa il risultato ancora una volta.

Setlist:

King Of Sorrow
Empire
The Frost
Spirit Breaker
Ghosts
Invisible Enemy
Dangerous
Composure
Float
White Washed

 


HEAVEN SHALL BURN

Il momento clou della serata è finalmente giunto. Il pubblico di stasera sembra sentirli tutti i quattro anni passati dall’ultima visita dei metalcorer teutonici, oggi freschi di un nuovo full length che ha dimostrato quanto la band della ex-Germania Est sia ben lungi dall’aver finito gli argomenti di conversazione. Delle scenografie colorate ma piuttosto minimal accolgono l’arrivo del combo sul palco, come da tradizione, e l’apertura delle danze spetta al singolo “Downshifter”, estratto da “Wanderer”, così come la seconda canzone “Bring The War Home”, che sembra aver convinto più di qualche fan data la mole di gente che si è riversata nel moshpit alle prime note del pezzo. La band è in una forma davvero smagliante a dispetto della defezione del chitarrista e mastermind Maik Weichert, bloccato a letto da un fastidioso mal di schiena, sostituito egregiamente dal giovane Mate Bodor, ascia in forza agli Alestorm, che risulta essere decisamente a proprio agio a dispetto della giovane età e della differenza di proposta rispetto alla propria band madre. E la setlist continua con tutti i cavalli di battaglia del collettivo di Saafeld, coprendo le ormai oltre due decadi di carriera, per la felicità di tutti gli aficionado accorsi numerosi questa sera, regalando agli HSB uno show pressoché soldout e un trasporto decisamente da zoccolo duro, con sing along costanti e poghi forsennati per tutta la durata della performance. Ancora una volta uno spettacolo perfetto, senza la benché minima sbavatura, curato nell’acustica e nelle luci, che ha mostrato una band che dà davvero il suo meglio in sede live; e questo il pubblico danese lo sa bene ed è anche questa una delle principali ragioni che porta gli scandinavi a tenere gli HSB in un posto speciale del proprio cuore. Solito encore con il classico “Endzeit” e la cover dei Blind Guardian “Valhalla” evocata all’unisono dai presenti. Salutiamo gli Heaven Shall Burn levandoci tanto di cappello, con la speranza di non dover attendere altri quattro anni per uno show così.

Setlist:

Downshifter
Bring The War Home
The Weapon They Fear
Land Of The Upright Ones
Counterweight
Black Tears
Corium
The Final March
Passage Of The Crane
Profane Believers
Combat
Voice Of The Voiceless
Hunters Will Be Hunted

Encore:

Endzeit
Valhalla

 

 

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