Report a cura di William Crippa
Foto di Francesco Castaldo
Ritorno a Milano per gli HIM, in tour a supporto di un album, “Tears On Tape”, gradevole ed apprezzato, ma forse meno delle previsioni. A supportarli gli sconosciuti Caspian, provenienti dagli Stati Uniti. Al solito ci si aspetta il grande pubblico per i cinque finlandesi, sempre molto amati dalle nostre parti. Scopriamo come è andata la serata!
CASPIAN
L’ingresso in scena dei misconosciuti Caspian, provenienti da Beverly, una cittadina vicino a Boston, Massachusetts, è ben accolta dal non numerosissimo pubblico già presente nel locale milanese, mentre in molti sono ancora in coda all’esterno; e, appena la band guidata da Philip Jamieson inizia a suonare, ecco lo stupore ed il rapimento prender vita sui volti dei fan degli HIM: i Caspian propongono infatti un tipo di metal atmosferico e psichedelico esclusivamente strumentale, con ben tre chitarre a disegnare armonie eteree e sognanti, per un tipo di musica che molti dei presenti non hanno mai sentito prima d’ora. Se dovessimo descriverla, la proposta dei Caspian ci ricorda i The Gathering più sperimentali e sognanti di album come “How To Measure A Planet” ed “If Then Else”, ma anche gli italianissimi Novembre. Con un suono assolutamente ipnotico ed emozionale, i Caspian, nella manciata di minuti a loro disposizione, tolgono il fiato a tutto il pubblico presente, tanto che il boato alla fine di ogni pezzo è incredibile per una band di questo tipo. Cinque i brani per loro, che escono di scena tra gli applausi.
HIM
Ore 21,15 precise e gli headliner di serata salgono sulle assi dell’Alcatraz sulle note della nuova “All Lips Go Blue”, tratta dal nuovo album “Tears On Tape”. Ville, cappotto nero e berretto di lana d’ordinanza, si posiziona statico a centro palco, imbracciando una chitarra acustica che riprenderà spesso ma non suonerà praticamente mai durante la serata, ed è già il turno di “Buried Alive By Love”, da “Love Metal”, accolta molto bene dal pubblico, nel frattempo cresciuto ma ben lontano dal sold-out che ci si aspettava alla vigilia. La scaletta della serata è molto varia e tocca praticamente tutta la discografia della band, alternando di continuo brani dagli album più recenti a quelli dei primi dischi, sicuramente più amati vista la reazione dei fan a questi pezzi. C’è purtroppo da constatare che i suoni questa sera non sono all’altezza, con una confusione continua di fondo che rovinerà, anche se solo in minima parte, tutta la performance dei Nostri. La bellissima “Rip Out The Wings Of A Butterfly” ed ancora “Right Here In My Arms”, dal capolavoro “Razorblade Romance”, e “The Kiss Of Dawn”, prolungata con una coda di basso e chitarra, prima di un nuovo pezzo da “Tears On Tape”, “I Will Be The End Of You”. La band, ad eccezione del cantante, praticamente immobile all’asta del microfono, si muove di continuo per il palco, con Lily su tutti, per una scena alquanto strana da osservare. È il momento di un’accoppiata di pezzi che fanno esplodere il pubblico, con l’hit “Join Me (In Death)” seguita da “Your Sweet Six Six Six”, cantate a squarciagola da tutta l’audience, prima di un ritorno ai tempi recenti con “Passion’s Killing Floor” e la title track del nuovo album. Di nuovo dall’esordio la clamorosa cover di Chris Isaak, “Wicked Game”, forse il pezzo più apprezzato dal pubblico stasera, e “It’s All Tears”, per arrivare al terzetto “Soul On Fire”, “Into The Night” e “The Funeral Of Hearts”, che chiude prima dell’encore, che si limita a “When Love And Death Embrace” e manda tutti a casa. Concludendo, quello di stasera degli HIM è stato un concerto decisamente lineare, senza alcuna sorpresa e basato su una scaletta molto facile da indovinare a priori, ma, anche a dispetto della non eccezionalità dei suoni, molto apprezzato da tutti i presenti. Una cosa che ha fatto piacere è stato il vedere molti bambini in giro per il locale, figli di quelle ragazzine che nel 2000 impazzivano per i primi video della band del bel tenebroso Ville Valo e che ora vanno a vederla con la nuova generazione.