Report a cura di Alessandro Corno
Il tour che ha visto fianco a fianco Helloween, Gamma Ray e Axxis è stato un vero e proprio evento, nonché un appuntamento obbligatorio per gli amanti del power metal. I fan italiani hanno colto la palla al balzo e sono accorsi in massa alla data milanese che, nonostante si trattasse di un mercoledì sera ed il prezzo non fosse dei più popolari (30 euro), ha sfiorato il tutto esaurito. D’altronde le tre band sono da poco uscite con tre nuovi album di ottimo livello che hanno riscosso un notevole successo tra i fan e la stampa specializzata. Dal punto di vista musicale si è trattato di un buon concerto che ha evidenziato però i soliti difetti degli attuali Helloween, fatto che ha aperto la strada a Hansen e compagni, i veri trionfatori della serata.
AXXIS
Come già avvenuto in occasione dello scorso tour, tocca agli Axxis aprire la serata, forti di una carriera ormai solida e di una notevole esperienza on stage. La band attacca con “Doom Of Destiny (Arabia)”, titletrack dell’ultima loro release. I suoni peccano di un livello della voce un po’ troppo basso ma la resa è comunque buona, con il singer Bernhard Weiss sempre molto attivo e teatrale nelle movenze. Buona anche la prova di Ana Mladinovici dei Magica, seconda voce chiamata a sostituire Lakonia. Si prosegue con il power metal di “Tales Of Glory Island”, al termine della quale Bernhard tira fuori un foglio e simpaticamente accenna qualche frase in italiano. Gli astanti apprezzano l’attitudine simpatica della band e applaudono. Ottima e trascinante l’esecuzione di “Little World”, seguita da “Take My Hand” e dalla veloce “Save Me”. Finale affidato “Angel Of Death”, con i due cantanti impegnati nella riproposizione di arrangiamenti corali molto pomposi, e alla classica “Kingdom Of The Night”. Una prestazione breve ma che, grazie alla qualità espressa, ha trovato i favori del pubblico.
SETLIST:
Intro: Voices Of Destiny
Doom Of Destiny (Arabia)
Tales Of Glory Island
Little World
Take My Hand
Save Me
Angel Of Death
Kingdom Of The Night
GAMMA RAY
Accompagnati dal grido “Gamma Ray, Gamma Ray!” Kai e compagni entrano in scena sulle note di “Welcome” e attaccano alla grande con “Heaven Can Wait” dal primo e stupendo album. Il biondo chitarrista/cantante da subito si rende conto che non sono pochi ad essere venuti fin qui soprattutto per lui e li ripaga con una granitica “New World Order” (chi ha detto “Hell Bent For Leather”?) seguita dalla classica “Land Of The Free”. Minimale la scenografia, composta solo da un grande telo alle spalle di Zimmermann. La band è in forma e Kai in serata, anche se, come di consueto, la sua prestazione vocale non è priva di qualche sbavatura. Si passa poi a “Fight”, dal penultimo album “Majestic” e alla nuovissima “Real World”, da “Land Of The Free II”. Il pezzo rende alla grande, anche più che su disco e il pubblico apprezza. Grande partecipazione per “Rebellion In Dreamland” e “Heavy Metal Universe”, quest’ultima con lungo break centrale con tutto il pubblico intento a cantarne il ritornello. Il gran lento “The Silence”, ben interpretato da Kai, ci porta dritti alla sparatissima “Ride The Sky”, con la parte avanzata della platea che si agita e canta. Finale con “Somewhere Out In Space” e la hit “Send Me A Sign”. La band saluta e lascia il palco tra gli applausi di un pubblico soddisfatto. Da sottolineare che stranamente il nuovo album è stato rappresentato da un solo brano ma i Gamma Ray questa sera probabilmente ci tenevano a vincere il confronto con i “cugini” Helloween e sono andati sul sicuro. Scelta azzeccata visto il gran successo riscosso.
SETLIST:
Welcome
Heaven Can Wait
New World Order
Land of the Free
Fight
Real World
Rebellion in Dreamland
Heavy Metal Universe
The Silence
Ride The Sky
Somewhere Out in Space
Send Me a Sign
HELLOWEEN
Dopo un lungo cambio di palco, le luci si spengono e viene scoperta una bella scenografia che ritrae la copertina del nuovo “Gambling With The Devil”, con tanto di mega pupazzo e ruota della fortuna girevole dietro alla batteria. “Crack In The Riddle” introduce “Halloween” e il pubblico si scalda. Il pezzo viene ovviamente riadattato da Deris ma il risultato finale è buono. Segue “Sole Survivor” da “Master Of The Rings”. La band appare coesa, Andi sulle sue canzoni si esprime molto meglio e il drummer Dani Loeble suona con un gran tiro. A questo punto però gli Helloween compiono il primo errore della serata, ossia azzardare “March Of Time”. Un pezzo vocalmente difficilissimo, costruito per l’ugola di Kiske e inevitabilmente martoriato dall’attuale singer che, inoltre, finisce per spendere una gran quantità di voce ed energie. La nuova “As Long As I Fall”, dapprima accolta timidamente dalla platea, strappa non pochi consensi e applausi. “We Burn” non lascia molti segni del suo passaggio e tocca ad “A Tale That Wasn’t Right” risollevare la tensione. Segue un assolo di batteria con un ironico siparietto che vede Deris, Gerstner e Grosskopf comparire a mo’ di marionette da dietro un teatrino e suonare “Smoke On The Water” con una vocina alla Chipmunks. Si prosegue con “The King For A 1000 Years”, pezzo molto bello ma lungo, articolato e che non si rivela essere la scelta migliore dopo un drum solo anch’esso di notevole durata. Il pubblico torna a farsi sentire con “Eagle Fly Free”, seguita da “The Bells Of The 7 Hells” e “Dr. Stein”. E’ quindi il turno di un medley che accenna ottime canzoni dell’era post Kiske quali “I Can”, “Where The Rains Grows”, “If I Could Fly”, “Power” e termina con l’immortale “Keeper Of The Seven Keys”. Le luci si spengono ma la folla ben sa quello che sta per succedere e invoca Kai Hansen. Detto fatto ed Helloween e Gamma Ray tornano sul palco insieme per regalare ai fan qualche momento di nostalgia. Vengono suonate “Future World” e “I Want Out” e la folla esulta quando Kai prende posto dietro al microfono, anche se solo per qualche strofa. A fine concerto il fatto più clamoroso della serata, ossia buona parte del pubblico che grida “Hansen, Hansen!”… Tirando le somme, l’esibizione degli Helloween è stata positiva ma con una scaletta più consone all’attuale formazione la resa sarebbe stata certamente superiore. Ovviamente il discorso è vecchio e riferito alla voce di Deris, un cantante molto bravo e versatile ma che dovrebbe esibirsi con i pezzi scritti dopo il suo ingresso nella band poiché la sua impostazione è, che lo si accetti o meno, profondamente diversa da quella di chi lo ha preceduto.
SETLIST
Intro: Crack In The Riddle
Halloween
Sole Survivor
March If Time
As Long As I Fll
We Burn
A Tale That Wasn’t Right
Drum Solo
The King Of A 1000 Years
Eagle Fly Free
The Bells Of The 7 Hells
Dr. Stein
medley: Perfect Gentleman/I Can/Where The Rain Grows/If I Could Fly/ Perfect Gentleman (reprise)/ Power/ Keeper Of The Seven Keys
Future World
I Want Out