A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi
foto di Giuseppe Craca
Tra agosto e settembre 2009, le leggende del metalcore Earth Crisis hanno intrapreso un lungo tour che li ha portati in America ed Europa nell’annuale edizione dell'”Hell on Earth Tour”, assieme a Sworn Enemy, Neaera, Waking the Cadaver, War of Ages, Thy Will Be Done e War From a Harlots Mouth. Ci sarebbero dovuti essere gli Unearth, un nome più in voga ai giorni nostri, e forse l’affluenza, in un Estragon immerso nella Festa Dell’Unità di Bologna, sarebbe stata degna. Saranno poco più di un centinaio invece gli accorsi a fine serata, rendendo il bilancio decisamente negativo, un dato allarmante per lo stato di salute del genere nel nostro paese. La trasferta ci forza l’arrivo alle 21:00, perdendoci le esibizioni dei primi gruppi, tra i quali ci vengono segnalati come particolarmente meritevoli i War From A Harlots Mouth, interessante progetto mathcore guidato dall’ex Ocean Collective Nico Webers.
NEAERA
I tedeschi li conosciamo, purtroppo, e questa sera all’Estragon non possiamo che ribadire il concetto espresso in più sedi, ad ogni comparsa della formazione negli svariati tour metalcore a cui hanno partecipato. Cambia l’album che tentano di promuovere (a questo giro “Omnicide – Creation Unleashed”), ma permangono staticità generale, noiosi riff tinteggiati di black e rallentamenti mediocri, acconciature da kraut-rocker. Possiamo conceder loro una lode per la costanza e l’etica al “lavoro”, ma a quanto pare nessuno reputa realmente esaltante la prova dei ragazzi di Munster, e resta un mistero come un’etichetta come la Metal Blade possa continuare a supportarli. Nulla di personale.
SWORN ENEMY
Ci pensano gli Sworn Enemy ad alzare il tiro: guidati dal frontman Sal Lococo e dal cantante/chitarrista Lorenzo Antonucci i newyorkesi sanno come far muovere la gente col loro brevettato miscuglio di thrash e metalcore, senza però escludere brevi puntate nel NYHC, movimento di cui sono stati alfieri ad inizio carriera. Il combo parte infatti con “As Real As It Gets” per concedersi successivamente ad una riuscita selezione degli ultimi lavori, tra i quali l’ultimo, valido, “Total World Domination”. E’ vero che più di un riff paga tributo ai maestri del genere, ma la proposta della formazione rimane comunque gradevole a più riprese e, cosa più importante, sul palco c’è sempre grinta da vendere, in un flusso energico e senza soluzione di continuità. “We Hate” suggella uno spettacolo fondato su violenza e intensità, sfumando nella parte finale di “Domination” dei Pantera, come vuole la tradizione del gruppo.
EARTH CRISIS
Vegan. Straight Edge. Metalcore. Gli Earth Crisis sono, senza ombra di dubbio, tra i maggiori esponenti delle ideologie e del genere musicale in questione. Dopo anni di progetti mai troppo fruttuosi è tempo di reunion per i giganti che negli anni ’90 infiammarono la scena con capolavori quali “Destroy The Machines” e “Gomorrah’s Season Ends”: fa dunque piacere rivedere Karl Buechner, Scott Crouse, Ian “Bulldog” Edwards, Dennis Merrick ed Erick Edwards che in pochi minuti spazzano via sei giovani formazioni come se gli anni non fossero passati. Fa meno piacere notare l’Estragon semivuoto, in una mancata occasione per lo stivale di pagare tributo a delle leggende come gli Earth Crisis. Il messaggio è sempre lo stesso attraverso “Killing Brain Cells”, “Biomachines”, i classici di “Gomorrah…” e il resto: veganesimo, rispetto degli animali e stile di vita straight edge. Il gruppo, in formissima nonostante i segni della vecchiaia, dimostra un’attitudine incrollabile e, coerente ai principi di un’intera carriera, da il massimo anche dinanzi a un pubblico probabilmente composto da neofiti, che resta inspiegabilmente fermo anche all’esecuzione “To The Death” e “Born From Pain”, mentre fa eccezione per “Firestorm” sorreggendo la band a voce alta. Il set finisce a mezzanotte, dopo 40 minuti scarsi di esibizione, lasciando perplessi i pochi affezionatissimi, bramosi di altra musica delle leggende di Syracuse. Speriamo di rivederli in condizioni più fortunate, non è questo quello che si meritano.