15/02/2015 - HIDEOUS DIVINITY + MODUS DELICTI + MINDFUL OF PRIPYAT + CARNALITY @ Blue Rose Saloon - Bresso (MI)

Pubblicato il 21/02/2015 da

Ormai da tempo il panorama estremo tricolore è in grado di vantare numerose band di altissimo livello. Nuovi validi gruppi continuano a popolare il sottobosco e non è più una novità vedere molti di questi siglare contratti prestigiosi ed affermarsi anche e soprattutto all’estero. È giusto tuttavia battere il ferro anche in casa e consolidare una scena che allo stato attuale dà solo l’impressione di poter crescere ulteriormente. È un piacere, quindi, vedere gli Hideous Divinity, da poco tornati sul “mercato” con l’ottimo “Cobra Verde”, portare il loro death metal sul palco del piccolo Blue Rose di Bresso (MI). Ad accompagnarli, un trio di solide realtà per un bill di tutto rispetto. Decorosa, per fortuna, anche la risposta del pubblico, sebbene i margini di miglioramento in questo senso siano ancora ampi. Ma si sa… l’esterofilia degli ascoltatori italiani è da sempre dura da vincere.

hideous divinity - locandina bresso - 2015

CARNALITY

Spetta ai romagnoli Carnality dare fuoco alle polveri. Il loro ultimo album, “Dystopia”, si è rivelato un valido esempio di death metal made in Italy, che non esitiamo a consigliare a tutti coloro che seguono con attenzione le gesta di altri gruppi connazionali come The Modern Age Slavery, Bloodtruth, ecc. Purtroppo sul palco del Blue Rose i ragazzi devono fare i conti con dei suoni molto confusi: la resa complessiva dei brani viene minata non poco da questo mixaggio scadente, tuttavia si riesce a intuire il buon affiatamento della lineup e, tutto sommato, anche il tiro del materiale, che vive tanto di velocità e tecnicismi quanto di soluzioni più orecchiabili e impattanti. La presenza scenica, inoltre, è buona, quindi, alla fine dei conti, non ci si sente di fare particolari appunti al gruppo. I Carnality hanno fatto il loro onesto show, peccato che in questa occasione non abbiano avuto suoni decenti ad assisterli.

MINDFUL OF PRIPYAT

I Mindful of Pripyat, invece, riescono subito a ricavare un maggiore impatto. Del resto, la loro proposta è ben più asciutta rispetto a quella dei colleghi romagnoli: con l’EP di debutto “…and Deeper, I Drown in Doom…”, Tya (Antropofagus), Giulia (Into Darkness) e Gio (ex Corporal Raid) hanno dato sfogo alla loro passione per il grindcore vecchio stampo, sfornando un’opera diretta e genuina. Le cover di Unseen Terror e Defecation incluse nel lavoro la dicono lunga sulla direzione stilistica dei ragazzi; sul palco, l’ignoranza e il tiro che questi nomi evocano vengono espressi senza alcun impedimento. L’assenza del basso non si fa sentire troppo (d’altra parte è sempre più comune vedere gruppi grind farne a meno) e anche quando il suono si fa magari più sottile, ci pensa il noto growl di Tya a rimpolpare il tutto. I Mindful of Pripyat insomma se la cavano benissimo in questo loro primo concerto: dalla musica alla presenza live le impressioni sono solo positive. Andate a scoprirli se ascoltate abitualmente Terrorizer, Phobia e compagnia deragliante.

MODUS DELICTI

Si cambia ancora genere con l’arrivo dei redivivi Modus Delicti, progetto death-grind del bassista/batterista e noto tatuatore Clod the Ripper (ex Septycal Gorge, Blasphemer, ecc). Dopo un lungo periodo di silenzio, i Nostri sono ora tornati con una nuova lineup e con del materiale che verrà presto rilasciato sotto forma di EP. L’emozione si fa sentire per i ragazzi, qui impegnati nel primo show dopo quattro anni: l’affiatamento ovviamente non può risultare eccelso, ma non si può dire che non vi siano impegno e trasporto. Il nuovo frontman Adrian Bundy ha uno screaming più vicino all’hardcore che al death metal, ma il nuovo approccio non snatura comunque delle canzoni che da sempre vivono anche di spiccate influenze core. Ispirandosi soprattutto a Misery Index e primi Despised Icon, i Modus Delicti hanno sempre puntato più sul groove che sull’eleganza e il breve set di questa sera non ha fatto altro che ribadire il concetto. Bentornati.

HIDEOUS DIVINITY

Gli headliner sono, come prevedibile, il gruppo più compatto e avvincente della serata. Del resto, non può essere completamente un caso che la fama del combo romano stia crescendo in maniera esponenziale ultimamente. “Cobra Verde” ha rappresentato un seguito azzeccatissimo del già valido debut “Obeisance Rising” e questa sera abbiamo avuto la riprova anche dell’intesa che questi musicisti sono riusciti a sviluppare in sede live. Il bassista Stefano Franceschini non ha potuto prendere parte al concerto e la band è stata quindi costretta ad esibirsi come quartetto, ma il fitto riffing di Enrico Schettino e del veterano Antonio Poletti (attivo nell’underground nostrano già nei primi anni Novanta con i Catacomb/Novembre) è riuscito a sopperire al meglio a questa importante assenza. Dopo averli visti supportare gli Iniquity a Londra tempo fa ed essere rimasti piacevolmente colpiti dalla presenza dei ragazzi, il “bis” al Blue Rose è stata un’esperienza ancora più soddisfacente. Detto che i brani del nuovo album sono a nostro avviso i migliori del repertorio del gruppo, ha fatto piacere constatare come anche l’interpretazione di Schettino e compagni non abbia trascurato alcun dettaglio. Quando si hanno davanti death metal band che puntano molto su velocità e finezze spesso capita di assistere a show piuttosto freddi, invece gli Hideous Divinity riescono a ben valorizzare le loro aperture più “dritte” e violente e a rendere fluide quelle più tecniche, sublimando così anche dal vivo il loro ricercato songwriting. Questa è a tutti gli effetti una realtà da tenere sempre più in considerazione.

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