A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi
Serata diversa per il Magnolia, quel locale a Segrate di cui sentite spesso parlare dall’artistoide acculturato con la giacca di terza mano oppure dalla ragazza strana col piercing al setto e i capelli tinti/scoloriti. Si perpetua l’esperimento “Macello Magnolia”, che propone una valida alternativa in popolazione a quel locale che è divenuto ultimamente tanto frequentato e che di alternativo non ha più nulla. Per farla breve e abbandonando i giochi di parole, dopo Genghis Tron, Ufomammut, Today Is The Day, c’è di nuovo qualche gruppo cazzuto sui palchi del circolo sulla Circonvallazione Idroscalo, e c’è pure un dj set con buona musica per le nostre orecchie…
THISGROOVE
Apre le danze, nel palchetto al coperto, il trio dei Thisgroove, che rende omaggio ai Foo Fighters fondendo post grunge e rock “diritto” e melodico. Orecchiabili certo, ma senza far presa sui pochi presenti che, impensieriti, si guardano in giro sperando di scorgere un conoscente con cui attaccar bottone. Una mezz’ora che non passa velocemente, ma state tranquilli: la loro esibizione è “anonimato garantito”, tanto che è quasi impossibile trovarne traccia anche nel web.
TOTIMOSHI
Non si fa in tempo a spiare il banchetto del merch, osservando gli ammirevoli artwork di copertina dei Totimoshi, che già bisogna raggiungere il tendone esterno, dove i californiani hanno iniziato la loro esibizione. La loro etichetta (Volcom Entertainment) non li aiuterà certo in maniera ottimale con la distribuzione, ma il sodalizio artistico con Page Hamilton (alla consolle del loro ultimo “Milagrosa”) li ha portati in tour in tutta Europa. Interessanti nella loro personale e vibrante fusione di metal, stoner e punk – con una punta di improvvisazione – i Totimoshi lasciano una bella impressione e si dimostrano musicisti appassionati e coinvolgenti anche al pubblico casuale (la quasi totalità dei presenti), conquistando la simpatia dei milanesi.
FRATELLI CALAFURIA
I minuti necessari ad una sigaretta: è quanto basta per non riuscire più ad entrare nelle mura del locale mentre suonano i Fratelli Calafuria. Gli alt-rockers milanesi sono in giro da una decina d’anni, ma nel passato recente sono esplosi quasi incomprensibilmente, tanto da attirare al Magnolia molti dei loro fedeli e neoacquisiti fans. Show praticamente inguardabile, non per la performance (i Calafuria sono capaci e sempre simpatici) o i suoni, ma solo per una location improbabile, caldissima e satura all’eccesso. Ascoltiamo, assieme alla maggior parte dei presenti, “La Nobile Arte”, “Di Getto”, “Non So Perchè” e “Uachi La Merendina” tentando di scorgere la testa di uno dei tre in mezzo alla folla, bevendo un drink.
HELMET
Giunto il turno degli headliner il Magnolia è zeppo. Niente indie-patata (sempre che esista) e pochi snob-rockers dai gusti contradditori: un pubblico adulto, sopra i trenta perlopiù, che vuol rievocare la magia dell’ alternative/crossover/post-hardcore degli anni ’90 in una rimpatriata tra amici. Lo stesso sentimento, a nostro parere, muove un Page Hamilton sull’orlo dei cinquanta, che abbandonato da tutti i membri originali e dai rimpiazzi arcinoti abbraccia il suo pubblico assieme ad una formazione anonima e molto più giovane di lui. Ma, oltre al coinvolgimento emotivo, è il groove degli Helmet a far da padrone, e stasera abbiamo la conferma che, dopo un decennio, è ancora capace di radunare gli appassionati, che animano il tendone davanti al palco principale, cantano e si agitano come se il gap temporale non contasse. E almeno per il tempo dell’esibizione, di fatto, questa decade non conta nulla. A parte l’accoglienza tiepida (colpa dei brani recenti?) quando arrivano i pezzi di “Meantime” – suonato praticamente nella sua interezza – il pubblico si infiamma, ed è totalmente succube di un Hamilton magnetico e grintoso anche nella sua staticità. I picchi sono segnati, come prevedibile, dalla popolare “Unsung”, “Wilma’s Rainbow”, “In The Meantime” e dal finale di “Milktoast” – arcinota per essere presente nella colonna sonora de “Il Corvo”. Alla fine del set il frontman si concede a lungo al suo pubblico per foto, autografi e strette di mano, marcando inaspettatamente il primo sold-out targato Macello Magnolia. Inutile dire che siete caldamente invitati alla prossima puntata…
Setlist:
Swallowing Everything
Renovation
See you Dead
Ironhead
Role Model
FBLA II
You Borrowed
Better
He Feels Bad
Unsung
On Your Way Down
Blacktop
In The Meantime
Give It
Speechless
Tic
Wilma’s Rainbow
Milquetoast