Report e fotografie a cura di Riccardo Plata
Nonostante il debutto “Swan Songs” abbia da poco festeggiato il decimo anniversario, i tour a supporto dei primi tre dischi non avevano mai toccato il Belpaese, a conferma di una fama ancora limitata della band a queste latitudini. Quasi a volersi far perdonare la lunga assenza dai palchi italiani, dopo aver rotto il ghiaccio un paio d’anni fa con una data a Brescia, quest’anno gli Hollywood Undead hanno voluto strafare e così, a pochi mesi di distanza dallo show di Bologna, ritroviamo Charlie Scene e soci ai Magazzini Generali di Milano, accompagnati stavolta dagli A Crime Called… Purtroppo una serie di coincidenze – dalla contemporanea presenza del Firenze Rocks alla data festiva/estiva – ha decimato la cornice di pubblico presente per questa occasione, ma nondimeno per chi come chi scrive li ha visti per la prima volta è stata sicuramente una serata da ricordare…
A CRIME CALLED…
Se ad aprire la data di Bologna erano stati i gallesi Astroid Boys, stavolta il gruppo di supporto viene dalla più vicina Voghera, anche se la carta d’identità musicale parla di influenze decisamente a stelle e strisce. Chi scrive si ricordava di loro avendone recensito l’EP d’esordio “Beyond These Days” nel lontano 2012 (rimasto finora l’unica testimonianza discografica, in attesa di un full-length atteso per l’anno prossimo): lo stile è rimasto quello, ma nel frattempo si sono aggiunti nuovi pezzi dal taglio ancora più incisivo, soprattutto in sede live grazie all’energia profusa dall’uomo dietro al microfono, novello emulo di Dave Grohl e Sully Erna. Nonostante il poco tempo a loro disposizione e il locale ancora poco affollato, il tiro di pezzi come “Another Day” e il nuovo singolo “Drown” scalda a dovere il pubblico, in attesa dei sei mascherati sul piccolo ma accogliente palco dei Magazzini…
HOLLYWOOD UNDEAD
Dopo un rapido cambio palco – e con un locale nel frattempo più gremito, anche se pieno solo per metà -, arriva finalmente il momento di vedere i sei mascherati sul palco (per la verità solo cinque, visto che il batterista turnista Matt ‘Matteo’ Oloffson è a volto scoperto) sulle note di “Whatever It Takes”, opener ideale per far salire l’hype grazie al suo andamento in crescendo, nonché prova provata della perfetta armonizzazione vocale dei cinque cantanti, impegnati in una staffetta vocale dove il microfono passa di bocca senza soluzione di continuità. Imbracciati gli strumenti, con la successiva “Undead” prende poi il via una prima parte dello show in cui il sestetto losangelino spinge sul pedale dell’acceleratore (“Been To Hell”, “Dead Bite”, “Renegade”), mostrando un tiro pari se non superiore a quanto fatto sentire in studio. Dopo una simile scarica di adrenalina, e abbandonate nel frattempo le maschere, il mixer gira in modalità party-mode e i distorsori lasciano spazio ai sintetizzatori, portandoci in riva all’oceano con le più danzerecce “Gravity” e “War Child”; l’apice di questa seconda parte del concerto resta comunque l’improbabile siparietto tra Charlie Scene e il quasi omonimo signor Carlo, chiamato sul palco sulle note di “Coming Hot” in qualità di unico padre di famiglia presente nelle prime file, ed acclamato dal pubblico in versione cubista. Chiusa la parentesi dancefloor, inframezzata da un riuscito medley tra “Enter Sandman” dei Metallica e “Du Hast” dei Rammstein, tocca a Funny Man salire in cattedra per il momento più hip-hop / pop, in cui le nuove “Cashed Out” e “Bad Moon” mostrano una volta di più l’abilità nel flow dei quattro rapper sul palco. Dopo poco più di un’ora, resta spazio nei bis per le vecchie hit “Everywhere I Go” e “Hear Me Now”, cantate a squarciagola dalla folla mentre on stage fumo e fiamme accompagnano gli ultimi botti riassumendo lo spirito della serata, altamente spettacolare nonostante i mezzi limitati in termini di pubblico ed effetti speciali. L’unico rimpianto resta il poco spazio dedicato a “Notes From The Underground”, per chi scrive apice creativo del gruppo, ma per il resto il ritorno del sestetto losangelino ha stupito in positivo fan vecchi e nuovi: da questa sera la Hollywood Undead Army tricolore può sicuramente vantare nuovi adepti, in attesa di rivederli da queste parti con una cornice di pubblico adeguata.